psicopedagogia2011

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Forum didattico del corso di Psicopedagogia dei linguaggi a.a.2011-12 a cura di F. Briganti Stanza di collaborazione del gruppo classe


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    lab. 4 Pistorius

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    lab. 4 Pistorius - Pagina 2 Empty Pistorius laboratorio 4

    Messaggio  donofriostefania Gio Gen 12, 2012 9:53 pm

    Pistorius è un giovane atleta che ha fatto parlare di sè perchè diversamente da altri disabili è riuscito ad uscire dall'ombra a reclamare il proprio diritto a vivere una vita normale. L a sua è stata una sfida contro gli stereotipi sociali attraverso i quali si giudica le persone in base al proprio "status".Dal confronto con la diversità è possibile acquisire la consapevolezza dei propri limiti, ma anche dei propri vantaggi.Pistorius gareggiando con i normodotati ha espresso il suo desiderio di non appartenere ad una categoria(quella dei disabili)perchè non avrebbe avuto soddisfazione alle Paraolimpiadi.Perchè dire che è stato agevolato con le protesi senza considerare che nessuno di noi avrebbe voluto avere il suo svantaggio fisico? Quante persone "normali"cercano di migliorare la propria qualità di vita?TANTE! C'è chi si rifà il naso,il seno,interventi chirurgici per dimagrire...perchè si è incapaci di accettarsi così come mamma li ha fatti.Tutto questo non fa notizia perchè cosi fan tutti!aLLORA MI CHIEDO:PERCHè UN DISABILE NON PUò MIGLIORARE LA SUA QUALITà DI VITA SENZA SUSCITARE SCALPORE? Prima di parlare e giudicare,riflettiamo,pertiamo da noi stessi cercando di capire che ciascuno ha il diritto di condurre dignitosamente la propria vita!
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    Matilde Pengue


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    Messaggio  Matilde Pengue Gio Gen 12, 2012 9:54 pm

    Ho sentito spesso parlare di questo straordinario uomo. Quando lo vidi la prima volta correre, in tv, ebbi la pelle d'oca. E' stupefacente ciò che Pistorius è riuscito a fare grazie alla sua grande forza di volontà. Penso che lui sia di esempio per tutti quelli che non ce la fanno, che vanno avanti per inerzia. Vedendolo correre ho in mente 2 parole: forza e speranza. Forza per la sua grande volontà e per il suo riuscire a cambiare le cose e speranza perchè sono sicura che chiunque lo veda e si trovi nella sua stessa condizione, possa sentirsi speranzoso e possa iniziare o continuare a combattere per ciò in cui crede.
    Per quel che riguarda l'utilizzo delle protesi, io sono favorevole. Attraverso esse si possono fare cose che altrimenti non si potrebbero. Perchè non avere questa possibilità offerta dalla tecnologia se serve a migliorare lo stile di vita di una persona?!!! Grazie ad un apparecchio acustico un sordo può sentire,con gli occhiali un miope può vedere e con le protesi in fibra di carbonio Oscar Pistorrius può correre veloce, trasmettendo il suo forte messaggio e sbeffeggiando chi non ha mai creduto in lui.
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    Messaggio  mancinoangela Gio Gen 12, 2012 10:22 pm

    Vantaggio o svantaggio?
    è stato davvero complicato per me dare una risposta a questa domanda, o meglio una volta data, i problemi che sono sorti sono stati decisamente piu grandi di me.
    Le protesi sono UN VANTAGGIO poichè sicuramente migliorano la qualità della vita di una persona che non può utilizzare come la atzori altri strumenti del proprio corpo per sopperire al suo deficit. Basta pensare a quante difficoltà abbiamo riscontrato noi facendo il laboratorio dell'orologio. Tutte le barriere architettoniche che si incontrano con la sedia a rotelle lui non deve subirle con le protesi!
    Le protesi sono uno SVANTAGGIO nel momento in cui scontrandosi con la realtà e con l'ambiente dello sport, le protesi gli danno la sensazione di essere tornato nella "categoria dei normodotati" ma in effetti è ancora tecnicamente una persona che gareggia nelle paraolimpiadi, ora è troppo forte per le paraolimpiadi ma è messo in discussione nelle olimpiadi come non normodotato.
    è in crisi di identità, e mi sa che nessuno ha le idee chiare, dato il titolo del filmato : disabile o uomo cibernetico? è il problema che mi ritorna sempre alla mente ogni volta che mi interrogo sui temi della diversità. Le categorie. Noi umani le usiamo per cercare di renderci piu capaci di controllare tutto, per essere meno spaventati, la nostra mente ha bisogno di catalogare le cose in reparti specifici con determinate caratteristiche, i pregiudizi ci aiutano a sapere in anticipo cosa aspettarci. Non so come si esce da questa esigenza tutta umana ma oggi dalla discussione in classe mi è venuto in mente una cosa che mi ha rasserenato.
    Angela ha fatto una domanda interessante, ha chiesto: se Pistorius fosse arrivato ultimo, lo avrebbero preso in considerazione? io ho risposto che forse non lo avrebbero preso in considerazione perchè nello sport vince la meritocrazia, se sei più forte avanzi! Lui magari non voleva dare l'idea di uno che pensa, che essere un giocatore delle paraolimpiadi sia negativo e stare nei normodotati sia meglio. Credo che lui sia uno sportivo puro, il che significa che fermo non ci sa stare, ha bisogno sempre di stimoli nuovi, di nuovi traguardi, questa sua richiesta è la sua battaglia non per dire che i normodotati sono migliori, ma per trovare il suo posto nel mondo affrontando i propri limiti come farebbe qualsiasi persona forte.
    Tutto questo mi ha fatto pensare a quello che ci disse Gianluca Attanasio quando ci venne a trovare e tenne una lezione : date ai bambini( a tutti i bambini) esempi positivi per rafforzare la positività in loro e abbattere gli atteggiamenti negativi che le difficoltà possono dare .
    Non credo che Pistorius oggi pensi alle sue protesi come ad uno svantaggio, ma come ad un arma per trovare la sua identità con forza e aiutando molte persone a migliorare la propria condizione.

