emanuelapetrellese Dom Gen 15, 2012 12:43 pm
L'esperienza fatta in aula è stata senz'altro molto particolare.
Secondo me la rofessoressa ci ha fatto bendare per avvicinarci un pò di più al mondo dei disabili, per farci capire nel concreto cosa significa non vedere.
Nella vita di tutti i giorni le persone cosiddette normodotate, a mio parere, danno per scontato molte cose, proprio perchè abbiamo tutto a nostra disposizione, non facciamo caso ai dettagli, che magari possono riguardare il tono della voce, la postura, l'espressione di un viso, gli atteggiamenti di una persona.
Penso inoltre che delle persone cieche, o sorde, o mute hanno capacità che noi non abbiamo, ad esempio possono capire semplicemente dal tono di voce se qualcuno è triste, felice, se si sente solo, ecc... Oppure semplicemente guardando negli occhi una persona riescono a capire gli stati d'animo altrui, riescono a vedere i puù piccoli dettagli di una foto, di un paesaggio o di qualsiasi altra cosa; riescono a vedere o a captare cose di cui io, ad esempio, non mi accorgerei nemmeno, perchè sono in grado di perfezionare le loro abilità, a scapito delle loro "mancanze", insomma riescono ad avvertire cose che io non sarei mai in grado di sentire.
Tutto questo l'ho avvertito nel momento in cui mi sono bendata e ho ascoltato le poesie recitate dalla professoressa, sono riuscita ad ascoltare ogni singola parola, senza benda probabilmente non avrei potuto farlo, forse perchè mi sarei lasciata distrarre da qualcosa, come la gestualità, la luce o le persone presenti in aula.
Ho potuto comprendere gli stati d'animo di chi ha scritto quelle poesie, infatti ho avvertito spesso il sentimento della solitudine, l'inadeguatezza o la voglia di non sentirsi etichettati come persone diverse, perchè in fondo tutti siamo diversi o per un modo o per l'altro e non dobbiamo assolutamente sentirci superiori ai cosiddetti disabili, in quanto essi sono capaci di sviluppare capacità per noi inimmaginabili!
cara Emanuela,
come rispondevo a Michela poco fa,
possiamo davvero poco entrare nella mente dei non vedenti,
ma già 'risvegliare' i nostri sensi attraverso esperienze
e riflessioni può fare di noi delle persone più attente e
sensibili.
la docente