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Forum didattico del corso di Psicopedagogia dei linguaggi a.a.2011-12 a cura di F. Briganti Stanza di collaborazione del gruppo classe


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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Federica.Tortorelli
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  Federica.Tortorelli Ven Gen 27, 2012 5:41 pm

    I dipinti che abbiamo avuto modo di visionare ed analizzare a lezione, propongono il tema della disabilità e della diversità nell’arte. In particolare, il dipinto che maggiormente ha colto la mia attenzione e che ha suscitato in me maggiori emozioni è stato “Giocatori di Skat” di Otto Dix. Mentre le prime opere dell’artista sono caratterizzate da colori scuri e poco luminosi tipici dello stile post-impressionista, a partire dagli anni venti, Dix si dedicò alla realizzazione di opere che descrivevano la tragica situazione di degrado del dopoguerra. Nel caso di “Giocatori di Skat”, egli raffigura tre mutilati di guerra che giocano a carte, al fine di dimostrare come coloro che sono ritenuti diversi e che vengono relegati ai margini della società, al contrario, sono perfettamente uguali a noi, e pertanto praticano le stesse attività quotidiane svolte dai “normali”, anche la più banale come giocare a carte. È incredibile come dando un’occhiata generale a tale quadro, non ci si accorge in un primo momento di tutti quei piccoli ma fondamentali dettagli che Dix, invece, cura nella massima attenzione. A partire da sinistra notiamo il primo soggetto, al quale manca il braccio destro e quello sinistro è stato sostituito da una protesi in legno; al posto della gamba sinistra si ritrova un bastone di legno nero e usa quella destra per tenere le carte; e per poter sentire i compagni è costretto a ricorrere ad un tubicino inserito nell'orecchio destro che è collegato ad un piccolo corno sul tavolo e non ha l'occhio destro. Il secondo, al centro, ha una parte del cranio ricucita con del metallo; non ha nè le braccia, infatti tiene le carte con la bocca, nè le gambe, diventate due bastoni di legno nero; parte della mandibola è di ferro ,ha un occhio di vetro e ha una placchetta metallica all'orecchio sinistro.
    Il terzo, sulla destra, è solo un busto con una protesi di legno al posto del braccio destro; ha perso sia il naso che la mandibola, sostituita da una metallica. I tre soggetti raffigurati nell’opera, appaiono quindi completamente lacerati e trasfigurati, ma danno testimonianza di quanto siano importanti le protesi, le quali permettono ai “diversi” di svolgere qualsiasi pratica quotidiana e quindi di condurre una vita come tutti gli altri. Un diritto, a mio avviso, che prescinde da qualsiasi condizione fisica.

    Federica Tortorelli.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  angelacirasomma Ven Gen 27, 2012 5:50 pm

    Il dipinto che maggiormente mi ha inquietato è stato senz'altro quello di Ribera, "La donna barbuta"; sono presenti due figure umane che occupano quasi per intero tutto il quadro.In primo piano vi è una donna: cosa ci può aiutare a capire che si tratti proprio di un personaggio femminile? Il fatto,innanzitutto, che ha un neonato in braccio.Il modo di tenerlo, poi, non mi sembra molto materno; si guardi le mani: non sono delicate, esili, non sembrano dimostrare il gesto di accogliere, di portarsi al cuore il proprio figlio il quale invece, mi sembra tenuto a debita distanza.Un altro particolare è rappresentato dal seno scoperto:è il collegamento diretto tra lei ed il piccolo,è attraverso il seno che si nutrirà e potrà vivere. Il volto però non ha nulla di femmineo: la barba rimanda al mondo maschile; come si può pensare che questa mamma possa baciare il suo piccolo senza provocargli fastidio? In questo senso, prima dicevo, che questo dipinto non mi comunica calore materno; la figura del padre, poi, in secondo piano, sembra come dominato dalla maestosità di questa donna ;il volto è di chi è rassegnato,di chi non conta nulla.Non è mia intenzione fare una critica all'opera: non ne avrei ne i mezzi ne le competenze necessarie; penso solo che l'idea di bellezza è qualcosa che si lega al contesto culturale; qui mi sembra sia esaltato più il valore della vita rispetto ai canoni della bellezza.


