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8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
giustina maione- Messaggi : 14
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- Messaggio n°226
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Il quadro che mi ha colpito di più è stato del ragazzo zoppo. Nonostante la disabilità del ragazzo Josè de Ribera mette in evidenza il bel sorriso del protagonista. Questo significa , secondo me ,che in una persona non dobbiamo limitarci all'aspetto esteriore ma quella che più conta è l aspetto interiore.
giustina maione- Messaggi : 14
Data di iscrizione : 18.12.11
- Messaggio n°227
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Il quadro che mi ha colpito di più è stato del ragazzo zoppo. Nonostante la disabilità del ragazzo Josè de Ribera mette in evidenza il bel sorriso del protagonista. Questo significa , secondo me ,che in una persona non dobbiamo limitarci all'aspetto esteriore ma quella che più conta è l aspetto interiore.
Francesca Pelella- Messaggi : 11
Data di iscrizione : 15.12.11
Età : 35
Località : Napoli
- Messaggio n°228
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Tra i quadri proposti,quello che ha catturato di più la mia attenzione è stato il quadro della donna barbuta,non avrei mai immaginato che ci fosse un quadro che ritraesse una donna barbuta!!!
Questa è rappresentata mentre allatta il figlio con una folta barba ed anche peli sul petto.
la donna allatta ma comunque ha un aspetto maschile, sostengo che l'autore abbia voluto trasmettere la maternità della donna nonostante questa abbia un tipo di bellezza inusuale, il prototipo di bellezza femminile è completamente diverso da quello rappresentate eppure la donna esprime grande bellezza, ma bellezza materna!
Questa è rappresentata mentre allatta il figlio con una folta barba ed anche peli sul petto.
la donna allatta ma comunque ha un aspetto maschile, sostengo che l'autore abbia voluto trasmettere la maternità della donna nonostante questa abbia un tipo di bellezza inusuale, il prototipo di bellezza femminile è completamente diverso da quello rappresentate eppure la donna esprime grande bellezza, ma bellezza materna!
Cristina Ruotolo- Messaggi : 47
Data di iscrizione : 16.12.11
- Messaggio n°229
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
[quote="Stefania De Lucia"]
infatti, è proprio quello che ho pensato io. Oltre i lunghi capelli, in particolare è stato quel vestito lungo ed elegante che mi hanno fatto pensare che ad indossarlo fosse una bella donna, ma poi quando ho visto quella folta barba sono rimasta incredula. Si danno per scontato molte cose proprio come ho fatto io in questo caso,tutto questo perchè pensiamo molto alla massa,alla normalità...
Cristina Ruotolo ha scritto:Anche l’altro quadro di Ribera “LA DONNA BARBUTA” è molto interessante… ritrae una donna intenta ad allattare il figlio, munita però di una faccia totalmente virile, di una folta barba e di un torace egualmente peloso, con tutta sincerità quando l’ho visto in aula ero convintissima che fosse un uomo, poi guardando bene mi sono resa conto che avesse il seno. Quello che mi ha colpito è l’oscurità densa e drammatica che avvolge i due coniugi, il volto rassegnato del marito che è raffigurato con toccante intensità, la fisionomia dei coniugi. Un altro particolare che ho notato, è stato la posizione decentrata del seno della donna… Personalmente sono rimasta incredula di fronte a quest’ opera in quanto nell’ aspetto fisico non sono riuscita a trovare un aspetto femminile, tranne che per il bambino al seno della mamma e mangia beato incurante dell’ aspetto di quest’ultima nonostante incute un po’ di timore… ma la bellezza di questo quadro sta proprio nell’ allattamento, un’ azione del tutto femminile alla base della maternità. Viene messa in risalto secondo me la bellezza “interiore” della donna, del suo forte sentimento di attaccamento, di amore che prende vita nel sentimento di una mamma nei confronti del proprio figlio. Il messaggio di questo quadro è proprio GUARDARE OLTRE L’ASPETTO FISICO! Navigando in rete ho trovato la storia di una donna simile a quella dipinta da Ribera: la donna barbuta di Ginevra
[img]http://1.bp.blogspot.com/_gkC4o-8FLfc/TDt73HsjqEI/AAAAAAAAC54/kJ5v04mdB_k/s1600/Josephine+Clofullia,+la+donna+barbuta+di+Ginevra.jpg[img]
fa impressione vedere questa immagine. Se con gli occhi si scorre dal basso verso l'alto, il vestito ci suggerisce l'immagine di una gran dama...poi quella barba è un grande "sconvolgimento".
