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177 partecipanti
8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
federicaBRUNO- Messaggi : 16
Data di iscrizione : 27.12.11
- Messaggio n°201
Lab. Arte e Disabilità
Tra i quadri che ci sono stati mostrati in aula, sicuramente quello che mi ha colpito maggiormente é "Giocatori di skate" di O. Dix. All'inizio guardandolo faceva un pò impressione perchè raffigura tre uomini che hanno subito tutti gli effetti della guerra riportandone le debite conseguanze. Chi senza braccia, chi senza occhi e chi solo con il busto e una protesi di legno al posto del braccio. Poi ho cercato di interpretare in qualche modo quello che l'autore volesse trasmettere con quel dipinto e ne ho tratto due conclusioni. Credo che si evinca chiaramente la critica e l'opposizione alla guerra in generale che l'autore stesso vuole porre evidenziandone gli effetti palesemente negativi che essa porta con se, sarà proprio Dix infatti, che dopo aver partecipato in prima persona al conflitto mondiale si dichiarerà pacifista. Ai fini della disabilità vorrei porre l'accento proprio sui protagonisti del quadro. Dix ha ritratto perfettamente le conseguenze che il conflitto ha prodotto sui tre soldati. Nessuno di loro è COMPLETO, nessuno ha conservato la propria integrità, eppure tutti e tre continuano a giocare a carte..Beh è proprio su questo che vorrei soffermare la mia attenzione, nonostante ognuno di loro abbia un deficit fisico evidente, ciò non gli impedisce di condurre un'esistenza normale..dandogli l'opportunità di esplicare la loro "normalità" attraverso un'azione che può essere considerata di routinne come giocare a carte. Non ho potuto fare a meno di notare che, ancora una volta, è il contesto sociale a determinare la disabilità dei protagonisti. Anche la guerra è un prodotto sociale!
Martina Pirone- Messaggi : 18
Data di iscrizione : 16.12.11
- Messaggio n°202
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Pina Cacciapuoti ha scritto:L’interessante lezione della professoressa sul rapporto tra arte e disabilità mi ha portato a fare una piccola ricerca sulla rappresentazione disabilità femminile nell’arte.E’ stato curioso, tra l’altro, scoprire come la storia dell'arte figurativa sia ricca di opere che riguardano la disabilità (sia fisica che mentale) femminile. In particolare mi ha colpito questa opera:
La Monstrua, di Juan Carrero de Miranda (1614- 1665)
Il soggetto (donna o ragazza?) riempie quasi completamente la scena e ha una corporatura e tratti e somatici che ne rivelano chiaramente la disabilità fisica e mentale. L’estrema obesità e le braccia corte, l’accentuato strabismo e soprattutto lo sguardo triste mi sembrano mettano bene in risalto quegli stati d’animo e quei sentimenti che caratterizzano spesso le persone con disabilità(perché purtroppo dobbiamo ammetterlo che non sono tutti forti,solari e coraggiosi come Simona, Pistorius o Zanardi!); Stati d’animo e sentimenti come il senso di solitudine, di rabbia ma anche di spavento che l’artista ha saputo rappresentare molto bene sul volto di questo personaggio.
scorrendo tra i vari commenti non ho potuto non notare questo dipinto.
ciò che più mi ha colpita è, proprio come hai detto tu, lo sguardo del soggetto del dipinto. Uno sguardo malinconico, triste ed un volto "imbronciato"....al contrario del ragazzo ritratto da De Ribera nell'opera "lo storpio"; in quel caso invece ho percepito il contrario...un volto ed uno sguardo sereno, disteso ed anche allegro.
Martina Pirone
di febbraio concetta- Messaggi : 10
Data di iscrizione : 15.12.11
- Messaggio n°203
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
la volta scorsa la prof. ci ha mostrato dei quadri di DIX ,particolarmente mi ha colpito quello che ritraeva soggetti fortemente e visibilmente disabili mentre giocavano a carte. L'arte presente in queste opere mette a nudo le atrocità della guerra, e dell' eccezionale volontà di andare avanti delle persone coivolte.
Il nesso tra arte e disabilità forse è ancora più marcato quando per arte non si intende sempre qualcosa di esteticamente bello e perfetto "normale",l'arte è comunicazione quindi espressione di tutta la realtà
Il nesso tra arte e disabilità forse è ancora più marcato quando per arte non si intende sempre qualcosa di esteticamente bello e perfetto "normale",l'arte è comunicazione quindi espressione di tutta la realtà
maracascone- Messaggi : 14
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- Messaggio n°204
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Il dipinto che mi ha colpito maggiormente è statola ballerina di Botero. Mi piace perché è totalmente in contrasto con l'idea moderna di ballerina.Oggi la ballerina, e sopratutto quella di danza classica, deve seguire dei canoni ben precisi e deve avere un certo peso/forma.Questa rappresentata nel quadro,invece, è insolita con delle forme abbondanti.Il messaggio che mi è arrivato è stato quello che tutto è possibile, basta semplicemente volerlo.
