danielatesone Mar Gen 31, 2012 2:16 pm
In aula abbiamo affrontato il caso Orlan. Orlan È considerata un’artista che rappresenta i criteri estetici standard della nostra società, e che si è fatta impiantare artificialmente sulla fronte due bernoccoli come segno di lotta contro gli attuali canoni estetici affinché si parli di un nuovo corpo. Utilizza la chirurgia criticandola per dimostrare che la bellezza può assumere sembianze che non sono considerate canonicamente belle, l’immagine della donna, l’estetica femminile che raffigura la donna perfetta, giovane, magra e bella. Io mi domando : come può una persona arrivare a fare tutto ciò??
Io sono d’accordo con la chirurgia estetica soltanto se questa aiuta ad aumentare l’autostima e farci stare bene con noi stesse, ma se la chirurgia deve diventare un modo per “apparire”, come nel caso della Cipriani che non trovando lavoro in tv si è rifatta il seno con una taglia 6 per far parlare di sé, allora non sono più d’accordo! La chirurgia deve essere un modo per risolvere problemi e non per mostrarci più belle agli altri!!
Per quanto riguarda Orlan ho trovato un articolo nel quale viene definita MUTANTE CONTEMPORANEA:
La ricerca intorno al tema della propria identità, la lotta contro la mercificazione del corpo femminile, la possibilità etica di riprogettarsi oltre le imposizioni del controllo legale.
Mutante contemporanea e sperimentatrice coraggiosa, Orlan, figura inscindibile dalla body art e capofila della carnal art, indaga sulla sua pelle l’esigenza di “rimettersi al mondo di nuovo”, interpretando il corpo in termini chirurgici, come materia da plasmare e refigurare, per verificarne le potenzialità metamorfiche.
Nove operazioni-performances di chirurgia plastica, in cinque anni, ispirate da un progetto di ridefinizione facciale archetipica, hanno progressivamente trasformato il suo volto in quello di una creatura simile ad importanti modelli iconografici della storia dell’arte come Diana, Europa, Venere, Psiche e la Gioconda.
Una metamorfosi fisica e di identità per una ricerca orientata ad esplorare spazi altri della mente, capaci di capovolgere il principio cristiano del verbo che si fa carne in carne che si fa verbo.
Modificarsi in identità diverse dal genere di appartenenza ha permesso all’artista di sondare un territorio dove il vero e il verosimile, il reale e l’apparente convivono in un mistero trinitario. Rimangono il corpo dell’artista o il materiale in esubero dei suoi interventi chirurgici, “disseminato” sulle sue opere, a certificare che un frammento di realtà si è inserito in un vortice irrequieto e surreale, dando vita ad una nuova esistenza.