    Del "Ragazzo Zoppo" mi ha colpito il "sorriso": mi sembra più un "non-sorriso": sembra infatti più tendente all'ironico, al sarcastico, quasi di beffa. Non esprime contentezza, gioia. I piedi,poi, sono scoperti: il suo handicap è mostrato apertamente, non è nascosto, ma posto in bella vista cosi che tutti possano vedere il "diverso" che si mescola tra gli "uguali", i "normali", i"dotati".

    inserisco qui giudizio
    hai dimenticato di ricopiarlo
    Siete riuscite a comprendere l'intento dell'esercizio,
    a leggere il capitolo, a farlo vostro, proponendo non solo una sintesi critica ma una vostra personale lettura e interpretazione.
    dimostra spiccate capacità riflessive e intuitive,
    per ragionare con la propria testa per poi confrontarsi con altri autori.
    la docente
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  marianna cirillo Ven Gen 27, 2012 6:28 pm

    I dipinti che sono stati presentati riguardano il tema della disabilità e diversità nell'arte. Quelli che mi hanno particolarmente colpita sono stati: "Giocatori di Skat" di Otto Dix e quello di Ribera " la donna barbuta". Il primo descrive la situazione di degrado del dopoguerra. Egli raffigura tre mutilati di guerra che giocano a carte, per mettere in evidenza come le persone ritenute diverse possono svolgere le stesse attività dei normali. Il secondo dipinto, "La donna barbuta",ritrae una donna ad allattare il figlio. Ella è munita di una faccia virile e ciò che la caratterizza di più è proprio la barba folta. Il ritratto è perturbante: la donna con la sua lunga barba viene mostrata nell'atto di porgere il seno al figlio. Il contrasto tra la nuda mammella e la barbuta faccia virile è piuttosto sconcertante, perchè rappresenta il terreno psicoanalitico dell'angoscia di castrazione e della feticizzazione.. La bellezza di questo dipinto sta proprio nell'allattamento, azione base della maternità.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  varunicarmela Ven Gen 27, 2012 6:58 pm

    I quadri proposti, come quello di Otto Dix incentrato su temetiche forti come i reduci storpi della guerra, fanno riflettere ancora una volta sul concetto di "disabile". Di fronte ad un disabile l'errore più comune è quello di fermarsi all' aspetto fisico : alla menomazione.
    In realtà se ci si ferma a riflettere ci si rende conto che chi viene considerato "dis-abile" in realtà è non solo abile ma pieno di talento e capacità.
    Ognuno di noi è abile in qualcosa e disabile in altro.
    Tutti siamo esseri unici e irripetibili : è la diversità che ci caratterizza gli uni e gli altri ed è la diversità che deve essere riconosciuta.
    Per questo devono essere messe a frutto le capacità di ciascuno, c'è bisogno di "scovare" le abilità di ognuno e permettere a queste di esprimersi per offrire l'opportunità di realizzazione.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  marilenacacciapuoti Ven Gen 27, 2012 7:07 pm

