psicopedagogia2011

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Forum didattico del corso di Psicopedagogia dei linguaggi a.a.2011-12 a cura di F. Briganti Stanza di collaborazione del gruppo classe


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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)

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    Messaggio  Admin Gio Gen 26, 2012 12:27 pm

    inserisci qui il tuo commento ad un quadro visionato in aula
    lezione presente in area docente
    la docente


    Ultima modifica di Admin il Mar Gen 31, 2012 10:11 am - modificato 2 volte.
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    Messaggio  Cristina Ruotolo Gio Gen 26, 2012 3:28 pm

    Tra i quadri presentati dalla prof quello che ha catturato di più la mia attenzione è stato il quadro di Ribera:"Ragazzo zoppo".
    Quello che subito mi è venuto in mente guardando il quadro in riferimento è che Ribera osserva il piccolo mendicante come se si trovasse di fronte ad un personaggio di alto rango: un condottiero, un sovrano, un grande letterato e permette quindi di osservarlo nelle sue diverse peculiarità.. Sicuramente quello che ho apprezzato di più all'intero del dipinto è il fatto che questo ragazzo nonostante non risponda ai canoni di bellezza sfoggia un sorriso da far invidia, per me dimostra una grande forza nei confronti della sua “sventura”(quella di essere zoppo) , riesce a sorridere annullando, con tanta cordialità la sua diversità. Difficilmente ad un povero storpio è stata concessa dall'arte tanta dignità e tanto onore...a questo punto mi chiedo: "perchè nella vita reale non ci impegniamo affinchè accada questo? Perchè quando si incontra un ragazzo disabile siamo sempre pronti ad additarlo, ad appartarci con una nostra amica e bisbigliare:"Poverino!" Sono persone come noi, più sfortunate questo sì, ma degne di condurre una vita normale, di non suscitare in noi pietà e compassione, di non guardarle con occhi diversi.
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    Messaggio  Cristina Ruotolo Gio Gen 26, 2012 4:45 pm

    Anche l’altro quadro di Ribera “LA DONNA BARBUTA” è molto interessante… ritrae una donna intenta ad allattare il figlio, munita però di una faccia totalmente virile, di una folta barba e di un torace egualmente peloso, con tutta sincerità quando l’ho visto in aula ero convintissima che fosse un uomo, poi guardando bene mi sono resa conto che avesse il seno. Quello che mi ha colpito è l’oscurità densa e drammatica che avvolge i due coniugi, il volto rassegnato del marito che è raffigurato con toccante intensità, la fisionomia dei coniugi. Un altro particolare che ho notato, è stato la posizione decentrata del seno della donna… Personalmente sono rimasta incredula di fronte a quest’ opera in quanto nell’ aspetto fisico non sono riuscita a trovare un aspetto femminile, tranne che per il bambino al seno della mamma e mangia beato incurante dell’ aspetto di quest’ultima nonostante incute un po’ di timore… ma la bellezza di questo quadro sta proprio nell’ allattamento, un’ azione del tutto femminile alla base della maternità. Viene messa in risalto secondo me la bellezza “interiore” della donna, del suo forte sentimento di attaccamento, di amore che prende vita nel sentimento di una mamma nei confronti del proprio figlio. Il messaggio di questo quadro è proprio GUARDARE OLTRE L’ASPETTO FISICO! Navigando in rete ho trovato la storia di una donna simile a quella dipinta da Ribera: la donna barbuta di Ginevra

    ]http://1.bp.blogspot.com/_gkC4o-8FLfc/TDt73HsjqEI/AAAAAAAAC54/kJ5v04mdB_k/s1600/Josephine+Clofullia,+la+donna+barbuta+di+Ginevra.jpg[img]


    Ultima modifica di Cristina Ruotolo il Ven Feb 03, 2012 10:40 am - modificato 2 volte.
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    Messaggio  Mariella Tramontano Gio Gen 26, 2012 5:23 pm

    I quadri di Ribera mi hanno spinto ad andare a cercare le motivazioni sottese a tali realizzazioni artistiche.. leggo che sono parte di una serie di "quadri di genere" commissionati dalla borghesia che,quasi a conforto della propria normalità,chiedeva che venissero raffigurate le aberrazioni della natura umana.Ammutolisco e penso.
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    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) Empty Ribera " Ragazzo zoppo"

