approfondimento Autismo Nunzia Giglio (chiude il 30 gennaio)

Sono ormai alla seconda annualità della didattica aggiuntiva e non mi era mai capitato, durante i percorsi di tirocinio realizzati fino a questo momento, di trovarmi ad affiancare un bambino affetto da Disturbi dello Spettro Autistico.
Non nascondo di essere alquanto intimorita all’idea di potermi trovare, un domani, ad affiancarne uno! Il mio timore nasce soprattutto dalla consapevolezza di non essere abbastanza preparata su questo disturbo complesso, caratterizzato da una grande varietà di sintomatologie.
E’ anche vero che forse tale argomento sui testi viene affrontato in modo troppo “tecnico”, e quasi mai con il supporto delle esperienze sul campo, che sono a mio avviso quelle che segnano e insegnano di più, non solo chi le vive direttamente, ma anche chi le ascolta!
Ecco perché ritengo davvero preziosa la lezione della dottoressa Nunzia Giglio!
Inoltre, è stato molto interessante scoprire l’esistenza dell’associazione “ Autism Aid Onlus”, mi ha colpito il fatto che questa associazione, senza scopo di luco, sia nata per iniziativa di un gruppo di genitori di bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, per difendere i diritti e le pari opportunità delle persone affette da disturbi del neuro-sviluppo, specificamente dello spettro autistico, garantire loro dignità e pienezza di vita ed assicurarne il massimo sviluppo delle potenzialità e risorse, nonché autonomia personale, sociale e lavorativa.

CHIARA LUCCHESE ha scritto:Rapportarsi a bambini o ragazzi affetti da autismo può spaventare.
Non si sa bene come comportarsi, come entrare in relazione con loro, si vorrebbe entrare nel "loro mondo" ma spesso ciò non è possibile.
L'autismo può essere più o meno grave, può essere associato a ritardo mentale, difficoltà nel linguaggio che, quando è presente, è ripetitivo e usato in forma non adeguata come, ad esempio, uso di frasi fuori dal contesto o senza significato. Quindi le difficoltà nel rapportarsi al bambino sono reali e di volta in volta differenti.
Per lavorare con bambini o ragazzi con autismo è certamente necessaria una grande passione, perchè se è vero che le tecniche, i metodi da utilizzare, o le teorie varie sono importantissime e vanno apprese, è anche vero che queste vanno modulate, adattate al contesto specifico in cui si lavora. Io credo che lo studio da solo serva a poco,perchè se non si vivono esperienze dirette non sarà mai possibile sentirsi all'altezza della situazione.

Anche io come Chiara penso che per quanto si possa studiare la "teoria", è fondamentale l'esperienza per imparare sempre più ad apporcciarsi con chi è affetto da autismo. Si possono studiare tutte le tecniche che si vogliono, ma è necessario considerare la persona che si incontra in un determinato contesto. Tutti vorrebbero entrare nel "mondo" di colui che è affetto da autismo ma ciò risulta difficile se non adirittura impossibile.
Ovviamente, proprio come Chiara, penso che sia fondamentale la passione che entra in gioco durante il proprio lavoro, quindi durante l'incontro e il contatto con chi è affetto da autismo.

Adriana Capuano

La prima volta che sono stata a contatto con una persona autistica e' stato lo scorso anno durante il tirocinio...La mia sensazione e' stata quella di sentirmi a disagio perche' non riuscivo a comunicare con lei.Era una bambina dolcissima che nonostante il suo problema era molto socievole e non si fermava davanti alle varie difficolta'che vi si presentavano(quando i bambini avevano difficolta' a comprenderla)..

Purtroppo ancora oggi, nonostante le esperienze di tirocinio effettuate in questi anni, il mio approccio con l'autismo è prettamente teorico.
I diversi insegnamenti sostenuti mi hanno infatti permesso di conoscerne le cause, i sintomi, i vari aspetti, i trattamenti e le metodologie d'insegnamento, mai però mi è capitato di stare in contatto con un bambino che presentasse tale patologia, e questa mancata esperienza rappresenta per me una voragine nella mia preparazione professionale. Mi sento infatti del tutto impreparata nel dover affrontare una realtà che facilmente potrebbe presentarsi nel mio futuro lavorativo.
Ringrazio la docente Giglio per averci fornito ulteriori utili indicazioni, ma spero comunque di poter vivere al più presto un'esperienza pratica.