    Ho trovato molto interessante il tema del rapporto tra arte e disabilità che ieri la nostra professoressa ci ha proposto a lezione.
    Sono state diverse le immagini che la professoressa ha scelto di mostrarci, per analizzare il suddetto rapporto.
    Se è indubbio che la principale prerogativa dei canoni estetici, fin dall’antichità, è quella che fa riferimento a un corpo sano e perfetto, in una mente sana, è stata per me una piacevole scoperta constatare che alcuni artisti, come Ribera, Van Gogh, Botticelli e altri hanno raffigurato anche persone con tratti deformati, scegliendo quindi di mettere spesso in rilievo, nelle loro creazioni, la “diversità”.
    In particolare, è stato uno dei quadri di Ribera che mi ha maggiormente attratta: quello del “fanciullo zoppo”. Il soggetto rappresentato dall’artista è accostato, all’immagine di uno “scugnizzo”, ovvero di un ragazzo povero di Napoli.
    Ammirando questo quadro, ho la sensazione che il fanciullo mi stia guardando da un punto più alto del mio; mi sembra che si sia messo in posa come un nobile: fermo ed impettito contro il cielo, pieno di orgoglio e con un sorriso coinvolgente, come a voler dire che lui non ha paura di niente e che è addirittura capace di portare, con leggerezza, la fatica della povertà.
    Sono convinta che il merito più grande di Ribera, in quest’opera, sia consistito nel mettere in risalto soprattutto il sorriso del ragazzo, facendo cadere un fiotto di luce più forte sul suo viso e riservando una luce meno intensa alle sue mani (una ritorta e l’altra che stringe il foglio di richiesta per l’elemosina) e al suo piede deformato.
    Attraverso l’analisi di questi giochi di luce, penso che l’artista abbia voluto mettere in risalto che questo ragazzo nonostante il suo piede malformato, mostra di non aver bisogno del bastone per camminare: lo porta, infatti, appoggiato sulla spalla proprio come un “piccolo guerriero”, che con la sua lancia è tornato vincitore dalla battaglia contro la “anormalità”.
    E se quest’opera di Ribera, che mi trasmette tanto coraggio, voglia di vivere e speranza, la incominciassimo a individuare come “il fanciullo sorridente”, invece che con il tradizionale titolo di “fanciullo zoppo”?...
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    Messaggio  MARIA PETRILLO Ven Gen 27, 2012 7:37 pm

    Sono rimasta molto affascinata dalla lezione sull'arte e la disabilità: tra i dipinti mostrati mi ha fortemente colpito quello di Josè Ridera “il ragazzo zoppo”.
    Infatti l’artista sceglie un ragazzo popolano; esso non è rivolto a soggetti che esprimono la bellezza o la perfezione, quindi trascura l’aspetto esteriore per accentuare la particolarità del suo sorriso ammirevole che fa parte dell’aspetto interiore. Proprio il suo sorriso e la sua voglia di vivere dovrebbero essere per noi esempio di vita, perché la vita è bella così com’è…
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  mariapetrellese Ven Gen 27, 2012 7:48 pm

    Il quadro che mi ha colpito maggiormente è quello raffigurante il ragazzo zoppo.
    Il pittore nel dipinto non intende focalizzarsi sulla disabilità, ma sullo stato d’animo del giovane, infatti egli è raffigurato con uno splendido sorriso. A volte ci sono persone che non sorridono mai pur non avendo particolari problemi e magari si avviliscono facilmente; invece ce ne sono altre che sorridono alla vita pur vivendo un disagio, a mio avviso questo è il messaggio del pittore Ribera.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  Mariarca Faliti Ven Gen 27, 2012 8:14 pm

    Nel quadro del ragazzo zoppo , Jusepe De Ribera rappresenta "la bruttezza" con tratti realistici. Osservando il dipinto mi ha colpito il sorriso del ragazzo perchè è come se esprimesse la contentezza della sua sventura,del suo essere diverso infatti appena l'ho visto la mia attenzione si è concentrata tutta su quel sorriso e se non fosse per quel piede un po' gonfio non si noterebbe nemmeno la sua disabilità.

    Il quadro della donna barbuta mi ha particolarmente colpita ma in negativo.
    Inizialmente pensavo che erano entrambi maschi e fino a quel momento nessuna emozione anche perché aveva tutte le caratteristiche di un uomo, successivamente guardando in modo più approfondito ho notato il seno di questa donna che allattava suo figlio.
    In questo quadro dove la femminilità della donna è totalmente annullata dalla folta barba la cosa che mi ha turbato è il gesto che simboleggia l'allattamento che mi sembrava quasi irreale paragonandolo al suo primo quadro.
    Inoltre è come se il momento magico dell'allattamento che lega il piccolo a sua madre fonte di un rapporto unico, venisse deriso.

    Alla vista del quadro,Otto Dix "Giocatori di Skat", non sono riuscita ad analizzare bene il quadro.
    Solo dopo la spiegazione sono riuscita ad analizzare le sue caratteristiche. Tre sono i personaggi raffigurati, ognuno con una propria disabilità.