    Messaggio  Stefania Montanaro Gio Gen 26, 2012 5:47 pm

    Nel barocco accanto ai dipinti con motivi religiosi o mitici si affiancano anche le pitture di genere. Sono dipinti che rappresentano scene popolari e crude, che erano anche molto ricercate perché rassicuravano la gente benestante. Il dipinto di Ribera “ Ragazzo con piede torto” è del 1642, fu commissionato dal principe Stigliano di Napoli. La luce ricade sul viso ridente del ragazzino , di sfuggita sulla mano ritorta e sulla mano con il foglio di richiesta dell’ elemosina e infine sulla malformazione del piede aumentando l’ intensità.
    Alcuni critici vedono in quest’opera l’ assenza di sensibilità umana nel pittore verso il ragazzino, piuttosto preso da una curiosità quasi morbosa e da pietà superficiale .L’interpretazione che invece da partenopei mi viene da attribuire, anche in relazione a ciò che è emerso durante il corso, è quella che vede lo “spagnoletto” come esempio del napoletano dotato di carattere resiliente. Se infatti per resilienza si intende “ l’ attitudine di un individuo a reagire e a far fronte a situazione di forte disagio”, tale termine può assumere diverse connotazioni a seconda dei contesti di riferimento. In questo caso io oserei attribuire al ragazzo ritratto la resilienza intesa come capacità di adattamento passivo : ciò significa senz’altro evitare ogni tipo di atteggiamento vittimistico, ma guardare alla diversità con accettazione “dedicandoci ad altro”.
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    Messaggio  Stefania Montanaro Gio Gen 26, 2012 5:50 pm

    “Milano Otto Dix visse settantotto anni e dipinse per più di sessanta in un tempo che più d' ogni altro vide accavallarsi movimenti e tendenze, squillare manifesti e incrociarsi messaggi e influssi. Lui quel che c' era l' attraversò tutto, con la curiosità e vitalità che gli era propria, senza mai perdere identità.”
    Nel dipinto “ Giocatore di Skat “ è sconvolgente come ad un primo sguardo non riusciamo a cogliere i dettagli , numerosissimi e curati minuziosamente dall’ autore. Però siamo certi emotivamente che, seppur non distinguiamo i dettagli, quello che ci viene mostrato non ci piace, ci spaventa, ha il gusto dell’orrido.
    Dix era convinto che la verità delle cose la si cogliesse nella prima impressione che suscitano: è un' istantanea rivelazione che non dura né si ripete. In questa opera, piena di risentimento, ma valida testimonianza , lui dipinge ciò che vede : il mondo che è stato fatto, ciò che gli uomini hanno fatto agli altri uomini.
    Nello specifico ritrae tre reduci di guerra, impegnati in una scena di vita quotidiana. Tale scelta cela uno specifico intento comunicativo: coloro che sono ai margini della società non sono altro che persone perfettamente uguali alle altre che hanno gusti e attività comuni. Non vorrei entrate troppo nel descrittivo , mi piacerebbe piuttosto cogliere con un unico sguardo l’idea che c’è dietro:l’uomo anche senza braccia può continuare a giocare perché escogita il sistema di utilizzo della gamba ( anticipando cioè che abbiamo visto fare dall’ Atzori). Ognuno dei tre, ciascuno nella propria condizione, si ribellano al disagio, risultando fortemente integrati.

    Dalla guerra Dix tornava, più che disgustato o ferito, scandalizzato: per l' insensatezza del macello e per l' abiezione, il dolore, lo spreco mostruoso di vita e di destini che ne scaturivano. Non meno lo scandalizzava la scena quotidiana di quel dopoguerra tedesco, con le sue strade piene di mutilati ridotti all' accattonaggio, di prostitute per fame, di nuovi ricchi arroganti e viziosi, e d' altre esibizioni di ingiustizia, prepotenza, degradazione inflitta o subita. "Scandalizzato" è forse improprio, ma dice meglio che "indignato" la qualità del sentimento; perché l' indignazione esclude la partecipazione, mentre Dix si sentiva non estraneo e giudice, ma coinvolto, e interamente, in quel letamaio: non solo vulnerato, ma sporcato, magari senza colpa ma sporcato, anche lui come gli altri.
    da un articolo di Fabrizio Dentice