L'autismo è stato uno degli argomenti piu' "presenti" in questo corso, ma anche uno dei piu' discussi. E' una patologia estremamente complessa, che può manifestarsi sotto forme diverse. Ed è proprio l'eterogeneità delle manifestazioni che potrei trovarmi di fronte che piu' mi preoccupa. Infatti nonostante io ne abbia ritrovato moltissime volte definizioni teoriche, probabili cause o conseguenze sui libri di testo, sono consapevole delle mille difficoltà che mi troverei ad affrontare se REALMENTE dovessi affiancare un bambino autistico.
Penso che un approccio teorico sia fondamentale per iniziare a conoscere l'autismo, ma non basta! C'è bisogno di INCONTRARE la patologia anche da un punto di vista pratico, ed un ottimo punto di partenza è proprio l'ascolto di esperienze reali, vissute da chi come la dott.ssa Giglio lavora in questo campo da anni.
Tante volte ho letto che di fronte ad un bambino autistico dovrei comportarmi in un certo modo, o dovrei usare alcuni specifici strumenti.
In realtà nel momento in cui mi sono realmente trovata di fronte una tale situazione, è stato come se tutto ciò che ho studiato in passato fosse stato inutile, non sapevo come comportarmi perchè il bambino che avevo di fronte non presentava le caratteristiche descritte dal libro, ed ero terrorizzata all'idea di poter sbagliare qualcosa o di suscitare qualche reazione negativa nel bambino stesso!Ciò dimostra che una buona preparazione non è solo frutto di uno studio specifico, ma bisogna AFFIANCARE ad esso soprattutto l'esperienza pratica, non solo quella nostra, ma anche quella di chi ci ha preceduto.

Prima di questo corso ero già a conoscenza diquesta patologia, non solo per il percoso di studi che ho intrapreso, ma anche perchè ascolto attraverso i media varie diagnosi mediche e possibili terapie da attuare. Spero che entrando a contatto con bambini affetti da questa patologia sappia trasmettergli la giusta dose di ottimismo affiancata da terapia medica.

Innanzitutto voglio ringraziare Nunzia Giglio, per aver approfondito per ore intere un argomento troppe volte dimenticato. Molte delle mie conoscenze sull'autismo, sono teoriche e per nulla pratiche. Il nostro corso di studi, nonostante ci formi per essere un giorno delle insegnanti di sostegno, non ci offre nessuna possibilità di toccare con mano delle situazioni particolari. Nel corso della mia esperienza di tiocinio, non ho osservato nessun bambino con autismo e credo che quando un giorno mi capiterà di farlo avrò molto difficoltà al riguardo, ne sono più che sicura. Forse con il contributo della dottoressa potrò sventrare il peggio ma le cose da conoscere sono davvero ancora tante. E' stato per me molto interessante scoprire l’esistenza dell’associazione “ Autism Aid Onlus”. Un'associazione, senza scopo di lucro, che è nata per iniziativa di un gruppo di genitori di bambini affetti da disturbi dell'autismo, per difendere i diritti, le pari opportunità e garantire loro dignità di vita ed assicurare a queste persone il massimo sviluppo delle potenzialità ed una forte autonomia personale, sociale e lavorativa.
Marika Zobel

Anche per me come per altre colleghe l'autismo è un concetto che conosco solo a livello teorico e anche durante l'esperienza di tirocinio non sono mai venuta a contatto con bambini autistici. Ma la lezione di venerdì scorso è stata per me un'occasione per raccogliere ulteriori informazioni sull'autismo, sulle tecniche e le metodologie e per farmi sentire meno insicura, impreparata ad affrontare determinate situazioni. Anche l'ascolto delle testimonianze, delle esperienze mi hanno avvicinato a questa realtà complessa che presenta manifestazioni molto differenti tra loro.

L’autismo è una particolare patologia che determina la compromissione di tre dimensioni:interazione sociale,comunicazione e comportamento. Nonostante i corsi frequentati in merito e gli esami sostenuti , mi chiedo “che cos’è in realtà l’autismo”? Qual è il comportamento del soggetto autistico? Interrogativi che hanno trovato in parte risposta nelle esperienze reali raccontate da docenti e colleghe (anche io,come la mia collega Stefania,credo infatti che il nostro corso di laurea si concentri troppo sulla teoria, il più delle volte destinata ad essere poi dimenticata ) . In particolar modo ricordo l’esperienza personale descritta da una docente durante un laboratorio. Quest’ultima ci raccontò di un alunno autistico con il quale era difficile interagire,non sopportava la confusione,preferiva stare da solo e delle strategie utilizzate. Dal momento che l’alunno mostrava una sorta di “fastidio” nei confronti dei rumori e delle voci circostanti (l’insegnante ci disse infatti che alcuni autistici sentono una sorta di rumore di sottofondo continuo ed è per questo che tendono a coprirsi le orecchie con le mani ) l’insegnante doveva utilizzare un tono di voce pacato e sereno. Le esperienze descritte dalla dottoressa Giglio hanno arricchito la mia conoscenze rilevandosi di gran lunga più valide di molte pagine studiate. Affrontare realtà simili è dunque davvero difficile come lo è del resto il ruolo dell’insegnante, il quale può essere svolto con successo soltanto se alla base vi è amore,motivazione,volontà e passione.

