6. lezione sul Braille - incontro con Palladino (chiude il 27 gennaio)

Grazie a molte per i numerosi approfondimenti sul tema, sono stati veramente istruttivi!

L'incontro con Palladino ha coinvolto ed emozionato tutti.Il modo in cui è riuscito ad alzarsi e proseguire il suo cammino al buio è davvero ammirevole,ma penso che sia una virtù che solo le persone semplici possano avere. La generazione del signor Palladino era abituata a compiere molti sacrifici per sopravvivere perchè la vita per loro non poteva essere sprecata in quanto le veniva attribuita un valore inestimabile pur essendo piena di avversità.Oggi, dove tutti cercano di uniformarsi ai modelli di perfezione,sembra difficile trovare persone così forti,perchè generalmente tutti tendiamo a deprimerci quando qualcosa non va nel verso giusto!

La serenità con cui il sign. Palladino ci ha descritto la sua condizione è stato disarmante!! Ma tra tutto la cosa più bella è stato l’avere davanti una persona, che nonostante tutto è riuscito a non rinunciare a niente, vivendo la sua vita così come la vivrebbe una persona “normale”. Avere amore, figli e fare della propria disabilità gli attrezzi del proprio lavoro al fine di aiutare altri bambini nella sua stessa situazione. Mi chiedo che sensazione dia, non poter mai più vedere la luce del sole e della luna, io stessa non so come reagirei, però so che mi piacerebbe trasmettere ai bambini con lo stesso problema, lo stesso calore e la stessa serenità avuta da Palladino.

E’ stato veramente molto emozionante ascoltare la storia del signore Palladino, uomo rimasto cieco all’età di 13 anni a causa di un ordigno inesploso dei tedeschi. Il modo in cui ci ha parlato della sua vita ricca di emozioni e di esperienze, una vita vissuta “senza darsi limiti”, senza privarsi di studiare, di amare una donna e di crearsi una famiglia, mi ha fatto capire ancora una volta di quanto sia piena di amore e di speranza la vita di molte persone con handicap. Spesso dimentichiamo di essere tanto fortunati, creandoci problemi a volte anche insignificanti...eppure, grazie a questo corso, mi sto rendendo conto sempre di più di quanto possono insegnarci queste persone con handicap. Sono pienamente d’accordo con la mia collega Myriam Cocorullo: “l'unica differenza tra gli esseri umani non è data dalla "diversa abilità", ma dal cuore e dalla propria voglia di vivere”.
E noi abbiamo ancora tanto da imparare da queste persone.
Mi ha colpito tanto anche la testimonianza della figlia, la quale ci ha parlato del padre come una persona speciale che, nonostante tutte le difficoltà, non ha mai fatto pesare ai suoi figli il disagio che ha vissuto.
Inoltre è da ammirare anche il suo impegno nell'insegnare la scrittura braile, ritenuto da lui stesso uno strumento utile non solo alle persone non vedenti, ma sopratutto alle future insegnanti di sostegno.
Ringrazio il Signore Palladino che, attraverso il suo magnifico racconto della sua esperienza di vita, mi ha regalato delle ore piene di emozioni.

Tonia Trotta

E’ stato interessante ascoltare la storia del signor Palladino: una vita segnata dalla grave perdita della vista. Proprio vicino casa mia vive un ragazzo che sin dalla nascita non ha mai potuto vedere. Spesso guardandolo mi sono chiesta come può e fa ad accettare tutto questo. Io non riesco ad immaginare una vita nel buio! Eppure molti pur vedendo con i loro occhi si perdono nel banale, nella superficialità delle cose. Penso che le persone non vedenti proprio per il fatto di avere questo deficit siano costrette ad utilizzare al massimo gli altri organi percettivi e pertanto riescano a sentire e comprendere le cose dal profondo. In loro c’è e resterà per sempre la forza dell’immaginazione, quella forza che ti spinge al di là della realtà e che spesso si rivela anche più bella di come lo è effettivamente.