    Personalmente credo che a seguito delle guerre mondiali si è realizzato un enorme cambiamento riguardante il sentire collettivo. Se da una parte la società cerca di riprodurre gli schemi sociali dominanti prima delle guerre, dall’ altra spinte di emancipazione proveniente da diverse parti lo impediscono . Stiamo parlando infatti di un arco temporale lunghissimo, durante il quale le varie generazioni hanno maturato convinzioni e consapevolezze diverse, tra cui quella di poter svolgere ruoli da cui tradizionalmente erano esclusi . Era l’inizio della rivoluzione per le donne che avevano amministrato la casa supplendo all’ assenza dei mariti in guerra e degli stessi disabili-invalidi di guerra che vengono osannati per aver dato un pezzo del loro corpo per la patria …
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    Messaggio  benedettabonifazi Gio Gen 26, 2012 5:51 pm

    Tra i quadri presentati quello che ha catturato di più la mia attenzione è stato il quadro "Ragazzo zoppo" di Ribera. Come si può notare, l'artista dedica tutta la scena ad un ragazzo del popolo rappresentato da una posizione ribassata.
    Il bambino è posto in primo piano. Il suo piede è posto in secondo piano in quanto l'autore non da imporanza all'aspetto esteriore.....egli pone in primo piano la bellezza interiore manifestata dal sorriso del ragazzo,nonostante la sua difficoltà fisica.
    Nel guardare il quadro il ragazzo mi ha trasmesso emozioni positive in quanto nonostante il suo essere zoppo sorride alla vita! Il suo è un sorriso che rappresenta l'idea di voglia di vivere e di non arrendersi alle difficoltà della vita.Molti giovani sono infelici,perchè desiderano avere sempre più cose materiali, mentre dovrebbero saper godere di quello che possiedono e non chiedere sempre di più!!. Ci si dovrebbe soffermare sui valori umani, perchè un sorriso ,come nel caso del protagonista del dipinto,credo valga molto più di qualsiasi cosa materiale.
    Trovo significativo il messaggio che l'autore vuole trasmettere. Egli, infatti, rappresenta la disabilità non attraverso la drammaticità ma attraverso un sorriso e la dolcezza della fanciulezza.




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    Messaggio  rosagracco Gio Gen 26, 2012 5:58 pm

    [img]8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) Immagi10[/img]

    I dipinti che ci sono stati presentati propongono il tema della disabilità e della diversità nell'arte. E’ un rapporto straordinario quello tra disabilità ed attività artistiche. Ho scelto il quadro di Otto Dix “Giocatori di skar” perché comunque ci fa capire l’ importanza delle protesi, argomento da noi studiato, che permettono di condurre una vita "normale"... Aiutano il disabile a sentire, a muoversi(ricordiamo il caso di Pistorius), a non estraniarsi dalla società ,a fare semplici cose come giocare una partita a carte. Questo quadro rappresenta tre militari dopo il primo conflitto mondiale; inizialmente non avevo notato i particolari (mi sembrava un dipinto astratto) poi analizzandolo in classe possiamo notare gli effetti che la guerra ha prodotto su di loro: a partire da sinistra il primo, al quale manca il braccio destro e quello sinistro è stato sostituito da una protesi in legno; Al posto della gamba sinistra si ritrova un bastone di legno nero e usa quella destra per tenere le carte; e per poter sentire i compagni è costretto a ricorrere ad un tubicino inserito nell'orecchio destro che è collegato ad un piccolo corno sul tavolo e non ha l'occhio destro. Il secondo, al centro, ha una parte del cranio ricucita con del metallo; non ha nè le braccia, infatti tiene le carte con la bocca, nè le gambe, diventate due bastoni di legno nero; parte della mandibola è di ferro ,ha un occhio di vetro e ha una placchetta metallica all'orecchio sinistro. Il terzo, sulla destra, è solo un busto con una protesi di legno al posto del braccio destro; ha perso sia il naso che la mandibola, sostituita da una metallica. I soggetti dell'opera sono distrutti e trasfigurati dalle conseguenze della guerra , i volti inespressivi e i corpi aggrovigliati creano un caos e un disordine innaturale infatti vediamo come in uno spazio piccolo che comprende tre soldati , le componenti si confondono per la presenza di molti colori accesi e davvero tanti particolari.