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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty ARTE E DISABILITA'

    Messaggio  iovineconcetta Ven Gen 27, 2012 8:47 pm

    “Estethica, mostra del diversamente bello” è stata concepita come una galleria d’arte contemporanea di opere create in forma collettiva ed individuale da vari artisti diversamente abili capaci di offrire delle visioni originali del mondo attraverso la loro straordinaria sensibilità ed il loro sguardo inimitabile.
    Lo scultore e pittore francese Jean Dubuffet nel lontano 1945 fu il primo a parlare di “Art Brut” (arte grezza). Per “Art Brut” intendeva l’arte realizzata da persone prive di qualsiasi formazione artistica, che si esprimevano al di fuori delle linee guida convenzionali, e più in particolare di persone che stavano negli ospedali psichiatrici.
    L’approccio verso le più varie forme di arte, come accade anche in diversi centri di riabilitazione, è generalmente inteso come “terapeutico. Ma non solo. Spesso molte persone scoprono di avere del talento innato, di essere in grado di esprimersi in modo incredibile, in molti casi operando senza regole o tecniche e ignorando anche le più comuni norme estetiche convenzionali. E proprio da questa vera “anarchia” nascono dei manufatti originali ed imprevedibili. Attraverso “Estethica, mostra del diversamente bello” ci si propone di dare agli artisti la dignità che meritano e, soprattutto, di offrire loro l’opportunità di tramutare la loro arte anche in un’occasione di business.


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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty lab. 8 Arte e disabilità

    Messaggio  mariaglorialaventura Ven Gen 27, 2012 8:48 pm

    Io sono affascinata dall'arte di Botero, quindi sono di parte. Quest'artista attribuisce alle donne e agli uomini che dipinge delle volumetrie esagerate, gioca con le forme, ironizza sui temi trattati, quasi a voler trasmettere un messaggio: non importa l'apparire ma come ci si sente dentro!
    In quest'ottica, la diversità può assumere un nuovo valore, legato alla persona e alla sua dignità umana. (L'essere è ciò che conta,mentre l'apparire è solo una costruzione sociale!)
    A questo proposito, vi propongo un dipinto inedito, dedicato al tema circense.(in cui Botero propone la figura della donna cannone)


    http://www.marcomarcucci.com/Botero/Botero%20-%20opere.html
    Mariarca Faliti
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  Mariarca Faliti Ven Gen 27, 2012 9:02 pm

    mariaglorialaventura ha scritto:Io sono affascinata dall'arte di Botero, quindi sono di parte. Quest'artista attribuisce alle donne e agli uomini che dipinge delle volumetrie esagerate, gioca con le forme, ironizza sui temi trattati, quasi a voler trasmettere un messaggio: non importa l'apparire ma come ci si sente dentro!
    In quest'ottica, la diversità può assumere un nuovo valore, legato alla persona e alla sua dignità umana. (L'essere è ciò che conta,mentre l'apparire è solo una costruzione sociale!)
    A questo proposito, vi propongo un dipinto inedito, dedicato al tema circense.(in cui Botero propone la figura della donna cannone)


    http://www.marcomarcucci.com/Botero/Botero%20-%20opere.html

    Botero credo che sia uno degli artisti che riesce a far avvicinare i bambini all'arte con i suoi colori vivi e intensi e i suoi personaggi sempre così giocosi,grossi ma attraenti allo stesso tempo.
    Inoltre trasmette anche molti valori che la società moderna sta perdendo...Botero da un enorme importanza alla famiglia e lo attestano i numerosi dipinti che vi dedica. In queste opere, gli adulti sono sempre statici, come se posassero, invece i bambini sono irrequieti, sempre in movimento, ed è quasi costante la presenza di un animale domestico. Quasi ovunque, lamadre sta per imboccare il figlio con qualcosa, come per volerlo rasserenare. E’ evidente che per Botero la famiglia ha un grande valore e la madre è colei che nutre e classicamente alleva i figli.
    per quanto riguarda la dilatazione dei corpi, che più che rappresentare il “sovrappeso”, mi sembra sia un voler accentuare e sottolineare l’importanza data dall’autore alle “persone” in generale, come dire che “esistono” e hanno un loro “peso”.
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    Messaggio  pinavitale Ven Gen 27, 2012 9:22 pm