Dall’articolo che ha inserito la mia collega Luciana Palumbo
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/persone/libro-non-vedenti/libro-non-vedenti/libro-non-vedenti.html

mi hanno colpito le frasi :
<<La cecità toglie, certo. Ma in certe condizioni può perfino dare.
Noi non siamo esseri umani con un senso in meno del normale, siamo persone che costruiscono la propria normalità su quattro sensi. E non v'immaginate quanto ci stia, in quattro sensi >>

E’ verissimo! E’proprio la stessa sensazione che ho provato in classe durante la simulazione. Eravamo bendate e, durante l’ascolto di quei versi letti dalla professoressa, ho provato una sensazione mai vissuta in vita mia: inizialmente mi sono sentita spaesata perché, non potendo guardare, sentivo come se qualcosa mi mancasse...non riuscivo a prestare attenzione in quelle parole che mi venivano lette.
Dopo un poco, forse dopo mezzo minuto, ho ritrovato quella luce che mi mancava, sentivo come se il buio non fosse più un grande ostacolo per me...riuscivo ad ascoltare le frasi lette dalla professoressa, ma le ascoltavo con il cuore, e avvertivo un senso di calore...riuscivo ad immedesimarmi nelle parole di quelle persone, di quei bimbi, loro, persone non vedenti, ma che in fondo, non vedono quello che noi riteniamo che debba essere visto, ma che in realtà vedono molto più di quello che possiamo vedere noi. E con ciò mi riferisco a quello che ho visto io in quei minuti, quando ero bendata; malgrado il buio, ho “visto” tanto, ho visto cose alle quali fino a quel momento non avevo mai dato importanza: quelle parole mi penetravano sempre più, e mi sembrava di guardare realmente le persone che hanno scritto quei versi, di sentire la loro voce che chiedeva aiuto; mentre toccavo il banco, e poi la sciarpa che mi avvolgeva il capo, mi sembrava di toccare la mano di quei bambini...
E poi sospiravo, sospiravo, sospiravo...

Fino a quel momento non avevo mai ascoltato un qualcosa senza poter osservare cosa mi circondasse,
non avevo mai toccato un oggetto senza guardarlo,
forse perchè non sono mai riuscita a tenere veramente gli occhi chiusi.
In questa esperienza in classe, si può dire che per la prima volta ho guardato attraverso gli altri i sensi,
notando le emozioni che, per esempio, ti dà l’udito (senza essere accompagnato dalla vista).
Per la prima volta ho visto nel buio.

Grazie professoressa per questa splendida esperienza!
Tonia Trotta

Anch'io qualche sera fa ho visto il programma "Wild oltrenatura", in cui è stata trasmessa la storia di Joanne Fluke, ballerina di 34 anni, affetta dalla Sindrome da Regressione Caudale.
E’ bellissimo guardare la semplicità e l’amore con cui affronta la vita questa donna; riuscire a svolgere tutte le attività quotidiane, senza modificare neanche un angolo della propria casa, è un gesto che dimostra il forte coraggio, la determinazione, l’amore per se stessi e la voglia di andare avanti di questa ragazza.
Joanne non vive il suo stato come una disabilità, e quindi vuole a tutti i costi vivere come gli altri, non permettendo mai alla sua condizione fisica di limitarle la possibilità di fare qualche cosa. La madre di Joanne crede che lei non abbia mai pensato che l’handicap la limitasse: è il suo modo di essere, e se non fosse così, non sarebbe più lei”.
Joanne è anche una bravissima ballerina; malgrado il suo handicap, è riuscita a coltivare questa forte passione per il ballo, infatti il suo amore per la danza l’ha portata anche a vincere un concorso di danza.

Questo è un altro straordinario esempio di resilienza, dal quale non possiamo fare altro che imparare.

Tonia Trotta

Sei passi per avvicinarsi al braille.

Ringrazio Alessandra Cipollaro per aver condiviso con noi il video sulle tecniche da utilizzare coi i bambini non vedenti, per lo sviluppo e il consolidamento dei prerequisiti cognitivi, operativi, percettivi e spaziali utili all'apprendimento del Braille.
Purtroppo la maggior parte dei corsi che seguiamo per la didattica aggiuntiva, ci trasmettono solo tante nozioni teoriche, senza dare spazio alla pratica e alla spiegazione di tecniche concrete da utilizzare con bambini portatori di handicap. E pensare che basterebbe un filmino ogni tanto per renderci le cose più comprensibili.
Questo video l’ho trovato davvero molto interessante.