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    Messaggio  bruna88 Gio Gen 26, 2012 6:01 pm

    Cio' che mi ha piu' colpito e' stato il quadro del ragazzo zoppo....L'importanza da parte dell'artista non rivolta all'aspetto esteriore,bensi' a quello interiore che sfocia verso l'esterno tramite un sorriso incantevole...Cio' dovrebbe essere un esempio per tutti i giovani di questo tempo che sembrano sottovalutare la sfera interiore per agevolare quella esteriore,cioe' la bellezza!!!
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    Messaggio  benedettabonifazi Gio Gen 26, 2012 6:28 pm

    ho sempre saputo il detto "donna barbuta sempre piaciuta" ma non avrei mai immaginato che ci fosse un quadro che ritraesse una donna barbuta!!!
    Anche il messaggio trasmesso dal quadro" La Donna Barbuta" l'ho trovato molto profondo. Esso rappresenta una donna intenta ad allattare suo figlio. La donna è rappresentata con una folta barba e un torace peloso da cui sporge una mammella. Alle spalle è raffigurato il volto rassegnato del marito.Ciò che ritrovo in quest'opera è la dualità diversità/normalità, molte volte trattata sul forum.In questo quadro, il pittore rappresenta la donna come diversità... in contrasto con la normalità.La barba,infatti, è una caratteristica maschile. Ciò implica un distacco dall' idea comune della donna soprattutto per come è percepita oggi.La donna,infatti, da sempre simbolo di bellezza e di maternità,si trasforma nel quadro, in una persona brutta...perchè ha caratteristiche diverse rispetto alla nostra concezione di normalità....Ed è proprio questo che accade nella società di oggi dove la bellezza è standardizzata attraverso canoni condivisi e la diversità è discriminata!!!
    Nonostante l'aspetto esteriore, la donna allatta il proprio figlio, sottolineando l'aspetto materno. Anche in questo quadro, penso che l'autore abbia voluto mettere in primo piano,nonostante l'aspetto esteriore, la vera essenza della donna.
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    Messaggio  Adriana Capuano Gio Gen 26, 2012 6:42 pm

    Tra i quadri proposti,quello che ha catturato di più la mia attenzione è stato il quadro di Ribera, "Ragazzo zoppo".
    A mio avviso, il messaggio che si vuole trasmettere, è veramente significativo: si vuole rappresentare la disabilità non essendo drammatici nella raffigurazione ma riuscendo a trasmettere una voglia di vivere che spesso e volentieri i "più fortunati" non hanno, attraverso il sorriso prorompente di un ragazzo del popolo in posizione ribassata. Diventa quindi la spensieratezza e la dolcezza della fanciullezza, attraverso il sorriso del bambino, il nucelo centrale del dipinto.
    Nel dipinto, il bambino è posto in primo piano, l'autore vuole dare importanza, vuole mettere in primo piano, la bellezza interiore, quella dell'anima e tale bellezza viene rappresentata da un sorriso che vuole andare oltre la difficoltà fisica che caratterizza il bambino, infatti il suo piede è posto in secondo piano, proprio come la bellezza estetica in questo caso.
    Ancora una volta non riesco a non pensare a ciò che caratterizza quasi tutti i miei commenti, come è possibile che NOI siamo costantemnte infelici? NOI non ci accontentiamo mai di ciò che abbiamo? NOI vogliamo sempre di più? e LORO? LORO, ritenuti da noi "diversi", "limitati", hanno grinta, coraggio e voglia di vivere e di andare oltre le proprie caratteristiche fisiche, perchè non sono quelle a limitare l'uomo ma la sua chiusura mentale, la sua incapacità a sorridere nonostante le avversità.

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    Messaggio  Stefania De Lucia Gio Gen 26, 2012 7:16 pm

    Oggi non ero a lezione ma ho visionato il materiale nell'area docente.

    Scorrendo le slide ho visto la Venere di Willendorfe e questo mi ha riportato indietro nel tempo. Ricordo che alle scuole medie, la mia insegnante di italiano aveva attaccato al muro questa immagine e spesso riferendosi ad essa ci incoraggiava a non inseguire sempre e comunque la perfezione nei compiti, nei voti e anche nella vita. Ci diceva:" Le donne grasse e poco perfette sono nate di certo prima delle modelle...come potete constatare voi stessi visto che questa statua risale al paleolitico. Di sicuro prima nessuno aveva problemi di linea!"

    Mi ha molto colpito la ballerina di Botero. Il contrasto tra l'immagine di ballerina che abbiamo noi in mente e quella dipinta da Botero può lasciare perplessi i più. Eppure guardandola mi trasmette una certa allegria perchè in fondo tutti possiamo fare tutto...basta volerlo.

    Ho trovato altri dipinti di Botero...