Questa lezione è stata molto interessante soprattutto ascoltare l'esperienza della dottoressa Nunzia Giglio.Io non ho avuto ancora nessuna esperienza con bambini autistici quindi non posso condividere con voi le emozioni suscitate..!
Leggendo i vari commenti di esperienze dirette e personali con questi bambini posso dire che non è facile comunque stare a contatto con loro ma attraverso lo studio e le varie tecniche si può dare un valido aiuto, e offrire un sostegno anche alle famiglie garantendo un'equilibrio di vita più "sereno" affinchè la famiglia non si senta sola.

La lezione è stata molto interessante, la dottoressa Nunzia Giglio ci ha parlato dell'autismo e della sua esperienza. Non avendo nessuna esperienza con bambini autistici non posso esprimervi le emozioni suscitate,ma leggendo i vari commenti nel forum riguardanti le proprie esperienze sui bambini autistici ho notato che non è semplice stare a contatto con loro però attraverso lo studio e le varie tecniche si può contribuire ad aiutarli ed aiutare anche le famiglie.

dall'esperienza universitaria abbiamo dell'autismo solo nozioni teoriche che caratterizzano la patologia ricalcando soprattutto le difficoltà presentate da questi soggetti. Ma dall'esperienza vissuta, frequentando quotidianamente centri di riabilitazione, mi sono accorta di quante sfaccettature può presentare questo disturbo. ho osservato casi gravissimi in cui sono compromesse l'aree della comunicazione, dell'interazione sociale e del comportamento, ma anche casi che con programmi ad hoc sono recuperabilissimi; bambini che sanno contare che hanno capacità di comprensione ma che presentano stereotipie potuto osservare come programmi di interventi che prediligano la chiarezza visiva, la strutturazione degli ambienti e delle attività, costituiscono un qualcosa che consente a questi soggetti di comprendere i segnali ambientali. interessante è il TEACCH che non è un metodo, nè un tipo di trattamento, ma un servizio integrato di interventi, un programma che ha come fine lo sviluppo del miglior grado possibile di autonomia nella vita personale, sociale e lavorativa attraverso strategie educative che potenzino le capacità della persona autisitca

L'autismo è una patologia che spaventa un pò tutte a quanto pare , perchè estremamente complessa manifestandosi sotto forme diverse. E' il diverso che non capiamo, che ci spaventa, ma nel prendere come esempio la dott.ssa Giglio possiamo comprendere come con tanta passione, attraverso l'esperienza , l'impegno e lo studio si possono superare le difficoltà, si possono affrontare i problemi nella loro concretezza.

Non avendo mai avuto un contatto reale con un bambino autistico, la condivisione delle esperienze dirette con tali bambini, da parte della dottoressa Giglio, mi hanno consentito di avvicinarmi maggiormente a questa realtà dalle mille sfaccettature!
Durante la lezione, ho preso coscienza, da una parte, di come sicuramente è necessario avere conoscenze teoriche e specifiche riguardo a questa sindrome e dall’altra di quanto risulta fondamentale l’esperienza diretta con questi bambini.
Credo, inoltre, che sia fondamentale cercare di penetrare, seppur con discrezione e delicatezza, nel loro mondo per conoscerlo e laddove è possibile cercare di intervenire con esercizi semplici e ripetitivi, intervallati da pause durante le quali il bambino può fare ciò che più gli piace; esercizi questi finalizzati a migliorare la loro integrazione nei vari contesti di vita.
Inoltre ascoltando al dottoressa Giglio, mi sono resa conto che questi bambini sono di una estrema dolcezza, che però è nascosta, quasi intrappolata nella loro rigidità esteriore-fisica, che spesso li fa apparire “rigidi” scostanti” e anche pericolosi”.
Ho potuto rendermi conto che sono bambini che posso apprendere con successo; che sono bambini che hanno una mente capace di elaborare opinioni, preferenze, scelte e sentimenti.
Tra i vari approcci illustrati, non avevo mai sentito parlare del cosiddetto ”Denver Model”, che parte dal presupposto di ridurre l’istituzionalizzazione e indica come il trattamento deve focalizzarsi soprattutto sulla disabilità sociale. In particolare, di questo modello mi ha colpito il fatto che le famiglie devono essere a capo e seguire il trattamento dei loro bambini.