infatti, è proprio quello che ho pensato io. Oltre i lunghi capelli, in particolare è stato quel vestito lungo ed elegante che mi hanno fatto pensare che ad indossarlo fosse una bella donna, ma poi quando ho visto quella folta barba sono rimasta incredula. Si danno per scontato molte cose proprio come ho fatto io in questo caso,tutto questo perchè pensiamo molto alla massa,alla normalità...
giuseppinamenditto- Messaggi : 16
Data di iscrizione : 15.12.11
Località : VILLA LITERNO (CE)
- Messaggio n°230
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Il quadro che più di tutti mi ha colpito è “giocatori di Skat” di Otto Dix. Raffigura tre soldati reduci di guerra, mutilati nei loro corpi, ma che con l’ausilio di protesi riescono comunque a dedicarsi al loro passatempo preferito, il gioco a carte. E’ un esempio di resilienza anche questo poiché, senza demoralizzarsi, si ritrovano seduti ad un tavolino a coltivare i loro interessi! E’ inquietante il numero di parti mancanti nei propri corpi e, conseguentemente, il numero di protesi presenti: al primo militare, partendo da sinistra, manca il braccio destro e quello sinistro è stato sostituito da una protesi in legno. Al posto della gamba sinistra si ritrova un bastone di legno nero e usa quella destra per tenere le carte. Inoltre, per poter sentire i compagni è costretto a ricorrere ad un tubicino inserito nell'orecchio destro che è collegato ad un piccolo corno sul tavolo e non ha l'occhio destro. Il secondo, al centro, ha una parte del cranio ricucita con del metallo; non ha nè le braccia, infatti tiene le carte con la bocca, nè le gambe, diventate due bastoni di legno nero; parte della mandibola è di ferro ,ha un occhio di vetro e ha una placchetta metallica all'orecchio sinistro. Il terzo, sulla destra, è solo un busto con una protesi di legno al posto del braccio destro; ha perso sia il naso che la mandibola, sostituita da una metallica.
Giuseppina Menditto
Giuseppina Menditto
milena.iovine- Messaggi : 13
Data di iscrizione : 16.12.11
- Messaggio n°231
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
L'arte rappresenta uno dei mezzi di comunicazione più efficienti per esprimere la realtà che ci circonda, ma anche quella realtà che è dentro di noi.. una realtà soggettiva, unica, diversa...
L'opera d'arte è uno strumento attraverso cui si può dar voce al proprio punto di vista su una specifica tematica, su un dato evento, su un particolare.. e le opere visionate e quelle aggiunte nel forum dalle colleghe, a mio avviso, mettono in evidenza diverse prospettive in cui può essere presa in considerazione la disabilità.
Il quadro del <<ragazzo zoppo>> mette in luce, per esempio, l'atteggiamento positivo che si può adottare nei confronti di una disabilità e di una condizione sociale non favorevole: ritraendo il giovane scugnizzo napoletano con il sorriso e concentrando gran parte della luce proprio sul volto del fanciullo, l'autore riesce a comunicare chiaramente la serenità del soggetto, nonostante la sua condizione, e la solidarietà che prova nei suoi confronti.
Oltre a questo, un altro quadro che mi ha colpito particolarmente è stato quello di Otto Dix, gli "Storpi di guerra". In quest'opera è ripreso un tema che abbiamo affrontato molto nel corso delle lezioni: l'importanza delle protesi; e qui viene sottolineato, con una gran cura nei particolari, quanto le protesi possono aiutare una persona che si è imbattuta in un problema a condurre una vita serena e "normale".