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    Messaggio  carlasaraemolo Gio Gen 26, 2012 7:18 pm

    Il dipinto che più mi ha colpito è stato quello di Otto Dix " giocatori di skat"
    Le sue prime opere denotano uno stile postimpressionista caratterizzato da colori scuri e poco luminosi con contorni forti ( si tiene lontano dal cubisco francese).
    Successivamente nel 1914 si arruola volontario in artiglieria perchè desideroso di sperimentare la guerra e tutto quello che da essa si generava, ma senza esaltarla nè condannarla. Da questa esperienza derivò la raccolta "La Guerra": una serie di 600 fogli in cui Dix fissò le sue impressioni, visioni ed esperienze di guerra.
    Tornato a Gera, il pittore si dedicò alla rappresentazione oggettiva e visione imparziale di temi post-bellici, e l'impressionismo non bastava più.
    Così si accostò alla corrente Dadaista, negli anni '20, grazie alla quale creò la serie di quadri "Prager Strasse", "Giocatori di skat" e "Invalidi di guerra".
    Le immagini di mutilati, mendicanti, assassini e bordelli esprimono tutto il suo pensiero nichilista e antiborghese del dadaismo.Questo quadro, parte di una serie dedicata ai reduci di guerra come "Prager Strasse (dedicato ai miei compagni)" e "Storpi di guerra", rappresenta tre militari dopo il primo conflitto mondiale che giocano a carte.
    Possiamo notare gli effetti che la guerra ha prodotto su di loro: a partire da sinistra notiamo il primo, al quale manca il braccio destro e quello sinistro è stato sostituito da una protesi in legno; al posto della gamba sinistra si ritrova un bastone di legno nero e usa quella destra per tenere le carte; e per poter sentire i compagni è costretto a ricorrere ad un tubicino inserito nell'orecchio destro che è collegato ad un piccolo corno sul tavolo e non ha l'occhio destro.
    Il secondo, al centro, ha una parte del cranio ricucita con del metallo; non ha nè le braccia, infatti tiene le carte con la bocca, nè le gambe, diventate due bastoni di legno nero; parte della mandibola è di ferro ,ha un occhio di vetro e ha una placchetta metallica all'orecchio sinistro.
    Il terzo, sulla destra, è solo un busto con una protesi di legno al posto del braccio destro; ha perso sia il naso che la mandibola, sostituita da una metallica.Questo quadro mi ricorda quello del grande Picasso "La Guernica"emblema di morte e distruzione della guerra mondiale.Non avevo mai visto questo quadro e non conoscevo questo pittore il suo stile mi piace molto rappresenta la realtà e soprattutto il suo stato interiore mi ha emozionato e affascinata perchè è molto comunicativo.con una sola parola è bellissimo!
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    Messaggio  carlasaraemolo Gio Gen 26, 2012 7:33 pm

    Arte & Disabilità
    "E’ un rapporto straordinario quello tra disabilità ed arte.
    Disorienta accorgersi che chi viene considerato “dis-abile” in realtà è non solo abile ma anche pieno di talento e capacità. Ecco allora che ogni barriera e pregiudizio deve, per forza, cadere. Si scopre il valore della relatività. Di fronte a chi, nonostante un limite fisico o psichico, riesce ad esprimere con tanta forza una abilità artistica e a trasmettere emozioni così profonde, la maggior parte delle persone non può che riconoscere la sua “disabilità”. Si mescola tutto, allora. E scopriamo che è la diversità il vero motore, il vero cardine intorno al quale ruota tutto l’universo umano. La nostra Italia é carica di testimonianze esemplari: teatro, danza, pittura, tante discipline che rappresentano strumenti di comunicazione, di espressione, di conoscenza della dimensione personale più vera, più autentica. In queste attività queste persone si raccontano dando alle altre persone considerate "normali" lezioni di vita insegnando loro che cosa sono il coraggio e la voglia di vivere." Concordo pienamente con questo stupendo messaggio che stava nell area docente della prof che ci permette di capire nei vari esempi dei personaggi che ci ha mostrato di come la disabilità sia anche specialità perche ricordiamo che i disabili sanno essere anche artisti in tutti i campi e in tutti i sensi ricordiamo Simona Atzori, oltre ad essere bravissima pittrice,Simona è soprattutto una ballerina che insegue le proprie passioni e trasforma i propri desideri in realtà.
    Simona in un intervista dice che la sua arte deve essere vista come "l'arte di Simona" e non come "l'arte di una ragazza senza braccia" e aggiunge che dicendo che "ognuno è speciale per le su particolarità e probabilmente se lei avesse le braccia potrebbe non essere così speciale come lo è ora".
    Reputo personalmente che la sua voglia di vivere sia elevata alla potenza assoluta e che grazie a questo grande spirito di volontà Simona riesca ad essere così ottimista e piena di vita e di sogni!anche l'arte cinematografica e teatrale può essere a portata di disabile.
    Ognuno di noi è abituato ad andare al cinema o a teatro e percepire quello che appare "normale" come uno standard dal quale non ci scostiamo.
    Spesso invece ci sbagliamo e non guardiamo oltre la punta del nostro naso...
    Esistono in Italia e all'estero delle compagnie teatrali formate interamente da disabili che con tutto il loro impegno recitano la loro parte con immensa dignità e volontà.I disabili dunque,facendo questo,vogliono urlare al mondo intero che sono e sanno essere perfettamente parte della società e che seppure con difficoltà fisiche riescono anch'essi ad "essere arte"!
    Ricordiamo anche una della tante tecniche di pittura a disposizione dei disabili gravi: la pittura con la bocca.Con questa tecnica si sono formati tanti artisti speciali che, quasi per gioco, hanno deciso di dare un senso alla loro condizione di disabilità. Tutto ciò si può trasformare in un bellissimo hobby, oppure in una passione, che se coltivata, può dare soddisfazione a che dipinge e a chi insegna a loro l'arte. Questa è una dimostrazione di come le persone disabili possano abbellire la nostra vita con i loro dipinti. L'arte è di tutti e per tutti.
    Commenti di persone normali che mi hanno colpito che anche se hanno disabilità fisiche sono pieni dentro, pieni di vita!
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    Messaggio  carlasaraemolo Gio Gen 26, 2012 7:43 pm