Dall’ intervento inserito da Criscuolo Maria Assunta:
<<Quando incontrate un non vedente per strada, pensate per prima cosa che si tratta di una persona come tutte le altre, con qualche difficoltà in più dovuta al fatto che non può esplorare la realtà circostante con la stessa facilità di un vedente. Se sentite di doverlo aiutare, avvicinatevi con garbo, sapendo che un non vedente che si trovi in difficoltà non rifiuterà il vostro aiuto, ma consapevoli anche del fatto che, se quel cieco è riuscito ad arrivare fino a lì, significa che come minimo sa muoversi da solo per la strada e probabilmente sta facendo un percorso abituale che conosce a menadito. Perciò, se il vostro aiuto viene rifiutato, non abbiatevene a male: tra i ciechi, come tra tutte le persone del mondo, ci sono quelli più socievoli e quelli più solitari>>.

La frase che mi ha più colpito è stata:
<<se il vostro aiuto viene rifiutato, non abbiatevene a male: tra i ciechi, come tra tutte le persone del mondo, ci sono quelli più socievoli e quelli più solitari>>.
La penso proprio come la mia collega Maria Assunta, in quanto non bisogna aiutare queste persone (e soprattutto i bambini, nel caso degli insegnanti di sostegno) solo a livello scolastico, o solo perché lo riteniamo quasi un dovere affiancare e proteggere chi ha bisogno ed è in difficoltà, o addirittura perché queste persone ci fanno tenerezza o, a volte, anche tristezza. Bisogna aiutare queste persone attraverso il “calore umano”, facendoli sentire parte di una società o di un gruppo che non fa differenze per le abilità che ognuno di noi può avere.

E con questo mi ricollego anche ad una frase scritta da una persona non vedente e letta dalla professoressa durante la simulazione in classe:
<<Veniamo chiamati portatori di handicap, ma perché!?
Avete mai sentito chiamare una persona “portatore di occhi azzurri”
oppure “portatore di miopia!?”
E allora anche io voglio essere chiamato per nome.
Chiamatemi Giovanni!>>.

Questo è solo un esempio che spiega come queste persone si sentano tanto scartate dalla società, anche solo per la terminologia usata nei loro riguardi.
Dobbiamo accoglierli con il cuore e farli sentire veramente parte di noi.

Tonia Trotta

[justify]ho assistito alla lezione del pr. Palladino e mi ha colpito l'allegria e la forza di carattere di quest'uomo che non solo non si è voluto arrendere ad un evento che gli ha cambiato la vita, ma quotidianamente, con il suo lavoro, si impegna affinchè anche gli altri non perdano la speranza. Mi ha meravigliato la frase: "voi diventerete il mio sturmento", siamo per lui la speranza per tanti bambini che di noi hanno bisogno e se penso alle sue parole mi rendo conto come nella sua semplicità questa frase è meravigliosa e condensa tutto il senso del nostro lavoro. Noi future docenti siamo il mezzo che consentirà ai bambini che ci verranno "consegnati" di aprire le porte del loro futuro, dobbiamo fornire loro gli strumenti più adatti per interpretaree la realtà che li circonda, per affrontarla e vincere le difficoltà.Ringrazio la professoressa Briganti per questa opportunità e ringrazio con stima e ammirazione il Prof. Palladino che si è prestato e dal quale ho imparato una nuova lezione di vita. PS. Sono contenta che questa esperienza si concretizzi con un corso che ci insegnerà la Santa Scrittura.
Angela Vastano