L'opera d'arte è uno strumento attraverso cui si può dar voce al proprio punto di vista su una specifica tematica, su un dato evento, su un particolare.. e le opere visionate e quelle aggiunte nel forum dalle colleghe, a mio avviso, mettono in evidenza diverse prospettive in cui può essere presa in considerazione la disabilità.
Il quadro del <<ragazzo zoppo>> mette in luce, per esempio, l'atteggiamento positivo che si può adottare nei confronti di una disabilità e di una condizione sociale non favorevole: ritraendo il giovane scugnizzo napoletano con il sorriso e concentrando gran parte della luce proprio sul volto del fanciullo, l'autore riesce a comunicare chiaramente la serenità del soggetto, nonostante la sua condizione, e la solidarietà che prova nei suoi confronti.
Oltre a questo, un altro quadro che mi ha colpito particolarmente è stato quello di Otto Dix, gli "Storpi di guerra". In quest'opera è ripreso un tema che abbiamo affrontato molto nel corso delle lezioni: l'importanza delle protesi; e qui viene sottolineato, con una gran cura nei particolari, quanto le protesi possono aiutare una persona che si è imbattuta in un problema a condurre una vita serena e "normale".
Marika Zobel- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 16.12.11
- Messaggio n°232
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Che bello il rapporto che si può creare tra arte e disabilità!!
Il quadro che maggiormente mi ha colpito è stato il ragazzo zoppo di Ribera. Attraverso un semplice fanciullo di basso rango, l'autore ha voluto dare non importanza all'aspetto estetico, ma a quello interiore. Il ragazzo nella sua interezza è posto in primo piano, la sua disabilità in secondo piano. Ciò a voler dimostrare come questo non costituisca un ostacolo, una barriera anzi un qualcosa di contrario, di diverso. Questo quadro mi ha dato una forte emozione. E' bello veder sorridere un bambino nonostante il suo deficit. E sarebbe ancora più bello se ciò accedesse anche nella realtà quotidiana. Troppi giovani oggi non hanno quel sorriso stampato sul viso, quel sorridire che per un momento fa dimenticare le difficoltà della vita. L'autore del quadro non mostra la disabilità come qualcosa di drammatico ma come un qualcosa di meravigliosa e per dimostrare ciò non c'è cosa più bella di un sorriso di un bambino.
Marika Zobel
Il quadro che maggiormente mi ha colpito è stato il ragazzo zoppo di Ribera. Attraverso un semplice fanciullo di basso rango, l'autore ha voluto dare non importanza all'aspetto estetico, ma a quello interiore. Il ragazzo nella sua interezza è posto in primo piano, la sua disabilità in secondo piano. Ciò a voler dimostrare come questo non costituisca un ostacolo, una barriera anzi un qualcosa di contrario, di diverso. Questo quadro mi ha dato una forte emozione. E' bello veder sorridere un bambino nonostante il suo deficit. E sarebbe ancora più bello se ciò accedesse anche nella realtà quotidiana. Troppi giovani oggi non hanno quel sorriso stampato sul viso, quel sorridire che per un momento fa dimenticare le difficoltà della vita. L'autore del quadro non mostra la disabilità come qualcosa di drammatico ma come un qualcosa di meravigliosa e per dimostrare ciò non c'è cosa più bella di un sorriso di un bambino.
Marika Zobel
Ilaria Silletti- Messaggi : 20
Data di iscrizione : 16.12.11
Età : 34
Località : Napoli
- Messaggio n°233
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
il quadro che tra tutti mi ha colpita di più è stato "LA DONNA BARBUTA"; secondo me l'autore lo ha dipinto proprio per destare negli osservatori tanto stupore e tanta meraviglia. Il viso di quella "donna" non è maschile solo per la lunga barba che ha; ma è maschile anche nei lineamenti, come la fronte alta e rugosa, il viso ispido con altrettante rughe e il naso non molto fine; mi ha fatto un grande effetto osservare questo quadro perchè questa figura maschile e femminile al contempo non appartiene alla mia quotidianeità; quel seno sotto un viso di uomo mi ha provocato angoscia, non solo la posizione del seno, che sembra unico, messo al centro del petto e non di lato, ma anche questo connubio inusuale tra viso maschile con barba, e seno, elemento caratterizzante il sesso femminile. Inoltre un altro elemento su cui ho focalizzato la mia attenzione è rappresentato dalle mani, mani che, come il viso, esplicitano i numerosi anni che questa persona ha vissuto; eppure ha in braccio un bambino, anzi un neonato che allatta al proprio seno: strano effetto! Questo è stato il quadro che più mi ha sconvolta e proprio per questo mi ha fatto riflettere sul fatto che la maggior parte delle persone sono abituate ad avere degli ideali standar all'interno del proprio pensiero, la diversità ci spaventa, ci disorienta; e forse è proprio per questo che non riusciamo ancora ad accettare il matrimonio tra due persone dello stesso sesso. (in realtà, però, io il matrimonio tra persone omosessuali lo accetto e come, lo renderei legale da stanotte!)