    Il quadro che mi è piaciuto di più è stato:il ragazzoo zoppo dii Ribera,perchè il suo splendido sorriso distoglie l'attenzione dalla sua disabilità
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    angela vitale


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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  angela vitale Ven Gen 27, 2012 9:39 pm

    Tra i quadri presentati quello che ha catturato di più la mia attenzione è stato il quadro "Ragazzo zoppo" di Ribera.In questo quadro Jusepe De Ribera rappresenta "la bruttezza" con tratti realistici.La caratteristica che immediatamente ho notato è sicuramente il sorriso che sembra dimostrare quanto questo ragazzo non si è lasciato abbattere dal brutto scherzo giocatogli dalla natura ed anzi riesce a sorriderne annullando, con la sua gioviale irriverenza la sua diversità.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty 8.lab.arte e disabilità

    Messaggio  elianadifoggia Ven Gen 27, 2012 9:47 pm

    "Ragazzo con piede torto". Nell’opera di De Ribera si incontrano spesso ritratti di gente umile o con deformità fisiche. E’ il caso del fanciullo con una deformazione del piede, forse un piede torto congenito. L’autore affronta spesso ciò che è diverso, non bello, e lo esprime non per meravigliare ma per portare all’attenzione degli osservatori quella parte di umanità che solitamente la società vuole ignorare. ancora oggi è facile riscontrare atteggiamenti pietistici o compassionevoli nei riguardi di persone con deformità fisiche. La mente rigida dell'uomo ha difficoltà ad accettare ciò che è diverso poiché tale processo richiede un lavoro sul proprio sé. La grandezza e la sensibilità degli artisti sta proprio nel cogliere ciò che è indifferente o che incute timore alla gente comune, ma credo che ognuno di noi abbia la possibilità di accedere al proprio mondo emotivo, accogliendo con flessibilità ciò che ci appare incongruo.
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    Messaggio  Maria Guerra Ven Gen 27, 2012 9:53 pm

    Questa lezione sull'arte è stata molto piacevole.
    Mi ha affascinato la bellezza di queste opere e con quanta cura e attenzione sono stati definiti i particolari.
    La cosa sorprendente non è solo la particolarità con cui gli artisti hanno utilizzato un colore predominante rispetto agli altri in ogni opera, ma soprattutto "l'enfasi" con la quale hanno toccato temi differenti.
    Tra i dipinti visionati in aula, quello che mi ha colpito maggiormente è il ritratto de "La ballerina Anita Berber" di Otto Dix. Questo quadro raffigura una donna vestita e truccata di rosso ed anche sullo sfondo predomina questo colore. Mi ha colpito subito; non appena la professoressa c'è l'ha mostrato, è subito risaltato ai miei occhi non solo la bellezza esteriore del quadro nella sua pienezza, ma l'espressione, il volto di questa donna fisso davanti a sè con una forte accentuazione delle labbra e degli occhi contrastati da un viso pallido.
    Quando la professoressa ci ha spiegato che questo dipinto rappresenta di per sè la malattia riferita anche alla vita di questa donna, appena sono tornata a casa sono andata alla ricerca di informazioni sul quadro e sulla vita di questa donna.
    (1899-1928) era una ballerina e fa clamore perchè fu la prima ballerina a danzare nuda. Divenne celebre per il suo essere scandalosa, ambigua, bisessuale e per il suo uso smodato di droghe. La dipendenza dalla cocaina e la bisessualità diventano argomento di pettegolezzo pubblico. Si diceva fosse schiava sessuale di una donna e avesse un'amante di 15 anni. Oltre ad essere una cocainomane, era anche alcolista. Le venne consigliato di disintossicarsi e, in una tournee all'estero, le fu diagnosticata una tubercolosi galoppante.
    Questa storia è molto particolare proprio come il personaggio raffigurato nel quadro e l'espressione di questa ballerina sembra racchiuderne il senso.
    Oscuro ma brillante lascia negli occhi di chi lo guarda un senso di riflessione e ricerca.