AnnabellaMangiacapra- Messaggi : 16
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- Messaggio n°205
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Tra i vari quadri che la professoressa ci ha mostrato, quello che ha attirato la mia attenzione è quello di Ribera il “Ragazzo Zoppo”.Questo dipinto evidenzia l'intenzione dell’autore di dare maggiore importanza all'interiorità piuttosto che all'esteriorità che è futile ed effimera.Il sorriso del ragazzo trasmette tutta la sua gioia di vivere.
serenagaeta- Messaggi : 14
Data di iscrizione : 16.12.11
- Messaggio n°206
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Il dipinto che più di ogni altro, ma ha colpito, durente il corso è stato: L’Abruzzese barbuta del Ribera.
(il famoso ritratto di Maddalena Ventura con suo marito e suo figlio)
Molti critici d'arte lo defeniscono anomalo e quasi ripugnante "caso clinico" (DONNA BARBUTA) I critici affermano: "il dramma della donna virile e l’amara rassegnazione del marito sono espressi con commovente intensità".
Dunque si parla di dramma della donna e di ripugnante caso clinico... questo deve farci riflettere!!!
(il famoso ritratto di Maddalena Ventura con suo marito e suo figlio)
Molti critici d'arte lo defeniscono anomalo e quasi ripugnante "caso clinico" (DONNA BARBUTA) I critici affermano: "il dramma della donna virile e l’amara rassegnazione del marito sono espressi con commovente intensità".
Dunque si parla di dramma della donna e di ripugnante caso clinico... questo deve farci riflettere!!!
nunziacapasso- Messaggi : 18
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- Messaggio n°207
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Osservando i dipinti quello che più mi ha colpito è stato "il ragazzo zoppo"di Ribera 1642.Rappresentare le persone con handicap era tipico della pittura delle corti del 600.Infatti con l'affermarsi della borghesia, ai dipinti mitici o con trame religiose si affiancano anche i dipinti di genere. Sono quadri che raffigurano in modo agghiacciante e crudo scene popolane che erano molto ricercate dai signori locali delle corti come fonte di rassicurazione della gente benestante.
Il dipinto di Ribera fu realizzato su commissione del principe di Stigliano di Napoli ne è uno degli esempi.
La luce cade sul viso ridente del ragazziono, di sfuggita sulla mano ritorta e sulla mano che regge il foglio per chiedere l'elemosinae infine sul piede malformato aumentando di intensità. Non si nota una sensibilità umana ,ma solo pietà e curiosità morbosa da parte del pittore sul bambino.
Il dipinto di Ribera fu realizzato su commissione del principe di Stigliano di Napoli ne è uno degli esempi.
La luce cade sul viso ridente del ragazziono, di sfuggita sulla mano ritorta e sulla mano che regge il foglio per chiedere l'elemosinae infine sul piede malformato aumentando di intensità. Non si nota una sensibilità umana ,ma solo pietà e curiosità morbosa da parte del pittore sul bambino.
nunziacapasso- Messaggi : 18
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- Messaggio n°208
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Voglio porre un ulteriore discussione al riguardo,nel mondo esiste una profonda ambiguitàdel vivere. Mentre in passato le persone con handicap erano protagonisti e dunque personaggi raffigurati nei dipinti, oggi sono loro gli artisti e quindi pittori famosi delle loro opere. E' un grosso esempio la "Instant Love"
Instant Love, tradotto dall’inglese significherebbe “amore a prima vista”. Ma in questo caso è il nome dell’organizzazione che ha avuto la brillante idea di utilizzare proprio un “truck” per una mostra espositiva con opere realizzate da artisti disabili dal titolo “Estethica, mostra del diversamente bello”. Lo scopo di questo spazio espositivo allestito su gomma è quello di dare la massima visibilità possibile alle opere andando in giro per tutto il territorio nazionale. La prima tappa di questo percorso itinerante sarà a Torino nel mese di novembre, in modo da poter sfruttare il grande afflusso di gente che si reca nel capoluogo piemontese in occasione del mese delle arti contemporanee.
Instant Love, tradotto dall’inglese significherebbe “amore a prima vista”. Ma in questo caso è il nome dell’organizzazione che ha avuto la brillante idea di utilizzare proprio un “truck” per una mostra espositiva con opere realizzate da artisti disabili dal titolo “Estethica, mostra del diversamente bello”. Lo scopo di questo spazio espositivo allestito su gomma è quello di dare la massima visibilità possibile alle opere andando in giro per tutto il territorio nazionale. La prima tappa di questo percorso itinerante sarà a Torino nel mese di novembre, in modo da poter sfruttare il grande afflusso di gente che si reca nel capoluogo piemontese in occasione del mese delle arti contemporanee.
liviazampella2- Messaggi : 21
Data di iscrizione : 19.12.11
Età : 37
Località : villa literno
- Messaggio n°209
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Un altro dipinto che mi ha colpito oltre a quello del 'Ragazzo Zoppo' ,è stato il "Ritratto della ballerina " Anita Berber.Il pittore in questo quadro trasmette un messaggio deciso della sua personalità ,andando contro i canoni schematici.In questo dipinto, Dix sembra quasi rispecchiarsi nell'autoritratto della donna,e attraverso essa lascia intendere i suoi pensieri....
