psicopedagogia2011

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Forum didattico del corso di Psicopedagogia dei linguaggi a.a.2011-12 a cura di F. Briganti Stanza di collaborazione del gruppo classe


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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  Luisa Severino Mar Gen 31, 2012 11:06 am

    Un altro quadro che vorrei commentare è: " La donna barbuta " di Ribera. Come altre ragazze anch'io, a prima vista, ho avuto difficoltà a riconoscere una presenza femminile in quel dipinto. Subito dopo, però, la mia attenzione è caduta sul seno e sul bambino. Così ho riflettuto sul fatto che mettere al mondo un bambino e accudirlo rapprensentano delle caratteristiche prettamente femminili. Dunque, per quanto a prima vista (concentrandoci su un livello solo esteriore)ci può sembrare un uomo, quella donna possiede in sè caratteristiche che la rendono donna a tutti gli effetti.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  Martina Ascione Mar Gen 31, 2012 11:32 am

    Vedo che Botero colpisce la maggior parte di noi...forse perchè, come si studia a scuola, "all'artista non interessa la condizione umana, rende i personaggi dei prototipi senza dimensioni morali o psicologiche, senza anima.
    Non provano gioia né dolore, hanno lo sguardo perso nel vuoto o strabico, non battono le ciglia, vedono senza vedere".
    ...e forse anche perchè è nettamente opposto alla realtà e agli standard che la società odierna impone, è uno stravolgimento, anche nel caso della Monna Lisa. Sono affascinata da questo artista.
    Ribadisco, il bello e il brutto sono nella nostra testa! Dimentichiamo spesso che siamo liberi di non accettare gli standard "proposti" dai media.
    Anche le opere di Otto Dix sono molto suggestive. Non conoscevo questo autore ma è incredibile con quanta forza le immagini si impongono ai nostri occhi! Vediamo la "cruda realtà", rappresentata in maniera molto particolare...ho cercato altre sue opere e sono rimasta molto colpita...
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty lab. arte e disabilità

    Messaggio  l.ventre Mar Gen 31, 2012 2:26 pm

    Il quadro che più mi ha colpito è "Lo storpio" di De Ribera. Ha catturato immediatamente la mia attenzione perchè nel momento in cui ci è stato mostrato il mio occhio è caduto subito sul sorriso di quel bambino e solo dopo si è soffermato sul suo deficit. Impressionante è la felicità di quel volto nonostante lo svantaggio vissuto dallo scugnizzo napoletano.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty margheritadauria

    Messaggio  margheritadauria Mar Gen 31, 2012 2:31 pm

    Il quadro di Ribera:“LA DONNA BARBUTA"mi ha impressionato molto.Quella figura mi inquieta abbastanza, non solo per la barba ,ma è tutta la scena un pò surreale,questa donna allatta il figlio senza neanche guardarlo, anzi sembra proprio che la sua mente sia da un'altra parte. E'sconcertante.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty lab3 "arte e disabilità" di Myriam Cocorullo

    Messaggio  Myriam Cocorullo Mar Gen 31, 2012 2:39 pm

    tra i dipinti osservati tre,hanno colpito in particolar modo la mia attenzione ...essi sono: "la venere di Willendolfe" ,la "ballerina di Botero" e "il ritratto della ballerina Anita Berber"; analizzandoli,mi sono resa conto che pur nella loro apparente diversità,questi quadri invitano ad una riflessione comune: la bellezza e la felicità sfuggente della vita,ed il suo evolversi nel tempo. Difatti se andiamo ad osservarli piu da vicino notiamo che, mentre la venere di Willendolfe incarnava nell'età paleolitica il mito della donna feconda,(dunque rotonda) dalla quale nascono e si generano tutte le cose, ne "la ballerina" d Botero" vediamo che questa spiccata "rotondita" non incarna piu il simbolo della donna "madre" ,ma si riferisce ad un'idea di felicità e salute corporea della ballerina.....salute che viene a mancare nel terzo dipinto raffigurante la ballerina "Anita Berber" la quale differentemente dalle 2 donne precedenti, sembra quasi rispecchiarsi nell'autoritratto della donna "drogata e con problemi di salute" andando cosi a rappresentare il simbolo moderno dell'incontro tra eros e thanatos. questa semplice osservazione mi è stata molto utile perche mi ha consentito attraverso un semplice esercizio di capire che ogni piccola cosa appartenente a questo mondo puo essere vista da una luce diversa, e soprattutto ciascuno di noi vede e analizza l'altro non per quello che realmente è ma per cio che appare...la nostra è dunque una società "fantasma",una società astratta basata sulle apparenze...occorre percio stabilire un confronto con essa,perche conoscendo gli altri conosciamo in primo luogo noi stessi..questo ci fa capire ancora di piu quale sia l'obiettivo di questo forum Very Happy
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  pierobovenzi Mar Gen 31, 2012 2:54 pm