Leggendo i commenti e i pensieri delle mie colleghe su questo forum mi sono resa conto che siamo un po' tutte intimorite dall'autismo in quanto nessuna di noi si sente pronta ad affrontarlo. Qualcuna ha fatto presente che non ci sono stati dati strumenti per poter far fronte ad una patologia così complessa come questa ed io sono d'accordo con questa considerazione. Ne sappiamo a livello teorico ma la pratica è altra cosa e ce ne renderemo meglio conto quando saremo operative.
Io conoscevo già qualcosa sull'autismo, non solo per i vari corsi seguiti ma anche perchè ho avuto modo di conoscere un soggetto affetto da Sindrome di Asperger, un ragazzo a cui tale patologia è stata diagnosticata molto tardi, quando praticamente frequentava il liceo (ed aveva enormi difficoltà ovviamente!). La sindrome di Asperger è una forma di autismo molto particolare, e forse per questo più difficile da riconoscere, che non comporta particolari carenze cognitive ma provoca altri disturbi a livello motorio (lentezza e difficoltà nei movimenti) e a livello comunicativo-relazionale. Il ragazzo aveva una straordinaria memoria ed era in grado di svolgere compiti cognitivi ritenuti normali per la sua età, ma era lentissimo nei movimenti, non sosteneva lo sguardo, aveva stereotipie varie, etc. Purtroppo i genitori e i terapisti sono intervenuti con un bel po' di anni di ritardo! Credo che ci sia stata reticenza da parte dei genitori ad ammettere che il figlio avesse un problema. Anche gli insegnanti, tuttavia, avrebbero potuto intervenire con maggiore efficacia! Questo per dire che il compito dell'insegnante (non solo quello di sostegno) è fondamentale per poter comprendere situazioni in cui è necessario intervenire con prontezza e professionalità. Il lavoro dell'insegnante di sostegno con un soggetto autistico è decisamente una sfida! Durante il mio primo tirocinio di didattica aggiuntiva, anche se non seguivo io personalmente il caso del bambino autistico (che faceva parte di un'altra classe) ho assistito ai tentativi dell'insegnante di sostegno di affrontare le problematiche quotidiane presentate dal bambino e non era cosa facile!
Affrontare l'autismo spaventa, ma spero di riuscire a mettere a frutto le mie conoscenze e a trasformarle in competenze ed abilità se mi si presenterà l'occasione di lavorare con bambini affetti da questa patologia.

La Prof. Nunzia Giglio ci ha fornito molti chiarimenti e delucidazioni inerenti al concetto dell'autismo.
non è sempre facile il passaggio dalla teoria alla pratica, mettere in atto ciò che si apprende dai libri.
la prof. Giglio attraverso i suoi inteventi ci ha fatto calare nel ruolo dell'insegnate di sostegno analizzando le varie sfacettature del rapporto tra insegnate e bambino disabile.

La lezione sull’autismo è stata molto interessante.
La dottoressa Giglio, durante la lezione, non solo ha fornito degli spunti teorici fondamentali che mi hanno aiutato ad approfondire la mia conoscenza sull’autismo, ma ha anche trasmesso in maniera appassionata la sua esperienza di educatrice nel campo della disabilità. Per me questa si può definire una lezione significativa , perché nel campo dell’insegnamento, teoria e prassi vanno di pari passo.

Definire l'autismo significa "avere uno sviluppo notevolmente anomalo o deficitario dell’interazione sociale e della comunicazione e una marcata ristrettezza del repertorio di attività e di interessi".al di la del significato letterale che una persona può conoscere secondo il mio punto di vista è cosa ben diversa vivere in una situazione in cui è presente un bambino autistico.Personalmente svolgendo il tirocinio non mi è mai capitato di essere stata assegnata ad un bambino autistico quindi le mie conoscenze rimangono allo studio sui libri anche se per me è molto più importante fare esperienza, ascoltando le parole della Dott.Giglioche ha vissuto esperienze dirette,ho scoperto molte più cose,sono rimasta veramente contenta perchè questi interventi di persone di cosi tanta esperienza possono essere solo più che positivi per noi che ci avvieremo a breve nel mondo dell'insegnamento.Tutto questo ci permette di avvicinarci ad un tema cosi delicato e ci prepara all'eventualità di saper accogliere un bambino autistico

svolgendo il tirocinio non mi è mai capitato di essere stata assegnata ad un bambino autistico ed è per questo motivo che l'intervento in aula della Professoressa Nunzia Giglio e l'intera lezione mi hanno fornito molti chiarimenti e delucidazioni inerenti al concetto deull'autismo che hanno reso la lezione molto interessante.