RAUCCIMICHELA- Messaggi : 16
Data di iscrizione : 10.01.12
- Messaggio n°210
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
TRA I QUADRI PROPOSTI QUELLO CHE MI HA COLPITO E' STATO QUELLO DI RIBERA "DONNA BARBUTA".SI TRATTA DI UN QUADRO CHE RIBERA COMPOSE NEL 1631 E' IL FAMOSO RITRATTO DI MADDALENA VENTURA CON SUO MARITO E SUO FIGLIO.MI HA COLPITO PERCHE LA DONNA CHE ALLATTA IL PROPRIO BAMBINO SEMBRA UN UOMO,INFATTI ALL'INIZIO NON PENSAVO CHE FOSSE UNA DONNA.MA ANALIZZANDO IL QUADRO MI SONO RESA CONTO CHE LA DONNA ALLATTANDO IIL PROPRIO BAMBINO TRA LE BRACCIA ESPRIME IL CONCETTO DI MATERNITA CHE ACCOMUNA TUTTE LE DONNE.E ANCORA UNA VOLTA MI RENDO CONTO CHE LA DIVERSITA NON OSTACOLA LA VITA DI UN INDIVIDUO.
Cristina Ruotolo- Messaggi : 47
Data di iscrizione : 16.12.11
- Messaggio n°211
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
[quote="Cristina Ruotolo"]Anche l’altro quadro di Ribera “LA DONNA BARBUTA” è molto interessante… ritrae una donna intenta ad allattare il figlio, munita però di una faccia totalmente virile, di una folta barba e di un torace egualmente peloso, con tutta sincerità quando l’ho visto in aula ero convintissima che fosse un uomo, poi guardando bene mi sono resa conto che avesse il seno. Quello che mi ha colpito è l’oscurità densa e drammatica che avvolge i due coniugi, il volto rassegnato del marito che è raffigurato con toccante intensità, la fisionomia dei coniugi. Un altro particolare che ho notato, è stato la posizione decentrata del seno della donna… Personalmente sono rimasta incredula di fronte a quest’ opera in quanto nell’ aspetto fisico non sono riuscita a trovare un aspetto femminile, tranne che per il bambino al seno della mamma e mangia beato incurante dell’ aspetto di quest’ultima nonostante incute un po’ di timore… ma la bellezza di questo quadro sta proprio nell’ allattamento, un’ azione del tutto femminile alla base della maternità. Viene messa in risalto secondo me la bellezza “interiore” della donna, del suo forte sentimento di attaccamento, di amore che prende vita nel sentimento di una mamma nei confronti del proprio figlio. Il messaggio di questo quadro è proprio GUARDARE OLTRE L’ASPETTO FISICO! Navigando in rete ho trovato la storia di una donna simile a quella dipinta da Ribera: la donna barbuta di Ginevra
Laura Marzocco- Messaggi : 6
Data di iscrizione : 12.01.12
- Messaggio n°212
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Mi ha molto colpito il rapporto tra arte e disabilità che, prima d'ora,
forse per una mia superficialità nell'osservare le opere d'arte non avevo
mai notato . Ed invece è cosi bello notare come
anche attraverso questo strumento (un quadro) si possano trasmettere
tante emozioni e sensazioni tanto da raggiungere chiunque fosse dall'altra parte.
Tra i vari quadri presentati dalla professoressa, quello che maggiormente mi ha colpito è quello di Ribera il “Ragazzo Zoppo”.Nel dipinto Ribera dedica la scena a un ragazzo del popolo rappresentato, come sovrano o condottiero.L’autore è riuscito a dare molta più importanza alla parte interiore del ragazzo zoppo ,evidenziando il suo sorriso che irradia e trasmette voglia di vivere .
forse per una mia superficialità nell'osservare le opere d'arte non avevo
mai notato . Ed invece è cosi bello notare come
anche attraverso questo strumento (un quadro) si possano trasmettere
tante emozioni e sensazioni tanto da raggiungere chiunque fosse dall'altra parte.
Tra i vari quadri presentati dalla professoressa, quello che maggiormente mi ha colpito è quello di Ribera il “Ragazzo Zoppo”.Nel dipinto Ribera dedica la scena a un ragazzo del popolo rappresentato, come sovrano o condottiero.L’autore è riuscito a dare molta più importanza alla parte interiore del ragazzo zoppo ,evidenziando il suo sorriso che irradia e trasmette voglia di vivere .
Concetta Sarnelli- Messaggi : 18
Data di iscrizione : 11.01.12
Età : 34
Località : Napoli
- Messaggio n°213
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
A mio avviso la parte riguardante il rapporto tra arte e disabilità è un argomento che raccoglie più punti sui quali abbiamo dibattutto durante il corso.
“E’ un rapporto straordinario quello tra disabilità ed attività artistiche. Va nel profondo della dimensione umana. Disorienta accorgersi che chi viene considerato “dis-abile” in realtà è non solo abile ma anche pieno di talento e capacità. Ecco allora che ogni barriera e pregiudizio deve, per forza, cadere. Si scopre il valore della relatività. Di fronte a chi, nonostante un limite fisico o psichico, riesce ad esprimere con tanta forza una abilità artistica e a trasmettere emozioni così profonde."