    Premesso che di arte non me ne intendo volevo soffermarmi, tra i vari dipinti che ci sono stati illustrati, su quello di Botero della ballerina alla sbarra. La tecnica usata dall'artista nel dipingere i suoi soggetti mi attira particolarmente. In quest'opera è rappresentata una ballerina alla sbarra, durante una lezione di danza classica. Noi tutti ci aspetteremmo un corpo esile,aggraziato; e invece ci troviamo davanti agli occhi una ballerina buffa e grassoccia. Oltre all'estetica, questo dipinto mi colpisce perchè ha secondo me un senso piu' profondo. Cio' che vedo io è una persona che non si cura dei giudizi degli altri ed anche se diversa dalla massa è intenta lo stesso nel compiere il suo interesse, un po' come dovremmo essere tutti noi che invece spesso diamo retta troppo ai giudizi delle persone..
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    Messaggio  mariasignoriello76 Mar Gen 31, 2012 3:09 pm

    Il corpo è sempre stato “oggetto di studio”, di attenzione nei diversi settori/ambiti della vita e oggi, ancor più di prima.

    Ritornando ai dipinti visti in aula, mi rendo sempre più conto che l’arte è uno strumento, una modalità alternativa per comunicare il proprio modo di pensare , di denunciare le problematiche sociali attraverso rappresentazioni estreme. L’arte viene sempre più utilizzata per esprime se stessi e la profondità dei sentimenti, non senza ironia.

    Il dipinto che più mi ha colpito è quello della “donna barbuta”, la prima cosa che ho guardato è stato il suo volto proprio per trovare rispondenza al titolo dell’opera, tanto da non riuscire subito a distinguere il suo seno che allattava.
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    Messaggio  cristinamallardo Mar Gen 31, 2012 3:16 pm

    Dix_il_fiammiferaio: quest'opera mi colpisce tanto. Quest'uomo senza braccia e gambe, abbondanato a se stesso tra l'indifferenza della gente che gli passa accanto, con occhiali che non permettono di capire la sua espressione. Che bello scoprire che anche l'arte rispecchia la realtà e non è solo bellezza e perfezione
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    Messaggio  alessialandino Mar Gen 31, 2012 3:17 pm

    Tra i quadri in rassegna a lezione, mi ha particolarmente colpito “L'urlo”, una delle opere più note di Munch.
    La prima impressione che ho avuto guardando quest’opera è di angoscia. Attraverso la forma ed i colori quest'opera riesce a trasmettere una sensazione. Colori irreali, contrastanti, contorni dissolti, forme indefinite sembrano emergere dalla dimensione del sogno. In qualche modo mi è venuta naturale l’associazione con il disabile, è come se l’uomo che urla rappresentasse l'improvvisa e istintiva reazione dell'uomo che scopre la tragicità del suo esistere.
    Tra l’altro le sagome dei due uomini sullo sfondo ben esprimono l’indifferenza e la sordità all’urlo che proviene dall’anima dell’uomo. L’urlo rimane solo un grido sordo che non può essere avvertito dagli altri ma rappresenta tutto il dolore che vorrebbe uscire.
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    Messaggio  tiziana de rosa Mar Gen 31, 2012 3:41 pm

    Il quadro della ballerina di Botero è quello che ha maggiormente attirato la mia attenzione.
    Sicuramente l'immagine del corpo della ballerina è molto diverso rispetto ai canoni delle ballerine attuali, specie di quelle che vediamo in televisione. Malgrado l'aspetto fisico però si nota la sua passione per la danza. La danza è un'espressione di libertà, è un comunicare attraverso il corpo, comunque esso sia fatto.