Ilaria Silletti
Ilaria Silletti
Valentina Viscovo- Messaggi : 10
Data di iscrizione : 03.01.12
Età : 37
Località : Napoli
- Messaggio n°234
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Già nel ‘500 e nel ‘600 mostri, fenomeni della natura, uomini e donne nati deformi, erano visti come prodigi, opera del demonio o semplici fenomeni da baraccone e, come tali, potevano venire esposti nelle piazze a pagamento, per chiunque volesse assistere ai loro "spettacoli" o semplicemente vederli.
Tale era la sorte di uomini e donne nati nani oppure troppo alti, nati deformi, o con altre stranezze ancora. Una tra le prime persone a divenire "famose" fu Barbara Urselin o Van Beck. Lei era la "donna barbuta". Casi simili sono rari, ma non unici e, di certo, molti altri come lei passarono più inosservati, nascosti nelle loro case in solitudine e nella vergogna. Dai molti che la conobbero o la videro solamente era descritta con una "gran barba diffusa su tutto il viso, lunga e fluente. Ma l'immagine che maggiormente mi ha colpita e ho deciso di commentare è stata quella del Ragazzo Zoppo di Josè Ribera.
La tela mostra innanzi tutto la libertà dell'artista di fronte alla trattazione di un tema reso in modo originale e decisamente fuori dalle etichette rappresentative. Difficilmente ad un povero storpio è stata concessa dall'arte tanta dignità e tanto onore, non tanto per essere entrato nei ranghi della pittura, quanto per come vi è entrato.
Ribera osserva il piccolo mendicante come se si trovasse davanti ad un personaggio di alto rango: un condottiero, un sovrano, un grande letterato.
Nel quadro l'artista dedica tutta la scena ad un ragazzo del popolo, che viene messo in primo piano con il suo piede malformato, ciò ci fa notare che il ragazzo nonostante la sua difficoltà fisica non abbandona mai quel sorriso sul suo viso. Significativo è il fatto che Ribera rappresenta la disabilità non attraverso la drammaticità ma attraverso un sorriso, rappresentando così la dignità dell'essere umano.
Tale era la sorte di uomini e donne nati nani oppure troppo alti, nati deformi, o con altre stranezze ancora. Una tra le prime persone a divenire "famose" fu Barbara Urselin o Van Beck. Lei era la "donna barbuta". Casi simili sono rari, ma non unici e, di certo, molti altri come lei passarono più inosservati, nascosti nelle loro case in solitudine e nella vergogna. Dai molti che la conobbero o la videro solamente era descritta con una "gran barba diffusa su tutto il viso, lunga e fluente. Ma l'immagine che maggiormente mi ha colpita e ho deciso di commentare è stata quella del Ragazzo Zoppo di Josè Ribera.
La tela mostra innanzi tutto la libertà dell'artista di fronte alla trattazione di un tema reso in modo originale e decisamente fuori dalle etichette rappresentative. Difficilmente ad un povero storpio è stata concessa dall'arte tanta dignità e tanto onore, non tanto per essere entrato nei ranghi della pittura, quanto per come vi è entrato.
Ribera osserva il piccolo mendicante come se si trovasse davanti ad un personaggio di alto rango: un condottiero, un sovrano, un grande letterato.