La dimostrazione di quanto sopra esposto è sicuramente la Atzori, che, nonostante la sua menomazione, balla come pochi, e dipinge. E' un'artista a tutti gli effetti, con abilità che altri, sebbene considerati normodotati, non posseggono.
In tal senso ho sempre creduto ottimale parlare di diversamente abile, o meglio di diverse abilità, intesa però come combinazione di parole da estendere a tutti: ognuno di noi ha abilità diverse dall'altro. Magari io ho un'abilità nello scrivere, ad esempio, che un altro non ha. Quest'altra persona sarà invece abile nel disegnare, contrariamente a me.
Ritornando alla Atzori, ella ha, oltre a quelle già citate, un'abilità che mette in difficoltà il 99% dei normodotati: ha una dimestichezza a fare qualsiasi cosa con i piedi che altri non hanno, che noi non abbiamo. Eppure lei è considerata una persona che ha qualcosa in meno a noi, ma siamo in relatà noi ad avere qualcosa in meno a lei, tanto è vero che se ci spezziamo unj braccio, soprattutto se è quello destro, ci vediamo persi. Parlando per me, a stento riesco a portare la macchina con le mani, figuriamoci con i piedi!!!
Se teniamo conto di queste parole quando incontriamo un diversabile, sicuramente non esprimiamo, involontariamente o volontariamente che sia, compassione.
A tal proposito ritengo che il quadro di Ribera, "Ragazzo zoppo" sia significativo perchè riporta un diversamente abile sereno e sorridente, che è un po' controcorrente, proprio perchè nell'immaginario collettivo un disabile è una persona triste, con una vita che non merita di essere vissuta.
Dico queste parole in base ad esperienze vissute, non si tratta dunque di riflessioni senza una base fondata. Per spiegarmi meglio riporto la mia esperienza: nel giugno 2009 ho perso uno zio, invalido da 15 anni circa. Il suo emisfero destro non funzionava più comportando come conseguenza la paralisi di tutto il lato sinistro del corpo e un blocco del linguaggio. Egli parlava ormai con i gesti e, quando non riusciva ad esprimersi, indicava con la mano destra le lettere che componevano la parola o la frase che intendeva comunicare su di un cartello che mia zia aveva creato apposta per lui, scrivendogli su le lettere dell'alfabeto. Nel momento in cui è morto, molte persone hanno esplicitamente detto che è stato un bene perchè ha smesso di soffrire lui e mia zia che gli stava accanto dedicandogli tutta la sua vita. In realtà mio zio non soffriva affatto, era una persona allegra, partecipe e sensiible, con la quale noi tutti scherzavamo; ci dava consigli, si preoccupava per noi, ci voleva bene e noi ricabiavamo pienamente. Neanche mia zia soffriva, anzi soffre oggi che non c'è più: le manca il suo punto di riferimento, le mancano i giochi, i consigli, le discussioni che insieme facevano. La gente pensava, e continua a pensare, che mio zio non viveva bene per la sua condizione. Certo non era facile, ma lui viveva benissimo, era perfettamente incluso nella nostra famiglia e partecipava a tutto.
La vita di un disabile non è dunque una vita che non merita di essere vissuta come molti credono.
Probabilmente anche il quadro Otto dix Giocatori di skat ha l'intento di dimostrare come anche con delle menomazioni la vita è sempre vita e va vissuta pienamente.
Per quanto riguarda la Venere di willendorf credo invcece che con questa scultura ci ricolleghiamo alla questione dei modelli: nel paleolitico quello era il modello preferito perchè indice di fertilità.
“E’ un rapporto straordinario quello tra disabilità ed attività artistiche. Va nel profondo della dimensione umana. Disorienta accorgersi che chi viene considerato “dis-abile” in realtà è non solo abile ma anche pieno di talento e capacità. Ecco allora che ogni barriera e pregiudizio deve, per forza, cadere. Si scopre il valore della relatività. Di fronte a chi, nonostante un limite fisico o psichico, riesce ad esprimere con tanta forza una abilità artistica e a trasmettere emozioni così profonde."
La dimostrazione di quanto sopra esposto è sicuramente la Atzori, che, nonostante la sua menomazione, balla come pochi, e dipinge. E' un'artista a tutti gli effetti, con abilità che altri, sebbene considerati normodotati, non posseggono.
In tal senso ho sempre creduto ottimale parlare di diversamente abile, o meglio di diverse abilità, intesa però come combinazione di parole da estendere a tutti: ognuno di noi ha abilità diverse dall'altro. Magari io ho un'abilità nello scrivere, ad esempio, che un altro non ha. Quest'altra persona sarà invece abile nel disegnare, contrariamente a me.
Ritornando alla Atzori, ella ha, oltre a quelle già citate, un'abilità che mette in difficoltà il 99% dei normodotati: ha una dimestichezza a fare qualsiasi cosa con i piedi che altri non hanno, che noi non abbiamo. Eppure lei è considerata una persona che ha qualcosa in meno a noi, ma siamo in relatà noi ad avere qualcosa in meno a lei, tanto è vero che se ci spezziamo unj braccio, soprattutto se è quello destro, ci vediamo persi. Parlando per me, a stento riesco a portare la macchina con le mani, figuriamoci con i piedi!!!