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    Messaggio  simonabalestrieri Mar Gen 31, 2012 3:56 pm

    benedettabonifazi ha scritto:
    Stefania De Lucia ha scritto:Oggi non ero a lezione ma ho visionato il materiale nell'area docente.

    Scorrendo le slide ho visto la Venere di Willendorfe e questo mi ha riportato indietro nel tempo. Ricordo che alle scuole medie, la mia insegnante di italiano aveva attaccato al muro questa immagine e spesso riferendosi ad essa ci incoraggiava a non inseguire sempre e comunque la perfezione nei compiti, nei voti e anche nella vita. Ci diceva:" Le donne grasse e poco perfette sono nate di certo prima delle modelle...come potete constatare voi stessi visto che questa statua risale al paleolitico. Di sicuro prima nessuno aveva problemi di linea!"

    Mi ha molto colpito la ballerina di Botero. Il contrasto tra l'immagine di ballerina che abbiamo noi in mente e quella dipinta da Botero può lasciare perplessi i più. Eppure guardandola mi trasmette una certa allegria perchè in fondo tutti possiamo fare tutto...basta volerlo.

    Ho trovato altri dipinti di Botero...

    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Botero128. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Botero13







    al primo impatto queste immagini possono sembrare buffe...le donne rappresentate non rappresentano l'ideale di bellezza estetica che siamo soliti notare! tali donne ci possono sembrare brutte!!!. Secondo la "cultura" dei giorni il BELLO lo si ottiene solo nella "perfezione" estetica.Persone,come quelle rappresentate da Botero,oggi si potrebbero sentire escluse dalla società.
    Come si può notare le donne rappresentate da Botero si cimentano in danze particolari, come la danza classica. Questo è un paradosso se si pensa che tale danza prevede un fisico magro!!


    Anche io come alcune mie college sono rimasta molto colpita dall'ideale di bellezza estetica proposto da Botero, per il suo anticonformismo poichè attraverso le sue tele, esprime l'annullamento dell'anoressia e una propensione per la sproporzione delle quantità, proteso all'obesità.
    Nel suo modello estetico di bellezza femminile Botero rappresenta i suoi personaggi in performance che richiedono, peraltro, un rigoroso controllo del corpo come ad esempio nella danza classica.
    Eppure proprio in queste azioni con grande abilità questo autore è stato capace di farmi percepire paradossalmente la leggerezza e l'armonia dei corpi capaci di esprimere un piacere estetico nel fruitore che li osserva.
    Simona Balestrieri
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty Lab. Arte e disabilità

    Messaggio  simonabalestrieri Mar Gen 31, 2012 4:10 pm

    Un'altra opera che mi ha molto colpita è: "La donna barbuta", non conoscevo quest'opera di Ribera che mi ha letteralmente stupita, in quanto anche rifacendomi al titolo mi aspettavo altro, o meglio un dipinto che esprimesse la dolcezza della maternità e ancor più nel momento in cui una donna allatta il proprio figlio(forse anche perchè sono una neo-mamma che sta ancora allattando il suo bambino). Ed invece con stupore i caratteri somatici della donna sono prevalentemente maschili. Dunque credo che la scelta di questo pittore di voler documentare questo caso, per farlo conoscere a tutti, sia stato un gesto coraggioso per l'epoca.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  Imma Rispoli Mar Gen 31, 2012 4:19 pm