    ...Proprio il suo aspetto dal viso pallido e gli occhi marcati
    sono i segni della malattia delineati in maniera molto eccentrica,
    ma che da soli lasciano discutere.
    Svelano, nella sua falsità, l'immagine della vamp,
    della femme fatale... Proprio la vita di Anita Berber !!


    [img]8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Anita10[/img]

    [img]8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Ritrat10[/img]
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 3 Empty Lab. Arte e disabilità

    Messaggio  simonabalestrieri Ven Gen 27, 2012 10:07 pm

    L'opera di Otto Dix "Giocatori di skat" mi ha colpito per l'immagine che appare a primo impatto "semplice": 3 persone impegnate a giocare intorno ad un tavolino a carte.
    Stupisce come ad un primo sguardo non si riescano a cogliere i particolari dei soggetti per la varietà dei colori e dei particolari geometrici tipici del dadaismo.
    Solo in un secondo momento focalizzando con attenzione l'immagine si colgono i dettagli, si scorgono gli elementi che evidenziano la disabilità dei personaggi.
    Osservandoli uno ad uno si palesano gli handicap dei giocatori ed e' altrettanto evidente che si tratta di menomazioni post belliche.
    Quello che in particolare colpisce è come l'uso delle protesi, seppur ancora rudimentali, rendano possibile di vivere con normalità anche un momento di svago come quello di una partita a carte.
    In questa immagine si coglie da un lato l'orrore e la crudeltà della guerra, dall'altro si evidenzia che c'è, nonostante tutto, la possibilità di un riscatto.
    Il primo personaggio a sinistra, in particolare, cattura il mio sguardo per l'abilità che è riuscito a sviluppare: la gamba destra la utilizza abilmente come arto superiore rimandando nella mia memoria alle grandi abilità corporee di Simona Atzori.

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    Messaggio  cacciapuoti antonella Ven Gen 27, 2012 10:47 pm

    Tra i dipinti la ballerina di Botero sembra uno tra i modelli migliori per identificare la diversità anche nell'arte. In esso si nota come l' idea di ballerina "grassa" superi gli ideali e gli stereotipi presenti nel mondo della danza e la convinzione che per ballare bisogna per forza avere un corpo modellato...
    Botero infatti attraverso le sue opere si è opposto ai modelli stereotipati che anche in tempi più remoti caratterizzavavo la società. E' evidente come nelle sue opere ci sia un netto contrasto tra quella che è l'idea più diffusa di bellezza intesa come perfezione fisica e talvolta come eccessiva magrezza rispetto ai modelli che attraverso i suoi capolavori lui stesso propone, ovvero la bellezza caratterizzata da tratti e forme molto più morbidi e generosi. Infatti caratteristica della pittura di Botero è proprio l'insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme insolite, talvolta quasi irreali dove sono i dettagli a divenire la massima espressione delle sue più grandi opere.


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    Messaggio  Diana Angela Ven Gen 27, 2012 10:59 pm

    Il quadro di Ribera (ragazzo zoppo), a mio parere restituisce dignità a questo soggetto, l'autore infatti tratta questo tema in modo originale e decisamente fuori dalle etichette rappresentative. Osservando il quadro, ciò che subito si evidenzia è il sorriso dello scugnizzo,che unito alla sua forza d'animo, rappresenta la sua bellezza.
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    Messaggio  mariabuonincontro Sab Gen 28, 2012 12:10 am