Nel quadro l'artista dedica tutta la scena ad un ragazzo del popolo, che viene messo in primo piano con il suo piede malformato, ciò ci fa notare che il ragazzo nonostante la sua difficoltà fisica non abbandona mai quel sorriso sul suo viso. Significativo è il fatto che Ribera rappresenta la disabilità non attraverso la drammaticità ma attraverso un sorriso, rappresentando così la dignità dell'essere umano.
antoniatrotta- Messaggi : 27
Data di iscrizione : 26.12.11
Località : napoli
- Messaggio n°235
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Tra i quadri proposti, quello che ha catturato di più la mia attenzione è stato quello di Otto Dix “Giocatori di skat”.
Il dipinto raffigura tre uomini i quali, malgrado le loro menomazioni, si riprendono la loro vita, svolgendo un’attività che per noi sarebbe forse impossibile da fare senza gli arti superiori. Questo è un altro magnifico esempio di resilienza dell’essere umano, rappresentato, questa volta, però, attraverso un’opera arte.
Inoltre, a mio avviso, la genialità che ha avuto l’autore è stata quella di aver saputo ritrarre l’orrore della guerra e le tragiche conseguenze “fisiche” che per molti uomini ha portato, senza che vi siano raffigurate scene di sangue, immagini di morte e di terrore.
Tonia Trotta
Il dipinto raffigura tre uomini i quali, malgrado le loro menomazioni, si riprendono la loro vita, svolgendo un’attività che per noi sarebbe forse impossibile da fare senza gli arti superiori. Questo è un altro magnifico esempio di resilienza dell’essere umano, rappresentato, questa volta, però, attraverso un’opera arte.
Inoltre, a mio avviso, la genialità che ha avuto l’autore è stata quella di aver saputo ritrarre l’orrore della guerra e le tragiche conseguenze “fisiche” che per molti uomini ha portato, senza che vi siano raffigurate scene di sangue, immagini di morte e di terrore.
Tonia Trotta
MARIA LUCIA FONTANA- Messaggi : 16
Data di iscrizione : 09.01.12
Età : 34
- Messaggio n°236
8.lab. arte e disabilità
Tra i diversi quadri visionati durante la lezione, due sono quelli che mi hanno maggiormente colpito.
Il primo è quello di Otto Dix "GIOCATORI DI SKAT",il quadro ha catturato la mia attenzione soprattutto per la modalità con cui sono rappresentati i tre reduci di guerra mentre giocano a carte. Osservandoli è possibile notare su di loro gli effetti provocati dalla guerra: a partire da sinistra notiamo un soggetto a cui manca il braccio destro e quello sinistro è sostituito da una protesi in legno, al posto della gamba sinistra si trova un bastone di legno scuro e per mantenere le carte usa l'altra gamba, non ha l'occhio destro e per poter ascoltare i compagni si serve di un tubicino inserito nell'orecchio destro e collegato ad un piccolo corno posto sul tavolo. Il soggetto al centro invece, ha parte del cranio ricucita con del filo metallico, non ha nè braccia nè gambe, ha un occhio di vetro e tiene le carte con la bocca. Infine, il terzo soggetto è solo un busto. Tale dipinto mostra l'importanza delle protesi che aiutano il disabile a condurre una vita "normale".
Il secondo dipinto che mi ha colpito è quello di Ribera "RAGAZZO ZOPPO".
L'intento dell'artista è quello di valorizzare non la bellezza esteriore bensì quella interiore, che si manifesta attraverso il sorriso incantevole del ragazzo rappresentato, sorriso che va oltre la sua difficoltà fisica.