Se teniamo conto di queste parole quando incontriamo un diversabile, sicuramente non esprimiamo, involontariamente o volontariamente che sia, compassione.
A tal proposito ritengo che il quadro di Ribera, "Ragazzo zoppo" sia significativo perchè riporta un diversamente abile sereno e sorridente, che è un po' controcorrente, proprio perchè nell'immaginario collettivo un disabile è una persona triste, con una vita che non merita di essere vissuta.
Dico queste parole in base ad esperienze vissute, non si tratta dunque di riflessioni senza una base fondata. Per spiegarmi meglio riporto la mia esperienza: nel giugno 2009 ho perso uno zio, invalido da 15 anni circa. Il suo emisfero destro non funzionava più comportando come conseguenza la paralisi di tutto il lato sinistro del corpo e un blocco del linguaggio. Egli parlava ormai con i gesti e, quando non riusciva ad esprimersi, indicava con la mano destra le lettere che componevano la parola o la frase che intendeva comunicare su di un cartello che mia zia aveva creato apposta per lui, scrivendogli su le lettere dell'alfabeto. Nel momento in cui è morto, molte persone hanno esplicitamente detto che è stato un bene perchè ha smesso di soffrire lui e mia zia che gli stava accanto dedicandogli tutta la sua vita. In realtà mio zio non soffriva affatto, era una persona allegra, partecipe e sensiible, con la quale noi tutti scherzavamo; ci dava consigli, si preoccupava per noi, ci voleva bene e noi ricabiavamo pienamente. Neanche mia zia soffriva, anzi soffre oggi che non c'è più: le manca il suo punto di riferimento, le mancano i giochi, i consigli, le discussioni che insieme facevano. La gente pensava, e continua a pensare, che mio zio non viveva bene per la sua condizione. Certo non era facile, ma lui viveva benissimo, era perfettamente incluso nella nostra famiglia e partecipava a tutto.
La vita di un disabile non è dunque una vita che non merita di essere vissuta come molti credono.
Probabilmente anche il quadro Otto dix Giocatori di skat ha l'intento di dimostrare come anche con delle menomazioni la vita è sempre vita e va vissuta pienamente.
Per quanto riguarda la Venere di willendorf credo invcece che con questa scultura ci ricolleghiamo alla questione dei modelli: nel paleolitico quello era il modello preferito perchè indice di fertilità.
Ultima modifica di Concetta Sarnelli il Gio Feb 02, 2012 5:44 pm - modificato 1 volta.
Loffredo Teresa Ilaria- Messaggi : 14
Data di iscrizione : 10.01.12
- Messaggio n°214
8 Lab. Arte e disabilità
Tra i vari quadri osservati, quello che più di tutti ha catturato la mia attenzione è stato il quadro di Ribera "RAGAZZO ZOPPO". L'apetto più importante è il suo sorriso, poichè esso è la vera bellezza di ogni uomo.
Altro quadro interessante è "LA DONNA BARBUTA", l'elemento fondante di questo dipinto risiede proprio nell'allattamento, caratteristica della maternità. La vera bellezza riportata nel quadro non è quella esteriore, ma quella interiore che si evince nel senso di attaccamento e di amore della madre nei confronti del proprio figlio.
Altro quadro interessante è "LA DONNA BARBUTA", l'elemento fondante di questo dipinto risiede proprio nell'allattamento, caratteristica della maternità. La vera bellezza riportata nel quadro non è quella esteriore, ma quella interiore che si evince nel senso di attaccamento e di amore della madre nei confronti del proprio figlio.
annamariapuocci- Messaggi : 41
Data di iscrizione : 19.12.11
- Messaggio n°215
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
[quote="Stefania De Lucia"]Oggi non ero a lezione ma ho visionato il materiale nell'area docente.
Scorrendo le slide ho visto la Venere di Willendorfe e questo mi ha riportato indietro nel tempo. Ricordo che alle scuole medie, la mia insegnante di italiano aveva attaccato al muro questa immagine e spesso riferendosi ad essa ci incoraggiava a non inseguire sempre e comunque la perfezione nei compiti, nei voti e anche nella vita. Ci diceva:" Le donne grasse e poco perfette sono nate di certo prima delle modelle...come potete constatare voi stessi visto che questa statua risale al paleolitico. Di sicuro prima nessuno aveva problemi di linea!"
Mi ha molto colpito la ballerina di Botero. Il contrasto tra l'immagine di ballerina che abbiamo noi in mente e quella dipinta da Botero può lasciare perplessi i più. Eppure guardandola mi trasmette una certa allegria perchè in fondo tutti possiamo fare tutto...basta volerlo.
Ho trovato altri dipinti di Botero...
[/quot
concordo pienamente con ciò che dice Stefania,anche a me ha colpito molto quest'immagine è un'immagine molto buffa e veramente ti lascia perplesso.
Scorrendo le slide ho visto la Venere di Willendorfe e questo mi ha riportato indietro nel tempo. Ricordo che alle scuole medie, la mia insegnante di italiano aveva attaccato al muro questa immagine e spesso riferendosi ad essa ci incoraggiava a non inseguire sempre e comunque la perfezione nei compiti, nei voti e anche nella vita. Ci diceva:" Le donne grasse e poco perfette sono nate di certo prima delle modelle...come potete constatare voi stessi visto che questa statua risale al paleolitico. Di sicuro prima nessuno aveva problemi di linea!"