    Un altro dipinto che mi ha colpito è stato sempre del mitico Dix di cui ripeto non avevo conoscenza e che mi piace un casino è il "Ritratto della ballerina " Anita Berber. In questo dipinto, Dix sembra quasi rispecchiarsi nell'autoritratto della donna tisica e drogata (morì a 30 anni nel 1929).
    I toni rossi, dello sfondo e del vestito, le curve serpeggianti del corpo sottolineato dall'abito aderente, gli occhi fissi e bistrati, le labbra segnate dagli eccessi più che dal rossetto, svelano nella sua falsità l'immagine della vamp, della femme fatale, simbolo moderno dell'incontro tra Eros e Thanatos.
    L'opera rappresenta uno dei vertici dell'arte di Dix, soprattutto nell'area ritrattistica.IL quadro è stupendo sia per le linee, sia per le forme sia per i colori forti e decisi come se la bellezza di questo quadro irrompesse a prima vista quasi come se il pittore volesse trasmettere un messaggio deciso dei suoi pensieri e della sua personalità.
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    Messaggio  carlasaraemolo Gio Gen 26, 2012 7:49 pm

    Stefania De Lucia ha scritto:Oggi non ero a lezione ma ho visionato il materiale nell'area docente.

    Scorrendo le slide ho visto la Venere di Willendorfe e questo mi ha riportato indietro nel tempo. Ricordo che alle scuole medie, la mia insegnante di italiano aveva attaccato al muro questa immagine e spesso riferendosi ad essa ci incoraggiava a non inseguire sempre e comunque la perfezione nei compiti, nei voti e anche nella vita. Ci diceva:" Le donne grasse e poco perfette sono nate di certo prima delle modelle...come potete constatare voi stessi visto che questa statua risale al paleolitico. Di sicuro prima nessuno aveva problemi di linea!"

    Mi ha molto colpito la ballerina di Botero. Il contrasto tra l'immagine di ballerina che abbiamo noi in mente e quella dipinta da Botero può lasciare perplessi i più. Eppure guardandola mi trasmette una certa allegria perchè in fondo tutti possiamo fare tutto...basta volerlo.

    Ho trovato altri dipinti di Botero...

    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) Botero128. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) Botero13
    Questo quadro è molto simpatico soprattutto per il senso che vuole trasmettere che la bellezza fisica non è tutto ma anche una persona un pò più in carne può avere un arte e una dote da mettere in atto.Nel complesso però è un quadro gioioso e simpatico nel suo significato nascosto
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    Messaggio  benedettabonifazi Gio Gen 26, 2012 8:14 pm

    Stefania De Lucia ha scritto:Oggi non ero a lezione ma ho visionato il materiale nell'area docente.