L’incontro con il signor Palladino è stato emozionante, significativo e molto più istruttivo di molti testi pieni di definizioni, spiegazioni teoriche che non arrivano mai al cuore. La sua esperienza è il più grande insegnamento che avrei potuto ricevere in questo ambito…Persona coraggiosa, allegra, piena di vita e di entusiasmo che in seguito all’incidente che gli ha procurato la cecità, ha saputo reagire con forza e determinazione. Persona davvero eccezionale come la storia della sua vita… La vita a volte può toglierti qualcosa e bisogna attendere prima che essa ci ricompensi diversamente in modo da poterla affrontare con dignità, a viso aperto. La vita di questo grande uomo infatti, cambia radicalmente con lo scoppio di un proiettile di mitragliatrice che lo ferisce in pieno volto e la prima parte della sua infanzia termina così, nel dolore di questo calvario che avrà però la capacità di offrirgli nuove opportunità di vita, rendendolo forte e generoso ancora oggi, nonché un uomo molto impegnato nel sociale, particolarmente con la sua attività per non vedenti e ipovedenti. Ci ha raccontato la sua storia senza mai nascondersi, tra ironia e serietà…..SE POTESSI DORMIREI SEMPRE PERCHE’ NEI SOGNI IO VEDO…questa sarà una delle frasi che non dimenticherò mai!!!!

Questa lezione mi ha dato l'occasione di ascoltare per la prima volta la testimonianza fatta da un uomo cieco.
E' stato emozionante e divertente allo stesso tempo. Mi ha fatto riflettere sul significato della vita, come da un giorno all'altro essa può cambiare, o magari accadere che può privarci di qualcosa che abbiamo da sempre utilizzato, proprio come accade al prof.Palladino , che ha perso la vista a circa 13anni.
Dalla vitalità che mi ha trasmesso sembra che non ha subito nessun incidente grave nella sua vita, anzi ha avuto l'audacia di reagire, di combattere le sue sofferenze, creandosi una famiglia, saper amare chi ci sta intorno, insomma proprio come avrebbe fatto un uomo "normale".
Mi ha sorpresa ascoltare anche quei consigli che ci ha potuto dare a noi , future insegnanti di sostegno, e Interessante è stata la tecnica del Braille, quel sistema di scrittura a rilievo per i non vedenti, che permette a tali soggetti di avere una propria autonomia.
Da questa lezione ho avuto la conferma che non bisogna mai discriminare i soggetti con un defic , perchè a volte (come oggi) , sono proprio loro a darci "lezioni di vita".

La testimonianza del signor Palladino mi ha emozionato tantissimo. Ascoltando la sua storia la prima cosa che mi è venuta in mente è: "come fa una persona che fino a 13 anni vedeva benissimo a vivere poi in una condizione di buio totale?" Guardandolo ho visto una persona felice, una persona che nonostante i problemi ha preso di petto la vita, affrontandola con forza. Un uomo che oggi si impegna affinchè tutti gli uomini affetti da cecità possano attraverso il Braille condurre una vita autonoma.
MARIA LUCIA FONTANA

Le parole del Professore Vincenzo Palladio mi hanno spinto a percepire la cecità in maniere diversa, infatti , come afferma il dott. Bruno Palmese , la cecità non è sensoriale ma culturale. Nelle parole del professore è emerso il suo grande amore per la vita , il suo coraggio e la voglia di non arrendersi mai anche di fronte a un evento tragico quale la perdita della vista a soli 13 anni.
“ Chi ha perso qualcosa deve colmare quel vuoto” e lui questo vuoto lo ha colmato con una vita fatta di lavoro doveri , satura di gioie e amore tra i quali spicca il suo infinito amore per donna Luisa. Una vita alla pari , e forse anche al di sopra , dell’uomo comune,di colui che non riesce a vedere con gli occhi dell’anima. Il mondo lo vede sempre,quando sogna a tal punto che vorrebbe sognare sempre. Le sue parole ci hanno fatto comprendere ancor più la delicatezza e la sensibilità del nostro futuro lavoro “ l’insegnante deve donare una carezza al bambino non vedente perché egli ha bisogno di sentire il calore e l’affetto che siamo in grado di dargli , bisogna accompagnarlo e fargli vivere il suo cammino. Lezione stupenda , grande esempio di vita e di resilienza.