    Tra i molti quadri che mi hanno colpito vi sono sicuramente i quadri di Botero, un pittore che già conoscevo e che mi piace molto, e il dipinto di Ribera "La donna barbuta". si tratta di un quadro che rappresenta una donna che allatta, un'immagine molto dolce e simbolo della donna. La particolarità (e la diversità?) è che la donna è raffigurata con una folta barba e con il torace peloso.
    Un dipinto che mi ha spiazzata molto; anch'io all'inizio credevo che fosse un uomo e solo dopo ho capito che era una donna.
    Appare ancora evidente il "filo rosso" che lega il nostro corso/percorso: il rapporto tra "normalità" e "diversità". LA donna fa un gesto comune a moltissime donne, normale direi, ma ha la barba e il petto pieno di peli.
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    Messaggio  antonellaguida Mar Gen 31, 2012 4:26 pm

    Il quadro che principalmente mi ha colpito e mi ha fatto pensare è “ragazzo zoppo” di Ribera. Questo dipinto ha catturato la mai attenzione perché dato il titolo la cosa che mi aspettavo era vedere in risalto il ragazzo,appunto zoppo,invece guardando il quadro quello che mi aspettavo è sparito..ho visto a primo impatto un volto di un bambino e ciò che principalmente traspare è la bellezza di un sorriso e non la menomazione disegnata in modo tragico e trovo proprio significativo e anche educativo che la disabilità non è vista in modo drammatico e non emergono sensazioni di dolore ma un atteggiamento che trasmette positività a tal punto che,per chi osserva il deficit passa in secondo piano!! Smile

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    Messaggio  Diana Cataldo Mar Gen 31, 2012 5:45 pm

    Non è questo il luogo adatto, ma volevo comunque condividere con voi questa notizia:

    Hostess a dieta forzata, è polemica
    http://d.repubblica.it/argomenti/2012/01/31/news/meridiana_protesta-825424/

    Trovo sia una cosa assurda e mortificante, che si collega al discorso che abbiamo fatto in aula sui modelli di riferimento delle donne occidentali, oppresse dall'obbligo di "entrare" nella taglia 42. A proposito di questo argomento consiglio questo link, che fa riferimento a Fatema Mernissi, l'autrice di cui ci parò la Prof.

    http://www.donnamed.unina.it/velo_opi03d.php
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    Messaggio  marilenacacciapuoti Mar Gen 31, 2012 5:54 pm

    La nana in “Las Meninas” di Velázquez (1599-1660)
    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 La_nan10

    Ho trovato interessante anche questo quadro, in quanto credo che la presenza della nana sia utile a Velazquez per dare risalto alla bellezza della bambina, che occupa il centro della scena: essendo i due soggetti, infatti, della stessa altezza, viene quasi spontaneo mettere a confronto questi due personaggi.
    Ecco, secondo me, un caso in cui, l’artista si serve strumentalmente e negativamente della rappresentazione della “disabilità”, per mettere in risalto la bellezza, considerata secondo i canoni tradizionali.

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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) - Pagina 7 Empty Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

    Messaggio  NatalinaReccia Mar Gen 31, 2012 5:55 pm

    Da un primo sguardo al quadro della donna barbuta, mi è riuscito difficile credere che il personaggio con in braccio il bambino fosse una donna, ma analizzando bene il quadro mi sono resa conto che questo personaggio fosse effettivamente una donna in quanto allattando il proprio figlio esprime il concetto di maternità quale prerogativa del tutto femminile. Mi ha colpito molto il dramma della donna virile e l'amara rassegnazione del marito espressi con commovente intensità. Ancora una volta siamo di fronte ad un esempio di come la diversità non ostacola lo svolgimento di una vita normale e che la bellezza interiore può essere di gran lunga superiore di quella esteriore.