MARIA LUCIA FONTANA
Il primo è quello di Otto Dix "GIOCATORI DI SKAT",il quadro ha catturato la mia attenzione soprattutto per la modalità con cui sono rappresentati i tre reduci di guerra mentre giocano a carte. Osservandoli è possibile notare su di loro gli effetti provocati dalla guerra: a partire da sinistra notiamo un soggetto a cui manca il braccio destro e quello sinistro è sostituito da una protesi in legno, al posto della gamba sinistra si trova un bastone di legno scuro e per mantenere le carte usa l'altra gamba, non ha l'occhio destro e per poter ascoltare i compagni si serve di un tubicino inserito nell'orecchio destro e collegato ad un piccolo corno posto sul tavolo. Il soggetto al centro invece, ha parte del cranio ricucita con del filo metallico, non ha nè braccia nè gambe, ha un occhio di vetro e tiene le carte con la bocca. Infine, il terzo soggetto è solo un busto. Tale dipinto mostra l'importanza delle protesi che aiutano il disabile a condurre una vita "normale".
Il secondo dipinto che mi ha colpito è quello di Ribera "RAGAZZO ZOPPO".
L'intento dell'artista è quello di valorizzare non la bellezza esteriore bensì quella interiore, che si manifesta attraverso il sorriso incantevole del ragazzo rappresentato, sorriso che va oltre la sua difficoltà fisica.
MARIA LUCIA FONTANA
Montella Tonia- Messaggi : 21
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- Messaggio n°237
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Il quadro che più ha colpito la mia attenzione è stato quello della ballerina alla sbarra di Botero. Mi ha colpito perchè di solito siamo abituati a vedere ballerine con un certo tipo di fisico, alte, magre,filiformi.Qui invece Botero vuole rappresentare una figura diversa una ballerina paffuta, ed è proprio questa l'innovazione del suo dipinto;è la dimostrazione del detto:"volere è potere", ed è proprio così se una persona nella propria vita vuole una determinata cosa, deve lottare fino alla fine per ottenerla.
MONTELLA TONIA
MONTELLA TONIA
concilio maria domenica- Messaggi : 13
Data di iscrizione : 22.12.11
Età : 33
- Messaggio n°238
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Tra i quadri visti a lezione, quello che ha colto la mia attenzione è stato “giocatori di Skat” di Otto Dix.
Questo quadro raffigura 3 persone, mutilate di guerra, che giocano una semplice partita a carte nonostante ognuno di loro presenta delle protesi che li aiutano a non sentirsi diversi dagli altri. A mio parere, questo dipinto mostra come siano importanti le protesi in quanto permettono a coloro che sono considerasti “diversi” di svolgere qualsiasi attività quotidiana e di condurre una vita proprio come tutti gli altri.
Concilio Maria Domenica
Questo quadro raffigura 3 persone, mutilate di guerra, che giocano una semplice partita a carte nonostante ognuno di loro presenta delle protesi che li aiutano a non sentirsi diversi dagli altri. A mio parere, questo dipinto mostra come siano importanti le protesi in quanto permettono a coloro che sono considerasti “diversi” di svolgere qualsiasi attività quotidiana e di condurre una vita proprio come tutti gli altri.
Concilio Maria Domenica
antoniatrotta- Messaggi : 27
Data di iscrizione : 26.12.11
Località : napoli
- Messaggio n°239
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Anche L'URLO di Munch è un’opera che mi ha sempre colpito in quanto ha una indubbia capacità di trasmettere sensazioni universali. In esso e' condensato tutto il rapporto angoscioso che l'artista Munch avverte nei confronti della vita. L’uomo ha un aspetto sinuoso e molle; più che ad un corpo, fa pensare ad uno spirito. La bocca si apre in uno spasmo innaturale, ed è proprio l’ovale della bocca il vero centro compositivo del quadro: da esso le onde sonore del grido mettono in movimento tutto il quadro, agitano sia il corpo dell'uomo sia le onde che definiscono il paesaggio e il cielo. Restano diritti solo il ponte e le sagome dei due uomini sullo sfondo, i quali sono sordi ed impassibili all'urlo che proviene dall'anima dell'uomo. Essi sono gli amici del pittore, incuranti della sua angoscia, a testimonianza della falsità dei rapporti umani.
L'urlo di questo quadro e' una intesa esplosione di energia psichica; è tutta l'angoscia che si racchiude in uno spirito tormentato che vuole esplodere in un grido liberatorio. Ma nel quadro non c'e' alcun elemento che induca a credere alla liberazione consolatoria; l'urlo rimane solo un grido sordo che non può essere avvertito dagli altri, rappresenta tutto il dolore che vorrebbe uscire da noi, senza mai riuscirci. E così l'urlo diviene solo un modo per guardare dentro di sé, ritrovandovi angoscia e disperazione.