Mi ha molto colpito la ballerina di Botero. Il contrasto tra l'immagine di ballerina che abbiamo noi in mente e quella dipinta da Botero può lasciare perplessi i più. Eppure guardandola mi trasmette una certa allegria perchè in fondo tutti possiamo fare tutto...basta volerlo.
Ho trovato altri dipinti di Botero...
[/quot
concordo pienamente con ciò che dice Stefania,anche a me ha colpito molto quest'immagine è un'immagine molto buffa e veramente ti lascia perplesso.
Ginevra Piccolo- Messaggi : 18
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Località : Casapesenna
- Messaggio n°216
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
È molto affascinante il modo con cui l’arte tratta la diversità. Tutte le opere proposte ci mettono di fronte ad essa, dandoci un impatto forte e toccante. In particolare il quadro di de Ribera, ragazzo col piede torto, affronta ciò che è diverso, non bello, per mostrare quella parte di umanità che solitamente la società vuole ignorare; restituendo grande dignità al soggetto, infatti guardando il quadro quello che balza subito agli occhi è il sorriso che illumina il volto del ragazzo e non la sua disabilità.
Maria Santoro- Messaggi : 12
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- Messaggio n°217
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Ragazze vorrei condividere con voi questo video riguardo la "donna barbuta"
https://www.youtube.com/watch?v=hgmbGJ3bD3E
https://www.youtube.com/watch?v=hgmbGJ3bD3E
Adriana Patricola- Messaggi : 22
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- Messaggio n°218
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Ma non notate una certa somiglianza?
ciò che lega le due immagini è la loro capacità di trasmettere leggerezza.
Botero, nei suoi dipinti, rappresenta persone corpulente, grasse, obese...ciccione, che però sono così leggere. Loro diversità, la loro disabilità non traspare. Ci si aspetterebbe soggetti statici e, invece, ballano e sono leggeri, di quella leggerezza che tanti di noi cercano in vano, rincorrono e venendo schiacciati dall'affanno della corsa.
ciò che lega le due immagini è la loro capacità di trasmettere leggerezza.
Botero, nei suoi dipinti, rappresenta persone corpulente, grasse, obese...ciccione, che però sono così leggere. Loro diversità, la loro disabilità non traspare. Ci si aspetterebbe soggetti statici e, invece, ballano e sono leggeri, di quella leggerezza che tanti di noi cercano in vano, rincorrono e venendo schiacciati dall'affanno della corsa.
carmelalauritan0- Messaggi : 11
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- Messaggio n°219
8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
La mia attenzione è ricaduta sull'opera di Ribera "la donna barbuta".
Osservare l'esteticità di un uomo che compie un gesto così materno e femminile quale l'allattamento produce un senso stranezza.
Nonostante ciò credo occorra guardare oltre ma soprattutto riflettere su ciò che osserviamo .Il pensare ci offre la straordinaria opportunità di lodare una ballerina che non rispetta i canoni ufficiali di peso ma che balla, è sulle punte!
Uno dei massimi esponenti del pensiero riflessivo nel campo dell'arte è per me R.Magritte in quanto dimostra in ogni sua opera che l'apparenza infondo non è mai così apparente!
Osservare l'esteticità di un uomo che compie un gesto così materno e femminile quale l'allattamento produce un senso stranezza.
Nonostante ciò credo occorra guardare oltre ma soprattutto riflettere su ciò che osserviamo .Il pensare ci offre la straordinaria opportunità di lodare una ballerina che non rispetta i canoni ufficiali di peso ma che balla, è sulle punte!
Uno dei massimi esponenti del pensiero riflessivo nel campo dell'arte è per me R.Magritte in quanto dimostra in ogni sua opera che l'apparenza infondo non è mai così apparente!
mariaritamestoli- Messaggi : 14
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- Messaggio n°220
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Mi ha colpito l'inserimento del dipinto di Botero, la ballerina alla sbarra, in un contesto in cui si parla di disabilità. Riflettendoci, è come se si affermasse che l'obesità potrebbe essere considerata una disabilità, una menomazione, un deficit. Credo che la società attuale effettivamente la pensi in quel modo e i mass media alimentano questa concezione. In realtà, però, il messaggio implicito di questo quadro dovrebbe essere proprio quello che dice che non è importante come ci si vede ma come ci si sente.
Amodio Michela- Messaggi : 10
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- Messaggio n°221
8. lab. arte e disabilità
Molti sono i dipinti che mi hanno colpita ma quello che mi ha fatto riflettere di più è stato quello della ballerina di "Botero". Quest'opera mi ha fatto capire che al di là dell'apparenza ognuno può realizzarsi nella propria aspettativa di vita grazie alla determinazione ed alla volontà di riuscita.