    Il dipinto che mi ha colpito di più è stato quello Otto dix Giocatori di skat. Sicuramente cattura l'attenzione per la sua stravaganza, la sua stranezza. Mi colpisce perchè mi porta a riflettere. Cosa voleva dire l'artista? E quindi questa curiosità ti porta ad andare al di là della semplice rappresentazione. Un po' come ci ha insgnato il signor Palladino...non essere ciechi, cercare di vedere in profondità. Ebbene, l'immagine rappresenta 3 militari reduci della prima guerra mondiale. Tre uomini che presentano disabilità non decise dal destino bensì dall'uomo. Quest'ultimo che accecato dal potere, dalla vendetta, dall'odio spinge a combattere fratelli contro fratelli. Quindi una disabilità da convivere in modo ancora più difficile rispetto a quelli che ci sono nati o hanno subito incidenti. Una disabilità che è frutto di una guerra, di un orrore, fine a se stessa. Un'ulteriore caratterisica che mi porta a riflettere è che tutti e 3 siano disabili. Perchè non c'è una persona non disabile nel gruppetto? Probabilmente l'artista voleva dimostrare anche l'esclusione di questi da quelli considerati "normali"? Certamente l'intento era quello di mostrare la sua avversità nei confronti di una guerra. Questo è evidenziato dalle macabre mutilazioni dei 3 personaggi. Ma il fatto che non ci sia in quel gruppetto una persona non disabile mi fa pensare anche all'emarginazione di questi dalla società. Se così fosse (ricordiamo che il dipinto risale al 1920) possiamo dire che oggi è cambiato qualcosa? Cioè oggi si può parlare di una piena inclusione dei disabili?
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    Messaggio  Francesca Fuscaldo Sab Gen 28, 2012 8:16 am

    La foto che mi ha particolarmente colpita è stata quella dell'artista Otto Dix "giocatori di skat", dove viene affrontato il tema della guerra, delle sue mutazioni e distruzioni... ne emerge una visione dell'uomo tumefatta, irriconoscibile, un ibrido essere umano - robot.... altro aspetto che mi ha molto coplita di quest'opera è l'apparente quotidianetà e tranquillità di questi giocatori, ripresi appunto in una scena come quella di una partita di carte tra amici.

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    Messaggio  Francesca Fuscaldo Sab Gen 28, 2012 8:27 am

    Anche le foto dell'artista Ribera, "Donna barbuta" e "Ragazzo zoppo", hanno catturato il mio ineresse!!
    In particolare l'immagine di questa "donna androgina" come diremo noi oggi, mi ha molto colpita. La figura del parroco, con in braccio il bambino lattante (figlio della donna), che mi è sembrato voler proteggere e "benedire" la diversità - specialità di quella mamma...
    Nell'immagine del "ragazzo zoppo", invece vi ho letto una ottimistica visione della diversità che viene rappresentata nella sua normalità, e nella sua bellezza... difatti il ragazzo sembra contanto di farsi riprendere.
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    Messaggio  rossanafruttaldo Sab Gen 28, 2012 8:54 am

    Tra i quadri presentati mi ha colpito molto quella di Ribera La donna Barbuta,subito ho cercato di trovare la causa di questa anomalia nel corpo di una donna.
    "I ritratti della donna barbuta e delle teste barbute conservate in formalina in qualche scantinato di vecchie facoltà di medicina fanno pensare al fenomeno dell’irsutismo. Circa 50 anni fa, nel ‘Trattato di terminologia Medica” (1961), Luigi Ferrio, alla voce irsutismo scriveva: ”Sindrome dipendente da iperproduzione di secreto per iperplasia delle ghiandole surrenali. Sviluppo sessuale precoce e talora presentante caratteristiche sessuali secondarie dell’altro sesso; adiposità, sviluppo dei peli eccessivo e di distribuzione anomala, specie nelle donne (la donna barbuta)”. Taluni adoperano questo termine come sinonimo di ipertricosi, ma tale uso è da evitare perché generatore di equivoci. A questo punto è doveroso andare alla voce ipertricosi e il sinonimo utilizzato è il termine irsuzie. “Sviluppo generale ed anormale del sistema pilifero, che può essere generalizzato a tutto il corpo o localizzato; congenito od acquisito”.
    L’ipertricosi sacrale, o coda dei fauni. Può essere dunque semplicemente ascrivibile a una peluria accentuata ma non patologica, che non sottende a patologie ben più gravi, che riguardano le ghiandole surrenali e l’apparato riproduttivo femminile.L'irsutismo può essere causato anche da una disfunzione degli ormoni androgeni, dal momento che gli androgeni (nella donna) provengono solo dalle ghiandole surrenali e dalle ovai. Le cause dell’irsutismo circoscritte a questi due organi includono il morbo di Cushing, (che in realtà è quasi sempre secondario ad un tumore ipofisario e conferisce anche la caratteristica faccia a luna piena e schiena gibbosa, per la distribuzione anomala di grasso corporeo in queste parti), tumori alle ghiandole surrenali, e iperplasia congenita surrenale.