Lo stato d’animo del personaggio può essere paragonato a quello delle persone diversamente abili, in quanto anche loro spesso si ritrovano a vivere in una realtà dove purtroppo la solitudine, l’angoscia e lo smarrimento le assillano.
Tonia Trotta
L'urlo di questo quadro e' una intesa esplosione di energia psichica; è tutta l'angoscia che si racchiude in uno spirito tormentato che vuole esplodere in un grido liberatorio. Ma nel quadro non c'e' alcun elemento che induca a credere alla liberazione consolatoria; l'urlo rimane solo un grido sordo che non può essere avvertito dagli altri, rappresenta tutto il dolore che vorrebbe uscire da noi, senza mai riuscirci. E così l'urlo diviene solo un modo per guardare dentro di sé, ritrovandovi angoscia e disperazione.
Lo stato d’animo del personaggio può essere paragonato a quello delle persone diversamente abili, in quanto anche loro spesso si ritrovano a vivere in una realtà dove purtroppo la solitudine, l’angoscia e lo smarrimento le assillano.
Tonia Trotta
CUOZZO GIUSEPPINA- Messaggi : 16
Data di iscrizione : 22.12.11
- Messaggio n°240
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Ho visionato i quadri dall'area docente, tutti mi sono apparsi interessanti e inquietanti allo stesso momento, tranne quelli dell'artista, pittore e scultore colombiano BOTERO, che avevo già visto in qualche libro. I suoi personaggi sono differenti dalla classica bellezza con forme perfette, e sfidando i canoni della perfezione estetica, ha preferito dipingere forme voluttuose che lo attraevano di piu: uomini, donne con una corporatura enorme, ingombrante eppure sembrano sereni, contenti, muovendosi con leggerezza, con armonia nei loro balli, nei semplici abbracci. Forse perchè si accettano cosi come sono,sembrano felici in questa loro diversità che è presente solo negli occhi li guarda.
Cuozzo Giuseppina
Cuozzo Giuseppina
Ultima modifica di CUOZZO GIUSEPPINA il Sab Feb 04, 2012 9:45 am - modificato 1 volta.
mdavino- Messaggi : 12
Data di iscrizione : 12.01.12
- Messaggio n°241
8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Tra le opere mi ha colpito il "Ritratto della ballerina Anita Berber", anche se dei primi del 1900 è ancora attuale. Come abbiamo già discusso nel laboratorio di estetica del corpo, l'aspetto esteriore è nella società odierna il principale elemento di centralità. Per cui vi è una corsa irrefrenabile per frenare i segni del tempo, legata alla perdita di bellezza. Ciò avviene soprattutto per le persone del mondo dello spettacolo, che prima o poi si ammalano di depressione perchè non si sentono più in grado di apparire!
margheritadauria- Messaggi : 26
Data di iscrizione : 02.01.12
- Messaggio n°242
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
A me piacciono tanto i quadri di Botero, i personaggi sembrano membri della stessa famiglia, catapultati nei vari quadri,tuuti paffuti, in carne e sosprattutto con sguardi enigmatici.
Cristina Ruotolo- Messaggi : 47
Data di iscrizione : 16.12.11
- Messaggio n°243
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
antoniatrotta ha scritto:Anche L'URLO di Munch è un’opera che mi ha sempre colpito in quanto ha una indubbia capacità di trasmettere sensazioni universali. In esso e' condensato tutto il rapporto angoscioso che l'artista Munch avverte nei confronti della vita. L’uomo ha un aspetto sinuoso e molle; più che ad un corpo, fa pensare ad uno spirito. La bocca si apre in uno spasmo innaturale, ed è proprio l’ovale della bocca il vero centro compositivo del quadro: da esso le onde sonore del grido mettono in movimento tutto il quadro, agitano sia il corpo dell'uomo sia le onde che definiscono il paesaggio e il cielo. Restano diritti solo il ponte e le sagome dei due uomini sullo sfondo, i quali sono sordi ed impassibili all'urlo che proviene dall'anima dell'uomo. Essi sono gli amici del pittore, incuranti della sua angoscia, a testimonianza della falsità dei rapporti umani.