Oggi in aula c'è stata una bella ed emozionante testimonianza del signor Palladino.E' una persona serena, sostiene che non gli è mancato perfettamente niente. Ci ha chiesto a noi future insegnanti di dare ai bambini, in particolare ai non vedenti, il calore umano, di donare tante carezze, di dare l'affetto ed esprimerlo in tutti i modi .Ha detto che chi perde qualcosa deve colmare quel vuoto e lui si sente "ricco". Palladino mi ha lasciato davvero tanto, in poche ore, mi ha trasmesso ancora di più il desiderio di stare con i bambini .

L'incontro con il signor Palladino è stato molto emozionante.
Da ammirare la grande personalità di quest'uomo...che si è aperto,si è raccontato,mettendo fuori anche le sue fragilità senza timore...un uomo che ha saputo combattere,reagire...è LA PROVA EVIDENTE CHE NON BISOGNA MOLLARE MAI!
Fondamentale in tutto qst anche la tecnica braille grazie al quale persone non vedenti possono avere la propria autonomia!

La giornata di giovedì è stata davvero emozionante e di insegnamento! E' stato straordinario ascoltare le parole di un uomo così forte e tenace davanti a un incidente che come lui stesso dice "gli ha spezzato le ali".......non tutti abbiamo questa forza e questo coraggio purtroppo:(
Mi sono commossa nell'ascoltare le sue parole quando ha ringraziato la vita per tutto quello che gli ha dato(parlando anche della sua numerosissima e splendida famiglia) e ha augurato a noi la stessa fortuna...ecco forse è arrivato il momento di apprezzare di più quello che abbiamo.Per me è stato importante ascoltare i suggerimenti del professore per un nostro eventuale approccio con una persona non vedente anche perchè si ha sempre paura di sbagliare! Quando ci ha detto di non chiudere tra quattro mura queste persone e di portarli a fare una passeggiata descrivendo tutto ciò che c'è intorno per farglielo "vedere" mi ha fatto capire che in realtà sono tante le cose che possiamo fare per far sì che i non vedenti abbiano la possibilità di fare quello che facciamo noi, così come è stato per il professore.
E poi come non cogliere anche il suo lato più umoristico... è strano dirlo ma è lui che ha messo noi a nostro agio e non viceversa, attraverso le sue battute e il suo incoraggiarci a rispondere.
E infine l'aspetto che più ha voluto sottolinearci è l'assoluta importanza della "santa" scrittura braille che è l'unica strada possibile per dare libertà e autonomia a che come lui non può vedere.

Era la prima volta che ascoltavo una persona non vedente e devo ammettere che non credevo potessero riuscire a ottenere tanta indipendenza, forse è vero i veri limiti li poniamo noi.........

Colgo l'occasione inoltre per ringraziare la professoressa per questa magnifica esperienza e il professore che ci ha proposto un corso di braille che in futuro potrebbe per noi essere davvero prezioso, per far sì che i bambini ciechi diventino indipendenti come il professor Palladino.

Che bella persona nonno vincenzo, la sua bellezza è data dalla sua forza ,dalla sua tenacia. Il suo volto è sereno nonostante il suo handicap. Dalle sue parole si sente l'emozione di chi ha lottato una vita e ha vinto contro i pregiudizi, ha vinto la paura.Lui ha le ali spezzate. Molte di noi , invece abbiamo delle bellisime ali integre ,ma non le sappiamo usare perchè abbiamo paura di volare!

mi sono sempre chiesta se è meglio nascere senza la vista o perderla dopo la nascita. In un primo momento potrebbe sembrarvi una domanda sciocca ma se ci pensate bene non è così... io avrei preferito nascere cieca e non perderla in seguito come purtroppo è accaduto al signor Palladino perchè avrei la consapevolezza di ciò che ho perso, saprei di non poter mai più rivedere il viso di una persona cara e ciò mi ucciderebbe.
nutro una grande stima verso il signor Palladino ha una grande forza d'animo. BELLISSIMA LEZIONE .