La dottoressa Nunzia Giglio ci ha parlato delle varie teorie sull'autismo e delle sue esperienze con i bambini autistici.La cosa che mi ha colpito di più è stata la sua esperienza con una bambina di tre anni e mezzo.Ci ha raccontato che questa bambina sbatteva continuamente la testa al muro e le maestre dicevano di lasciarla stare,invece Nunzia con molto coraggio l'ha presa e l'ha stretta tra le sue braccia e così la bambina si è calmata.Io mi sono chiesta chissà cosa avrei fatto io in questa situazione.Spero di avere tanto coraggio con questi bambini e di aiutarli nel modo giusto perchè non è facile stare a contatto con loro.

Conosco l'autismo da un punto di vista teorico, l'argomento è affrontato in molti esami di didattica aggiuntiva e in diversi del percorso di base. Se ne parla tanto ma credo che da un punto di vista pratico, nonostante il tirocinio specialistico,poche di noi saprebbero approcciare con un bambino autistico.E' stata interessante la lezione della Dottoressa Giglio sui modelli ma ho trovato preziosi i consigli pratici su come fare per ottenere il contatto visivio, una richiesta, una risposta e magari un'interazione.Sono tornata a casa con il desiderio di saperne di più e con una piacevole voglia di nutella!

:-)

LA LEZIONE SULL'AUTISMO E' STATA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA IN QUANTO LA DOTT.NUNZIA GIGLIO CI HA RACCONTATO LE SUE ESPERIENZE CHE POTRANNO ESSERCI DI GRANDE AIUTO QUANDO DIVENTEREMO DELLE INSEGNANTI DI SOSTEGNO.
SPESSO HO SENTITO PARLARE DI BAMBINI AUTISTICI CHE SONO MOLTO AGGRESSIVI ,MA DURANTE LA MIA ESPERIENZA DA TIROCINANTE HO INCONTRATO LO SGUARDO DOLCE DI UN BAMBINO AUTISTICO.

L'autismo lo conosco sotto l'aspetto teorico grazie all'esperienze di molti esami di didattica aggiuntiva, ma anche grazie al tirocinio in cui ho avuto la possibilità di osservare alcuni casi che non erano stati affidati direttamente alla mia attenzione.I bambini autistici si fanno notare!Hanno bisogno di molta attenzione e cure!Ricordo che un paio di anni fà una docente di sostegno era costretta a rinchiudersi con il bambino affetto da autismo in un aula vuota senza distrazioni.Qui, la docente, praticava alcune attività che aiutavano il bambino a stabilizzarsi e calmarsi, poichè molto spesso era soggetto disturbatore per la classe.

Personalmente non ho mai avuto un'esperienza diretta con questo tipo di disabilità, ma ho avuto modo di studiare e approfondire questo argomento nei libri di testo previsti da alcuni esami della didattica aggiuntiva. Ho trovato comunque, molto interessante questa lezione, in quanto oltre alla teoria, la professoressa Giglio ci ha dato delle indicazioni preziossime che potremo sfruttare in fututo esercitando il lavoro dell'insegnate di sostegno. La seconda parte della lezione, relativa alle metodologie che si possono usufruire, quindi il TEACCH, IL LOVAAS MODEL e IL DENVER MODEL, è stata veramente significativa e a parer mio preziosissima. Io, infatti, conoscevo solo il Teaach e ho trovato molto interessante conoscere queste altre due metodologie. Mi piacerebbe approfondire ulteriormente questo argomento, magari attraverso ulteriori lezioni della professoresa Giglio.

ASCOLTANDO LA LEZIONE PRECEDENTE SULL'AUTISMO CON LA DOTT.NUNZIA GIGLIO HO ACQUISITO NUOVE CONOSCENZE CHE POTRO'UTILIZZARE NELLA MIA FUTURA ATTIVITA' DI INSEGNANTE.