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    Messaggio  rossanafruttaldo Sab Gen 28, 2012 8:57 am

    Osservando i ritratti direi che mi incuriosisce anche quello di Dix Ritratto della ballerina Anita Berber...egli sembra davvero rispecchiarsi in questa donna,come se si fosse fatto un autoritratto.E' evidente che l'immagine ritrae una donna malata nonostante abbia lui utilizzato linee e colori che mettessero in mostra il corpo longilineo.
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    Messaggio  danielamaione Sab Gen 28, 2012 10:09 am

    Tra i quadri mostratici dalla prof.quello che ha attirato maggiormente la mia attenzione è quello di Ridera “Lo Spagnoletto”,il ragazzo zoppo.La figura mi ha colpita perchè credo abbia un messaggio molto forte.Vedo la rappresentazione di una persona disabile come l’affermazione,la dichiarazione della rottura tra i due termini che da sempre,con troppa disinvoltura ed in modo errato,vengono ritenuti sinonimi:disabilità e diversità.Poter rappresentare una persona con problemi fisici mi appare come la volontà di volerla rendere una “persona come tutti”,andando al di là delle apparenze.Inoltre il personaggio rappresentato mi sembra dedito al lavoro e questo,ancora di pìù, appare come la dimostrazione che nessuno merita la “reclusione” ai margini della società,ma deve essere un “cittadino attivo per il mondo”.Con la lezione di venerdì, ho scoperto che le opere artistiche possono avere un grande ruolo educativo,valore a cui prima non avevo fatto caso,forse perchè non mi interesso molto all’arte!Ho inteso lo scopo dell’immagine come il voler indurre a riflettere,scuotendo l’idifferenza di molti...L’osservazione artistica colpisce la nostra mente permettencoci di ricordare e,quindi,di rimanere indelebile,ottenendo un forte MESSAGGIO COMUNICATIVO!Penso che in realtà anche tutti gli altri quadri trasmettono un forte messaggio che induce a riflettere ed a “smuovere” la gente,ho solo scelto quello che più mi piaceva!
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    Messaggio  Bonacci Rossana Sab Gen 28, 2012 10:55 am

    Tra i quadri che ci sono stati mostrati in aula, quello che mi ha colpito di più è stato "Ballerina alla sbarra" di Botero... in quanto le sue opere portano con se qualcosa di enigmatico, di inquietante,sono immerse in un clima di sospensione. Singolarmente rivelano una dolce sottile ironia , inducono al sorriso , catturano e conquistano lo sguardo incuriosito di chi osserva l'opera. Nell'opera " ballerina alla sbarra" ,quest' ultima è rappresentata durante una lezione di danza classica. Noi tutti ci aspetteremmo un corpo esile,aggraziato; e invece ci troviamo davanti agli occhi una ballerina buffa e grassoccia. Botero è bravo anche in questo, riesce a rovesciare le aspettative, e anche in un'ambiente dove anche un chilo di troppo viene visto come un problema irrisolvibile, lui non rinuncia alla pienezza delle forme che caratterizza la sua produzione; riuscendo a dare ad un corpo "ingombrante e pesante" quella sensazione di leggerezza, apparentemente inspiegabile. Penso che Botero attraverso le sue opere vuole trasmetterci la storia di ogn singolo personaggio che nonostante qualche "piccolo" difetto non rinuncia a vivere e ad esere cosi com'è!!!

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