buona sera.
Io vorrei proporvi una riflessione generale che riguarda tutti e tre i video. Sono ovviamente d'accordo con tutte voi, è difficile pensare che oggi si debba ancora assistere a difficoltà cosi gravi causate dalle barriere architettoniche.
Nonostante ciò quello che la signora ha detto nel secondo video mi ha fatto riflettere. Lei è diversamente abile dal 74 e quindi ha vissuto sulla propria pelle i vari cambiamenti in positivo che ci sono stati per favorire una viabilità sempre maggiore. "ma ovviamente c'è ancora molto da fare". ripensando a questa frase, a quello che ho visto , sopratutto nel primo video mi sono chiesta : ma è davvero cosi? noi dobbiamo davvero aspettare che le istituzioni rimuovano le barriere perchè tutto sia a posto?.
Mi è venuto in mente che c'è un rapporto ambivalente tra pratiche istituzionali e pratiche culturali.
voglio dire, che questi video mi fanno sentire in un mondo di "politically correct": "sei disabile? ti faccio la pedana e poi non mi interesso più se quella pedana funziona, è effettivamente valida, se si puo migliorare il servizio". "Io stato ti ho dato quello che ti serviva, ora veditela tu". La cosa allucinante non è solo la pedana non funzionante però, è che il comportamento istituzionale rispecchia il comportamento culturale e viceversa. La pedana non funziona, ma l'addetto non può liquidare le persone in quel modo, il ragazzo che accompagnava la persona diversamente abile si è scontrato con un muro culturale non istituzionale! Cosi come la persona disabile che trova parcheggiato troppo vicino alla sua macchina , o nel suo posto, o sui marciapiedi, davanti alle pedane. Quello non è mancanza istituzionale, è mancanza culturale. Le istituzioni devo fare di piu ma nn solo sul pratico, anche e sopratutto sull'educazione culturale delle persone. Le barriere architettoniche vanno combattute, ma insieme, non è una "guerra tra poveri".
se si educa positivamente a vivere le persone diversamente abili come persone che arricchiscono e non che provocano disagi, o addirittura che sono "avvantaggiati dalla legge", si potrebbe creare un fronte comune e quindi all'abbattimento di una barriera architettonica potrebbe naturalmente seguire,non solo da parte delle persone diversamente abili e le relative associazioni, il suo continuo sollecito,per manutenzione,oppure per evitare che qualcuno ne usufruisca in maniera inappropriata.
scusate se mi sono dilungata, non ho il dono della sintesi :-)
L'orologio
mi alzo dal letto mi alzo e trovo difficoltà a sedermi sulla sedia, divido la mia stanza con mia sorella e tra i 2 letti c'è poco spazio
vado in bagno il mio bagno è strettissimo, troverei forti difficoltà
faccio colazione la mia cucina è troppo alta non potrei essere autonoma
mi vesto non posso, il mio letto blocca l'armadio, devo spostarlo
esco di casa: due rampe di scale non esistono ascensori, ne pedane.non posso uscire
abito nella parte alta del paese per arrivare alla fermata del pulmandevo fare 10 minuti di camminola discesa che devo fare per arrivare alla fermata del pulman è troppo ripida, la strada pianeggiante è priva di marciapiedi con pedane.la fermata del pulman la devo aspettare per strada
entro nel pulman il pulman è sprovvisto di pedana, devo aspettare quello dopo e sperare che abbia la pedana, ma non ferma al treno e dovrò percorrere un tratto di strada accidentato, senza marciapiede e con i sanpietrini, da evitare! non posso prendere la cumana!
il pulman mi porta alla cumana per accede alla cumana c'è prima un marciapiede senza scivolo. se qualcuno mi aiutasse comunque la cumana non è attrezzata per farmi accedere.
dopo 40 minuti di cumana arrivo a montesanto, prendo la funicolare a montesanto all'interno della stazione c'è per la carrozzella, lo scivolo e la pedana per accedere.
prendo la funicolare!!!
esco al corso vittorio emanuele e
percorro a piedi il tratto fino all'
università la pedana mi permette di uscire dalla funicolare, ma i marciapiedi sono senza pedane, il piu delle volte dovrei salire e scendere dal marciapiedi(senza pedane) perche sono tutti parcheggiati sui marciapiedi e non c'è spazio.
entro all'università e seguo i corsi arrivo all'università e posso accedere ai primi 4 piani perchè c'è l'ascensore. se devo salire c'è la pedana mobile.
esco dall'università e faccio il tragitto a ritroso : funicolare, cumana pulman salita ripida a piedi e torno a casa esco dall'università e ritrovo tutti gli impedimenti per per tornare a casa. Se scegliessi di prendere un il c16 fino alla cumana non ho visto pedane nel c16
scendo le scale del piano di sotto e aspetto il bimbo per fare lezioni di doposcuola non posso accedere alla mia casa e alla mia stanza per lavorare
finito il lavoro salgo al piano di sopra cerco di fare qualche faccenda domestica e di preparare la cena. non posso salire al piano di sopra dove sono tutti, cerco di riordinare la casa ma i mobili sono in una posizione poco comoda per potersi muovere. non passo. la cucina è troppo alta. non preparo la cena
sto al computer per un pò , faccio la doccia e poi vado a dormire sto al computer, non posso accedere alla doccia, non ho una vasca. vado a dormire
Praticamente un incubo! mentre scrivevo ho fatto partecipe i miei genitori di questo esercizio, piu scrivevo piu si incupivano, non volevano pensare con me a questa possibilità, sopratutto mio padre che era ampiamente sconvolto. Soptrattuto perchè poi dopo un iniziale emotivo rifiuto, abbiamo iniziato a ragionare. ora nn potrei far nulla, ma se succedesse loro metterebbero delle rampe mobili in casa, degli scivoli, cercherebbero di agiustare il bagno, la cucina non credo perchè sono una pessima cuoca comunque
però abbasserebbero il fornetto eheehe.
per l'esterno è sorto il grande prblema, hanno trovato la soluzione abbastanza confortante, solo che poi ci siamo chiesti...e i soldi? hanno detto che avrebero comprato una macchina adatta cosi mi sarei potuta muovere almeno per andare all'università. Ma oltre i soldi pensando al mio paese, tutto sarebbe complicato anche andare a comprare il pane.
c'è da lavorare!!!! lo si deve fare insieme! e il contesto aiuta sempre! non bisognerebbe far vivere il diversamente abile da solo la sua esperienza cosi come nn va asciata sola la famiglia.
buon anno a tutti, sperando che la sensibilizzazione porti via via ad anni sempre meno carichi di gente che no vuole sapere, che fa finta, e di assessori che dimenticano che ruolo occupano nella società.