    Scorrendo le slide ho visto la Venere di Willendorfe e questo mi ha riportato indietro nel tempo. Ricordo che alle scuole medie, la mia insegnante di italiano aveva attaccato al muro questa immagine e spesso riferendosi ad essa ci incoraggiava a non inseguire sempre e comunque la perfezione nei compiti, nei voti e anche nella vita. Ci diceva:" Le donne grasse e poco perfette sono nate di certo prima delle modelle...come potete constatare voi stessi visto che questa statua risale al paleolitico. Di sicuro prima nessuno aveva problemi di linea!"

    Mi ha molto colpito la ballerina di Botero. Il contrasto tra l'immagine di ballerina che abbiamo noi in mente e quella dipinta da Botero può lasciare perplessi i più. Eppure guardandola mi trasmette una certa allegria perchè in fondo tutti possiamo fare tutto...basta volerlo.

    Ho trovato altri dipinti di Botero...

    8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) Botero128. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio) Botero13







    al primo impatto queste immagini possono sembrare buffe...le donne rappresentate non rappresentano l'ideale di bellezza estetica che siamo soliti notare! tali donne ci possono sembrare brutte!!!. Secondo la "cultura" dei giorni il BELLO lo si ottiene solo nella "perfezione" estetica.Persone,come quelle rappresentate da Botero,oggi si potrebbero sentire escluse dalla società.
    Come si può notare le donne rappresentate da Botero si cimentano in danze particolari, come la danza classica. Questo è un paradosso se si pensa che tale danza prevede un fisico magro!!
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    Messaggio  antonia balascio Gio Gen 26, 2012 8:36 pm

    il quadro che mi ha colpito è stato quello della ballerina di Botero, concordo pienamente con l'opinione della mia collega Stefania. effettivamente la ballerina raffigurata non rispecchia i "canoni" della ballerina voluta dalla nostra società. le persone grasse vengono spesso isolate, derise sono anche oggetto di discriminazione. ho un'amica,con qualche chilo di troppo che si trova veramente a disagio nei luoghi pubblici, condizionata dagli sguardi indiscreti di coloro che puntano tutta la loro vita sull'essere magri e belli, lei soffre tanto di questa situazione ed io ne soffro più di lei. vorrei entrare nell' animo di costoro, per trasmettergli i veri valori e le cose che veramente contano nella vita
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    Messaggio  antonia balascio Gio Gen 26, 2012 8:40 pm

    La danza dell’anima
    Tutti gli uomini sono uguali ed hanno il diritto di esprimere le proprie potenzialità artistiche. Solo chi ha un corpo agile e perfetto può danzare? No, se per danza si intende movimento armonico del corpo, espressione di emozioni attraverso il corpo, accanto agli altri, in una forma di dialogo e scambio. La Danceability è una tecnica di danza, tra disabili e non, nata negli USA nel 1998, basata sull’improvvisazione: senza schemi, senza sequenze preordinate, si susseguono movimenti liberi e spontanei, veloci o lenti. Qualcosa che fa bene all’anima, che dà forza, che fa sentire protagonisti, nelle proprie abilità e disabilità. Perché “nella danza come nella vita se vogliamo dare il meglio di noi stessi dobbiamo andare oltre le apparenze”.
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    Messaggio  antonia balascio Gio Gen 26, 2012 8:43 pm

    guardando la ballerina di Botero ho pensato a Simona vola.
    Danza e la sua danza è un volo. Senza ali. Si può danzare senza braccia? Si, si può. Simona è nata così, ma non importa. Lei ha trovato il modo di esprimere se stessa fino in fondo, trasformando la sua “mancanza” in una ricchezza. E poi, dipinge. Ti chiedi come sia possibile dipingere in quel modo con i piedi. E’ qualcosa di straordinario e di normalissimo al tempo stesso, perché è la passione, l’entusiasmo per la vita, a consentire tutto ciò. Un esempio “sconvolgente” di come possa essere normale la diversità, di come davvero sia possibile volare alto, molto alto, anche senza ali “visibili”.
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    Messaggio  antonia balascio Gio Gen 26, 2012 8:43 pm

    guardando la ballerina di Botero ho pensato a Simona vola.
    Danza e la sua danza è un volo. Senza ali. Si può danzare senza braccia? Si, si può. Simona è nata così, ma non importa. Lei ha trovato il modo di esprimere se stessa fino in fondo, trasformando la sua “mancanza” in una ricchezza. E poi, dipinge. Ti chiedi come sia possibile dipingere in quel modo con i piedi. E’ qualcosa di straordinario e di normalissimo al tempo stesso, perché è la passione, l’entusiasmo per la vita, a consentire tutto ciò. Un esempio “sconvolgente” di come possa essere normale la diversità, di come davvero sia possibile volare alto, molto alto, anche senza ali “visibili”.
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    Messaggio  Della Corte Lucia Gio Gen 26, 2012 8:52 pm