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    Messaggio  marialaura de marco Mar Gen 31, 2012 6:14 pm

    Mi ha molto colpito il rapporto tra arte e disabilità che, prima d'ora,
    forse per una mia superficialità nell'osservare le opere d'arte non avevo
    mai notato . Ed invece è cosi bello notare come
    anche attraverso questo strumento (un quadro) si possano trasmettere
    tante emozioni e sensazioni tanto da raggiungere chiunque fosse dall'altra parte .
    Attraverso una ricerca ho potuto carpire come fin dall'antichità sia nella mitologia
    che nell’arte fosse molto frequente descrivere e rappresentare deformazioni
    che facevano riferimento a vere e proprie patologie, come dimostrano
    diversi studi. E ciò non avveniva per ridicolizzare questi ma ,a volte , per mettere
    in risalto tante altre loro qualità . Così avviene anche nell'opera del De Ribera in
    cui "anche lo storpio sorride". Esso è uno scugnizzo napoletano e il Ribera vuole lodarne
    la gaiezza nella sventura, dichiarando la propria solidarietà.
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    Messaggio  robertamaddaloni Mar Gen 31, 2012 7:16 pm

    Sono sempre più convinta che il nostro modo di pensare e di agire sia influenzato dalla miriade di input e di informazioni che percepiamo attraverso i mass media.
    La televisione, internet, la stampa, sono mezzi che ci danno non solo informazioni utili, ma ci spingono verso modelli da seguire.
    E qui nasce l’omologazione, ovvero uno dei risvolti negativi di un processo di modernizzazione che non accenna a finire.
    Ho scelto l’opera di Botero, Monnalisa, ed incuriosita sono andata a cercare altre sue opere, ho subito notato una caratteristica della sua pittura, cioè l'insolita dilatazione che subiscono i soggetti delle sue opere, che acquistano forme insolite, irreali.
    Sembra che l’autore voglia mostrarci un altro aspetto di tutte le cose, come se volesse mostrarci due aspetti di una medaglia.

    Dalle sue parole “Credo che l'arte debba dare all'uomo momenti di felicità, un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana..”

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    Messaggio  liviazampella2 Mar Gen 31, 2012 8:15 pm

    Tra i vari quadri presentati dalla professoressa, quello che maggiormente mi ha colpito è quello di Ribera il “Ragazzo Zoppo”.Nel dipinto Ribera dedica la scena a un ragazzo del popolo rappresentato, come sovrano o condottiero.L’autore è riuscito a dare molta più importanza alla parte interiore del ragazzo zoppo ,evidenziando il suo sorriso che irradia e trasmette voglia di vivere.Spesso ci soffermiamo all'apparire,cosa sbagliatissima dovremmo invece molto più soffermarci sui valori umani e valutare la sfera interiore.
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    Messaggio  emiliabuoninconti Mar Gen 31, 2012 8:42 pm

    Anche se non ero a lezione, perchè impegnata in un incontro di tirocinio, ho visionato il materiale nell'area docente.

    Tra i quadri visionati quello che ha catturato maggiormente la mia attenzione è stato il quadro "Ragazzo zoppo" di Ribera.
    Si nota chiaramente che l'autore pone in secondo piano l'aspetto esteriore per esaltare, invece, quella che è la bellezza interiore del soggetto, il quale nonostante la sua difficoltà fisica non rinuncia ad ostentare un sorriso. Un sorriso che rappresenta la voglia di vivere, di non arrendersi e di combattere dinanzi alle difficoltà.
    Il messaggio che Ribera vuole trasmettere è molto significativo. Egli, infatti, ci mostra la disabilità sotto un altro punto di vista, la spoglia della sua drammaticità, che molto spesso, purtroppo, è più forte e sentita in chi la osserva, piuttosto che in chi la vive.


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    Messaggio  MARIA PETRILLO Mar Gen 31, 2012 9:52 pm

    Nel dipinto "Ragazzo zoppo" il pittore si è soffermato sullo stato d’animo del giovane,raffigurandolo con uno splendido sorriso.
    Secondo me il messaggio che il pittore vuole trasmetterci è CHE OGGIGIORNO CI SONO MOLTE PERSONE CHE SI LASCIANO ABBATTERE DAI PICCOLI PROBLEMI E PER QUESTO NON SORRIDONO ALLA VITA, RISPETTO AD ALTRE CHE HANNO TANTA VOGLIA DI SORRIDERE ALLA VITA PUR AVENDO DEI DISAGI...
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    Messaggio  chiaraciccarelli Mar Gen 31, 2012 10:00 pm

