mariasignoriello76 Ven Gen 20, 2012 11:12 pm
L’estetica quanto conta nella nostra vita?
Per molti davvero tanto.
Per molte donna è una vera e propria schiavitù.
Da un testo di Fatema Mernissi (che io credevo fosse solo una sociologa marocchina, invece, la prof. mi ha detto che non è così): mentre l’uomo musulmano cerca di affermare il suo dominio maschile controllando lo spazio, non permettendo alla donna di frequentare spazi pubblici, l’uomo occidentale cerca di farlo manipolando tempo e luce. Considera la donna ideale quella quattordicenne, sia per il corpo sia perché infantile. L’uomo occidentale mette, pertanto, in atto atteggiamenti molto più pericolosi di quelli degli uomini musulmani.
Lo spazio privilegiato della modernità, il suo luogo topico di esercizio del potere è il corpo dal quale si prevedono misure, movimenti e performance precisi fino ad arrivare al moderno culto del fitness: di un corpo da vetrina, da esposizione, un corpo scultura. Tali caratteristiche sono state individuate nel corpo della donna che è diventato modello di bellezza e di riferimento, che deve essere armonioso.
Tutto questo ha posto buona parte delle donne alla continua ricerca di una perfezione, ma solo per piacere non a se stesse ma all’uomo, agli altri, per essere accettate in una società che ci “categorizza” per belle, brutte, magre, obesi, brufolose, quattrocchi, non alla moda….. Ci sono stati anni in cui la donna ha lottato per non essere più sottomessa, ha conquistato diritti, la possibilità di essere libera di gestire il proprio corpo e la propria vita.
Molte donne agendo in tal modo si RI-pongono in situazioni di subordinanza, non solo nei confronti del genere maschile, ma dell’intera società accettando di uniformarsi, omologarsi, piuttosto che apprezzarsi ed affermarsi per quello sono e per come sono anche esteticamente.
Ormai tra meno di due mesi compio 36 anni, non sono ancora “vecchia” però sicuramente tra non molto si vedranno i primi segni della mia età, ciò (almeno penso) non mi spaventa, anzi ho sempre pensato che si tratti di segni non dell’età, ma di testimonianze delle nostre esperienze.