La ballerina di Botero infatti è fisicamente l'opposto di come dovrebbe essere una ballerina, è una donna grassa che però dimostra a tutti che grazie alla sua determinazione lei supera le difficoltà anche motorie dovute al suo aspetto fisico dedicandosi pienamente alla sua passione: la danza
La ballerina di Botero infatti è fisicamente l'opposto di come dovrebbe essere una ballerina, è una donna grassa che però dimostra a tutti che grazie alla sua determinazione lei supera le difficoltà anche motorie dovute al suo aspetto fisico dedicandosi pienamente alla sua passione: la danza
Guendalinacap- Messaggi : 29
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Località : Procida
- Messaggio n°222
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Tutte le opere visionate in aula mi hanno colpita, ciascuna a suo modo.
Ad esempio "Ribera-Ragazzo zoppo" mi ha lasciata particolarmente sorpresa perchè non è un dipinto in alcuna maniera discriminatore, solo il titolo rivela il deficit fisico del bambino!Il suo sorriso, la sua serenità e anche il fatto che venga ritratto mentre è intento a lavorare fanno trasparire tutta la "normalità dell'essere disabile", non vi è il classico storpio che mendica come nell'opera Pieter Bruegel: Gli storpi
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Mi ha inoltre piacevolmente incuriosita l'opera di Otto dix Giocatori di skat, in aula non avevo notato i tantissimi particolari che si celano dietro questo incredibile dipinto come le protesi di legno, la presenza di tubicino inserito nell'orecchio destro per ascoltare, la presenza di una mandibola di ferro , un occhio di vetro etc...
è un'arte che non giudica, ma che vuole registrare con impeto la cruda realtà del dopoguerra quasi come se volesse sottolineare l'insensatezza di un dolore gratutito, lo spreco mostruoso di vita!
L'autore non è scandalizzato dai mutilati di guerra nè vuole metterne in risalto le "diversità", anzi li ritrae in un'azione quotidiana.
Il suo intento principale è quello di denuncia verso una società senza valori che al massimo sa provare compassione.
Ad esempio "Ribera-Ragazzo zoppo" mi ha lasciata particolarmente sorpresa perchè non è un dipinto in alcuna maniera discriminatore, solo il titolo rivela il deficit fisico del bambino!Il suo sorriso, la sua serenità e anche il fatto che venga ritratto mentre è intento a lavorare fanno trasparire tutta la "normalità dell'essere disabile", non vi è il classico storpio che mendica come nell'opera Pieter Bruegel: Gli storpi
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Mi ha inoltre piacevolmente incuriosita l'opera di Otto dix Giocatori di skat, in aula non avevo notato i tantissimi particolari che si celano dietro questo incredibile dipinto come le protesi di legno, la presenza di tubicino inserito nell'orecchio destro per ascoltare, la presenza di una mandibola di ferro , un occhio di vetro etc...
è un'arte che non giudica, ma che vuole registrare con impeto la cruda realtà del dopoguerra quasi come se volesse sottolineare l'insensatezza di un dolore gratutito, lo spreco mostruoso di vita!
L'autore non è scandalizzato dai mutilati di guerra nè vuole metterne in risalto le "diversità", anzi li ritrae in un'azione quotidiana.
Il suo intento principale è quello di denuncia verso una società senza valori che al massimo sa provare compassione.
filomena lavecchia- Messaggi : 21
Data di iscrizione : 11.01.12
Età : 37
Località : Trecase (NA)
- Messaggio n°223
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
nunziacapasso ha scritto:Voglio porre un ulteriore discussione al riguardo,nel mondo esiste una profonda ambiguitàdel vivere. Mentre in passato le persone con handicap erano protagonisti e dunque personaggi raffigurati nei dipinti, oggi sono loro gli artisti e quindi pittori famosi delle loro opere. E' un grosso esempio la "Instant Love"
Instant Love, tradotto dall’inglese significherebbe “amore a prima vista”. Ma in questo caso è il nome dell’organizzazione che ha avuto la brillante idea di utilizzare proprio un “truck” per una mostra espositiva con opere realizzate da artisti disabili dal titolo “Estethica, mostra del diversamente bello”. Lo scopo di questo spazio espositivo allestito su gomma è quello di dare la massima visibilità possibile alle opere andando in giro per tutto il territorio nazionale. La prima tappa di questo percorso itinerante sarà a Torino nel mese di novembre, in modo da poter sfruttare il grande afflusso di gente che si reca nel capoluogo piemontese in occasione del mese delle arti contemporanee.
Non conoscevo prima d'ora la Istant love, credo sia una iniziativa davvero interessante e utile. A volte le fantastiche opere di queste persone vengono messe in secondo piano dando rilevanza a notizie futili. Ricordo di aver visto in Tv la storia di un ragazzo (ora non ricordo il nome) che privato di entrambi gli arti inferiori e superiori dipingeva usando la bocca. I suoi dipinti erano meravigliosi e ricchi di vita. Quel ragazzo grazie all'arte era riuscito a farsi chiamare per nome e ad essere degnamente guardato negli occhi ignorando la sua disabilità fisica.
ilariamigneco- Messaggi : 12
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Località : Napoli
- Messaggio n°224
Re: 8. lab. arte e disabilità (chiude 3 febbraio)
Il giorno in cui si è tenuto questo laboratorio io ero assente, dunque ho visto i quadri nell’area docente per la prima volta. Premesso che è stato molto interessante osservarli tutti, il quadro che mi ha colpito di più, è il ragazzo zoppo di De Ribera. A prima vista, ciò che salta agli occhi è, sicuramente, il viso sorridente del ragazzino, solo dopo, prestando più attenzione, mi sono accorta della malformazione del suo piede. Facendo delle ricerche, ho saputo che De Ribera ha fatto numerosi ritratti di gente umile o con malformazioni fisiche; nelle sue opere ha affrontato spesso il tema della diversità, non per meravigliare bensì per portare all’attenzione degli osservatori quella parte di umanità che solitamente la società vuole ignorare. Beh, basta poco per accorgersi che, purtroppo, il suo intento è ancora estremamente attuale.