L'urlo di questo quadro e' una intesa esplosione di energia psichica; è tutta l'angoscia che si racchiude in uno spirito tormentato che vuole esplodere in un grido liberatorio. Ma nel quadro non c'e' alcun elemento che induca a credere alla liberazione consolatoria; l'urlo rimane solo un grido sordo che non può essere avvertito dagli altri, rappresenta tutto il dolore che vorrebbe uscire da noi, senza mai riuscirci. E così l'urlo diviene solo un modo per guardare dentro di sé, ritrovandovi angoscia e disperazione.
Lo stato d’animo del personaggio può essere paragonato a quello delle persone diversamente abili, in quanto anche loro spesso si ritrovano a vivere in una realtà dove purtroppo la solitudine, l’angoscia e lo smarrimento le assillano.
Tonia Trotta
Anche secondo me " l'urlo di Munch" esprime la solitudine del soggetto nei confronti "del mondo", è per questo è rapportabile alla condizione dei disabili al giorno d'oggi, che continuano a chiedere aiuto, per condizioni di vita migliori con l'abbattimento delle numerose barriere architettoniche che ci circondano. Quell'immagine mi riporta alla mente un bambino autistico che incontrai un giorno a scuola, all'improvviso nel bel mezzo della lezione portò le mani alle orecchie. Forse con quel gesto voleva attirare attenzione ,chiedere aiuto, e chissà anche dire "ci sono anche io qui"!
angelatraettino- Messaggi : 13
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- Messaggio n°244
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Tra i vari quadri che la professoressa ci ha proposto, mi ha colpito molto quello di Botero (La Ballerina). Mi ha subito affascinata ed ha catturato la mia attenzione poiché mi sono per un secondo immedesimata in quel quadro! Mi sono vista al posto della ballerina ed ho pensato: ma allora chiunque potrebbe fare qualsiasi cosa, basterebbe solo crederci! Voglio dire, l'obesità della ballerina e la leggiadria della postura, formano un divertente contrasto e davvero mi portano a pensare che anch'io (che non faccio altro che vedermi goffa) potrei addirittura danzare!
mariabuonincontro- Messaggi : 21
Data di iscrizione : 15.12.11
- Messaggio n°245
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Anche se in questa sezione si dovrebbe parlare di un quadro che più ci ha colpito (di cui già ho fatto) volevo segnalare quanto stasera sia stato bello vedere danzare Simona Atzori a Sanremo. Come sempre Simona non ha deluso le aspettative ma anzi ogni sua performance ci dà l'occasione per poter riflettere sull'arte, sulla disabilità ma soprattutto sulla vita.
Sul palco erano presenti due blocchi: da un lato c'era un violinista che suonava su un blocco da cui uscivano delle braccia; invece su quello dove danzava Simona uscivano delle gambe. Il momento più bello è stato quando entrambi si sono uniti!! L'unione di un'eccellenza nella danza interpretata dalla Atzori con le gambe e un'eccellenza con le mani interpretato da un violinista tedesco. Tutto questo su uno sfondo magico in cui si leggeva questa frase:
"LA DANZA E' LA FORMA D'ARTE CHE PIU' SI AVVICINA ALL'AMORE". Vittoria Ottolenghi.
Sul palco erano presenti due blocchi: da un lato c'era un violinista che suonava su un blocco da cui uscivano delle braccia; invece su quello dove danzava Simona uscivano delle gambe. Il momento più bello è stato quando entrambi si sono uniti!! L'unione di un'eccellenza nella danza interpretata dalla Atzori con le gambe e un'eccellenza con le mani interpretato da un violinista tedesco. Tutto questo su uno sfondo magico in cui si leggeva questa frase:
"LA DANZA E' LA FORMA D'ARTE CHE PIU' SI AVVICINA ALL'AMORE". Vittoria Ottolenghi.