    Tra i quadri di Ribera quello che più mi ha colpito è “il ragazzo zoppo”. Protagonista è dunque un giovane ragazzo , povero , mal vestito e con un piede deformato. Ai miei occhi però questo aspetto viene meno , ciò che mi cattura è il sorriso del ragazzo che sembra andare al di la della sua condizione sociale e delle sue difficoltà. Il sorriso del ragazzo esprime spensieratezza , serenità e i suoi occhi mi appaiono furbi connotati questi che sembrano “nascondere” il piede malformato del giovane e dunque la drammaticità del quadro stesso. Tutto rimanda al sorriso , sembra che il ragazzo ci guardi e dica : “le mie difficoltà non mi impediscono di ridere , io sono felice !”
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    Messaggio  Luciana Palumbo Mar Gen 31, 2012 10:04 pm

    Credo che l'arte sia uno degli strumenti migliori per esprimere qualsiasi tipo di 'bellezza', in fondo pensiamo ai quadri di Picasso, che rappresentano figure in modo 'distorto' e possono far esclamare un 'che brutto' o un 'meraviglioso'.
    L'arte mette in evidenza quanto la bellezza sia puramente soggettiva, io trovo davvero bello il ragazzo zoppo di Ribera con le sue fossette e il suo sorriso. In questo dipinto la luce si sofferma sul viso ridente del ragazzino, di sfuggita sulla malformazione del piede, quasi a volerla celare.
    Vorrei anche ricordare i quadri dei nani di un pittore che adoro, Velazquez, rappresentava questa categoria di persone derise da tutti, senza esprimere nessun tipo di giudizio,in modo 'umano'.
    Nell’antichità figure con deformità fisiche, ad esempio nani,erano divinità protettive o di fertilità. Le più antiche immagini risalgono ad esempio all’epoca egizia, testimoniano che le menomazioni mentali o fisiche nella cultura egizia non erano considerate come difetto.
    La venere di Willendorf mi ha da sempre affascinata, anche perchè in verità mi ricorda molto quel modo di fare napoletano dove 'grassottello vuol dire in salute' (soprattutto in riferimento ai bambini!), la fertilità, la salute, vengono incarnate attraverso un modello di donna che adesso ci appare 'anormale', eppure i greci con le loro opere esprimevano un concetto opposto di bellezza come corpo perfetto. Nella stessa Grecia non dimentichiamo Sparta, e l'atroce destino che spettava ai bambini spartani nati deformi che venivano gettati da una rupe.
    Facendo una ricerca, spinta dal dipinto del mendicante, ho scoperto che anche nell'arte religiosa le persone con handicap, i mendicanti zoppi, erano utilizzati solo per mettere in risalto la figura rilevante.
    Con la fine dell’Ottocento il senso estetico nell'arte ha subito cambiamento dovuto ad una nuova concezione di vita; anche la prima guerra mondiale nell’arte le persone con deformazioni vengono sostituite da persone invalidate dagli eventi della guerra. Le persone con handicap vengono usate da persone “normodotate” per denunciare una situazione sociale e politica insostenibile, come ad esempio nei dipinti di Dix.
    Possiamo affermare che ogni spettatore comprende un’opera tramite la propria mentalità, tramite i canoni dettati dall’epoca in cui vive.
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    Messaggio  robertariccio Mer Feb 01, 2012 12:23 am

    Vorrei esprimere una mia riflessione collegandomi al laboratorio “estetica del corpo”.
    Nel laboratorio “estetica del corpo”, ho potuto osservare come il cercare di conformarsi a un unico modello di bellezza, a volte possa trasformarsi in qualcosa di mostruoso.
    In questo laboratorio, che abbiamo deciso di nominare arte e disabilità, ho potuto invece notare come la disabilità , paragonata a volte alla “ mostruosità”, sia divenuta soggetto di un’opera d’arte, sinonimo di bellezza e di qualcosa che merita la nostra ammirazione.
    Queste due lezioni mi hanno aiutato a capire che se guardo le cose da più prospettive, queste mi appariranno più simili a quello che sono nella realtà.

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