Il protagonista del quadro, inoltre, credo che rappresenti al meglio il diversamente abile che non vuole essere compatito, in quanto è felice di quello che ha, bensì essere conosciuto ed apprezzato semplicemente per ciò che è, una persona come tutti gli altri, con i propri difetti e le proprie qualità che costituiscono la sua diversità.
Ricontrollando i miei commenti, mi sono accorta che quello che avevo fatto sull'autismo non è stato registrato. Approfitto, quindi, di questo spazio e lo riscrivo.
Le lezioni di approfondimento sull’autismo hanno rappresentato per me una grande opportunità formativa.
Durante il mio percorso di studi avevo già conosciuto l’autismo e avevo assistito ad alcune lezioni in merito a questa tematica. Possedevo, dunque, numerose nozioni ma si trattava, appunto, di semplici nozioni, fondamentalmente astratte, e non riuscivo a rapportarle a fatti concreti, reali. La dottoressa Giglio, invece, oltre a parlarci di questa sindrome, ci ha raccontato numerosi episodi tratti dalla quotidianità del suo lavoro e mi ha permesso di immaginare le situazioni in cui potrei trovarmi un domani e come potrei agire. Certo, non nego che ciò mi abbia piuttosto intimorito ma, allo stesso tempo, le parole della dottoressa mi hanno trasmesso anche tanta passione, fiducia ed ottimismo; infatti mi sento motivata ad intraprendere la professione dell’insegnante di sostegno ancor più di prima.
Attraverso queste lezioni, inoltre, ho conosciuto il Denver Model, di cui non avevo mai sentito parlare, che ritengo una tecnica di intervento molto efficace.
Il protagonista del quadro, inoltre, credo che rappresenti al meglio il diversamente abile che non vuole essere compatito, in quanto è felice di quello che ha, bensì essere conosciuto ed apprezzato semplicemente per ciò che è, una persona come tutti gli altri, con i propri difetti e le proprie qualità che costituiscono la sua diversità.
Ricontrollando i miei commenti, mi sono accorta che quello che avevo fatto sull'autismo non è stato registrato. Approfitto, quindi, di questo spazio e lo riscrivo.
Le lezioni di approfondimento sull’autismo hanno rappresentato per me una grande opportunità formativa.
Durante il mio percorso di studi avevo già conosciuto l’autismo e avevo assistito ad alcune lezioni in merito a questa tematica. Possedevo, dunque, numerose nozioni ma si trattava, appunto, di semplici nozioni, fondamentalmente astratte, e non riuscivo a rapportarle a fatti concreti, reali. La dottoressa Giglio, invece, oltre a parlarci di questa sindrome, ci ha raccontato numerosi episodi tratti dalla quotidianità del suo lavoro e mi ha permesso di immaginare le situazioni in cui potrei trovarmi un domani e come potrei agire. Certo, non nego che ciò mi abbia piuttosto intimorito ma, allo stesso tempo, le parole della dottoressa mi hanno trasmesso anche tanta passione, fiducia ed ottimismo; infatti mi sento motivata ad intraprendere la professione dell’insegnante di sostegno ancor più di prima.
Attraverso queste lezioni, inoltre, ho conosciuto il Denver Model, di cui non avevo mai sentito parlare, che ritengo una tecnica di intervento molto efficace.
concetta francese- Messaggi : 17
Data di iscrizione : 09.01.12
Età : 35
Località : casal di principe
- Messaggio n°225
lab. arte e disabilità
Tra i quadri presentati dalla prof durante la lezione quello che ha catturato di più la mia attenzione è stato il quadro di Ribera:"Ragazzo zoppo". Il bambino è posto in primo piano, il suo piede è posto in secondo piano poichè l'autore non da importanza all'aspetto esteriore,egli pone in primo piano la bellezza interiore manifestata dal sorriso del ragazzo,nonostante la sua difficoltà fisica. ciò che mi ha colpita maggiormente è che l'autore rappresenta la disabilità non attraverso la drammaticità ma attraverso un sorriso e la dolcezza della fanciulezza.Anche l’altro quadro di Ribera “LA DONNA BARBUTA” è molto interessante. Il pittore ritrae una donna con un folto torace, intenta ad allattare il bambino;il dipinto crea un pò di scombussolamento poichè se si guarda l'immagine a primo impatto sembra vedere due uomini, ma se l'immagine viene guardata con attenzione si nota che la figura in primo piano è una donna!!!