Palermo Sara

Una testmonianza molto forte quella del sig. Palladino, un uomo con una straordinaria forza d'animo e una grande umanità, supportato da una bellissima famiglia. Spesso nel tragitto che quotidianamente compio per raggiungere l'università mi capita di incontrare un signore non vedente accompagnato da un cane. E'sempre sicuro nei suoi movimenti e ha una conoscenza perfetta delle scale e delle porte della funicolare. Mi chiedo come si faccia ad affrontare queste prove così grandi...credo che ci voglia una gran forza e un grande amore per la vita..

E' STATA UNA LENZIONE FANTASTICA MA SOPRATTUTTO UNA LEZIONE DI VITA!! IO SVOLGO LE ATTIVITà DI CAATECHISMO NELLA MIA PARROCCHIA, E SONO DUE ANNI CHE SVOLGO CATECHISMO A DUE BAMABINI NON VEDENTI; UNA FRATELLO ED UNA SORELLA CHE HANNO UN SOLO ANNO DI DIFFERENZA ED ENTRAMBI COLPITI DALLA CIECITà. NON NASCONDO CHE DURANTE I PRIMI GIORNI DI CATECHESI, TORNAVO A CASA PIANGENDO, PERCHè NON RIUSCIVO A VEDERE QUEI DUE BAMBINI DIVERSI DAGLI ALTRI. UN GIORNO EBBI LA POSSIBILITà DI PARLARE CON LA MAMMA, VIDI IN LEI TANTA FORZA E CORAGGIO, UNA DONNA PRONTA AD ACCETTARE TUTTO E AD AFFRONTARE TUTTO! INSIEME AI FIGLI ERA RIUSCITA A SUPERARE TUTTE LE DIFFICOLTà ED ERANO UNA FAMIGLIA VERAMENTE PIENA DI VITA!! UN GIORNI, DURANTE LA MESSA DOMENICALE, RICORDO CHE ERA L'ULTIMA DOMENICA DI AVVENTO, PREPARAMMO L'OFFERTORIO, ED IO DECISI DI FARLI PARTECIPARE; FU INCREDIBILE VEDERE QUEL BAMBINO CHE CON L'AIUTO DI UN SUO COMPAGNO RIUSCI' A PORTARE UN CERO SIMBOLO DI LUCE ALL'ALTARE..TUTTI CI SIAMO COMMOSSI NEL VEDERE LA FORZA E LA COSTANZA DI QUESTO BAMBINO!! le testimonianze del sign. Palladino, mi hanno aiutato a capire che tutte le persone con handicap hanno dei sogni e delle speranze e che non si fermeranno mai!!

Purtroppo all'incontro con il signor Palladino non ho potuto partecipare a causa di un esame. Me ne sono molto rammaricata sul momento e, leggendo i vostri post ancora di più. Dev'essere stata un'esperienza speciale.
Questo del Palladino è un sincero esempio di resilienza: perdere la vista a 13 anni è un po' come morire e tornare a nascere, non come lo abbiamo fatto tutti ma con il dolore e la fatica della consapevolezza. Lui non si è arreso, è, da quello che mi avete fatto capire, una persona che la vita la vive pienamente, "se la mangia" con voracità, non aspetta che le soluzioni gli piovano dal cielo.

Riflettevo però, come ha fatto più di una persona, sulla differenza che c'è tra il nascere ciechi e il diventarlo. Credo, che sia meglio diventarlo. E' vero, la nostalgia dei colori dell'alba o dei riflessi della luce sul Golfo al tramonto possono ucciderti, ma il ricordo può darti la vita...

La testimonianza del sig. Palladino è una lezione di vita, di grande forza e di come una disabilità possa essere trasformata in una risorsa per sè e per gli altri.
Ciò che mi sorprende sempre di più è la forza, l'entusiasmo, la voglia di vivere che traspare da tutti i disabili con cui la docente ci sta dando modo di conoscere e confrontarci.

LA TESTIMONIANZA DEL SIG.PALLADINO HA SUSCITATO IN ME DELLE FORTI EMOZIONI,NONOSTANTE LA SUA CECITA' E' RIUSCITO AD AFFRONTARE LE AVVERSITA' DELLA VITA,SENZA ABBATTERSI MAI,SI E' CREATO UNA FAMIGLIA...
TUTTO QUESTO DIMOSTRA LA SUA VOGLIA DI VIVERE!