    TRA I QUADRI VISTI QUELLO CHE MI HA COLPITO MAGGIORMENTE è LA BALLERINA ALLA SBARRA DI FERNANDO BOTERO,DOVE C'E' UNA FIGURA FEMMINILE IN TUTù CHE FA DANZA.LA FIGURA DELLA BALLERINA IN CARNE PENSO CHE SIA SOLO UNA FORMA DI PROVOCAZIONE PERCHè LA DANZA,SOPRATTUTTO LA CLASSICA ,RICHIEDE UNA CERTA CORPORATURA.
    NELLA SOCIETà PERò MOLTE PERSONE CONSIDERANO CIò UN HANDICAP E CERCANO DI NASCONDERSI ,MENTRE NEL QUADRO TRASPARE UNA CERTA SODDISFAZIONE DA PARTE DELLA BALLERINA CHE SEMBRA GRATIFICATA DEL SUO ASPETTO FISICO.
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    Messaggio  CHIARA LUCCHESE Gio Gen 26, 2012 9:25 pm

    ERRI DE LUCA IN "NON ORA NON QUI" SCRIVE:
    "SI OSSERVA IL PIEDE OFFESO DELLO ZOPPO, L'OCCHIO BIANCO DELL'ORBO, IL MONCHERINO DELL'ARTO AMPUTATO: IL DIFETTO ATTIRA L'ATTENZIONE AL PUNTO CHE BASTA DA SOLO A DARE LA DEFINIZIONE DI INTERA PERSONA."

    José de Ribera INVECE NEL SUO QUADRO è RIUSCITO A DIPINGERE IN PRIMO LUOGO UN RAGAZZO CHE SORRIDE, E POI UN RAGAZZO ZOPPO.
    IL PIEDE OFFESO DIVENTA SECONDARIO RISPETTO AL SORRISO CHE è PROTAGONISTA ASSOLUTO DELLA SCENA. è CERTAMENTE UN DIPINTO PARTICOLARE, CHE GUARDA ALLA DISABILITà DA UN PUNTO DI VISTA INSOLITO, E BELLO.
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    Messaggio  Diana Angela Gio Gen 26, 2012 9:26 pm

    Il quadro che ha maggiormente catturato la mia attenzione è stato la "Ballerina alla sbarra di botero. Nel pensare una lezione di danza classica noi tutti ci aspetteremmo un corpo esile, aggraziato;e invece ci troviamo davanti agli occhi una ballerina buffa e grassoccia.L'intento dell'artista è quello di sfidare ogni canone convenzionale di bellezza che domina il crudele codice estetico della società in cui viviamo,riuscendo a dare ad un corpo,"ingombrante e pesante", quella sensazione di leggerezza, apparentemente inspiegabile. Tuttavia ritengo che la rappresentazione di questo quadro sia lontana anni luce dalla realtà, poichè a mio parere una persona eccessivamente grassa non è adatta per la danza, la quale, giusto o non giusto, richiede specifici canoni. con ciò non intendo dire che tali persone debbano essere discriminate ed emarginate, ma semplicemente che nessuno è portato a fare tutto.
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    Messaggio  Maria Teresa Esposito Gio Gen 26, 2012 9:44 pm

    Se l'autore del dipinto "La donna baffuta" voleva stupire e suscitare curiosità nell'osservatore,sicuramente è riuscito nel suo intento.
    A primo impatto mi è sembrata quasi "una caricatura" dell'autore,... mai e poi mai avrei pensato che si trattasse di un vero e proprio ritratto di una donna realmente esistita,Maddalena Ventura, colpita da una forma d'irsutismo che l'ha resa letteralmente un uomo nella sua fisicità. Nulla lascia pensare il contrario se non per il fatto che "la donna-uomo" è stata ritratta nel momento di allattare il suo bambino al seno,particolare che tra l'altro non mi è balzato subito agli occhi.
    Mi sono soffermata su quest'ultimo particolare:
    ecco, nonostante il disagio che trapela nel volto dei due personaggi per questa forma di diversità,è proprio questo gesto che conferisce al dipinto quel senso di "bellezza" e tenerezza allo stesso momento.

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