    ecco un esempio di resilienza di Salvatore Cimmino un nuotatore d.o.c. delle nostre zone che combatte con le sue gare per il mondo battaglie politiche e cultrali contro le barriere architettoniche e a favore delle protesi moderne tecnologiche e della possibilità che il servizio nazionale sanitario possa un giorno poterle garantire.
    il suo discorso mi ha colpito molto , sopratutto quella fatto alla fine del filmato :
    "questa avventura ha assunto per me un significato particolare, quasi simbolico, le difficoltà che presenta la determinazione necessaria per affrontarla, l'entusiasmo che diventa sostegno fondamentale di quanti assistono, tutto questo rappresenta in qualche modo la metafora della mia vita,della vita forse di ogni disabile"

    perchè non siano più figli di una tecnologia minore

    https://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=WOSG4Syz26U

    Angela Mancino
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    Messaggio  marilenacacciapuoti Gio Gen 12, 2012 11:36 pm

    Nella seconda parte della lezione di oggi,invece, ci è stata data l’occasione di poter visionare i video di Pistorius, un altro “campione” di resilienza. Già conoscevo il caso di questo giovane atleta sudafricano che corre con le sue gambe in fibra di carbonio. In modo particolare, la mia attenzione è stata catturata dal termine “confine” che compare nel titolo di uno dei video: “confine tra atleta normodotato e Disabile”.Mi è apparso evidente di come questo “confine” sia legato prevalentemente al modello di “uomo normodotato” che, purtroppo, domina nella nostra società. Ritengo che tale termine sia già etichettante, in quanto esprime in se l’evidente differenza che viene fatta tra chi è “normale” e chi ha un deficit. In più, penso che il desiderio di Oscar, di poter correre “con e contro” i normodotati alle Paraolimpiadi, scaturisca dal fatto che egli sia riuscito a sentirsi uguale agli altri, facendo del suo deficit un’opportunità. Non condivido il fatto che le sue protesi ultrafunzionanti, che gli hanno consentito di correre con i disabili e di vincere le Paraolimpiadi, vengano poste sotto accusa dal mondo degli atleti normali. Inoltre, davanti a questa eccezione protesica che rappresenta Pistorius, mi sento di affermare che le protesi integrative costituiscano un vantaggio per il tipo di deficit che questo atleta presenta. Credo che sia stata proprio la possibilità di ricorrere a tali sofisticate e specifiche tecnologie che hanno aiutato Oscar ad innalzare la qualità della sua vita, a sentirsi libero di correre ma soprattutto a renderlo autonomo.



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    Messaggio  Mariarca Faliti Ven Gen 13, 2012 12:19 am

    Probabilmente il dubbio della federazione è dovuto a causa della flessibilità degli arti,che salvo alla partenza probabilmente con l'inerzia del passo,creano come una sorta di "rimbalzo" che permette una maggiore velocità.

    Secondo il mio punto di vista vantaggio o svantaggio poco importa la cosa fondamentale che Oscar è uno dei pochi "esempi positivi" che sono presenti nella nostra società.
    Lui fa parte di quella cerchia di persone che con grinta e determinazione raggiungono traguardi inaspettati, dandoci così una grande lezione di vita.
    Le sua forza di volontà, il suo non tirarsi mai indietro davanti alle difficoltà devono essere "un'iniezione di fiducia" per tutti coloro che davanti al primo rifiuto abbandonano quello in cui credono e scappano.
    Grande esempio di RESILIENZA!!!!
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    Messaggio  Nicla Latorre Ven Gen 13, 2012 12:27 am

    Dunque, riprendo l’osservazione fatta oggi in classe. A questo proposito cito le riflessioni di Piero Bovenzi: “Personalmente, però, credo che nelle competizioni sia di primaria importanza partecipare tutti con le stesse caratteristiche fisiche di base”.
    Da un punto di vista etico (e sicuramente anche dal punto di vista della giurisdizione sportiva), a mio parere, tutti gli atleti che partecipano ad una stessa gara, sia mondiale che olimpionica, dovrebbero possedere caratteristiche fisiche pressoché uguali. In base a tali caratteristiche in genere si creano specifiche categorie nelle quali rientra ciascun gruppo di agonisti differente per età, peso, sesso, etc … (per esempio ci sono cadetti, juniores e seniores che sono le varie categorie per fascia d’età, ci sono le categorie per peso, ci sono le categorie maschile e femminile …). Queste categorie sono state inventate proprio perché c’è bisogno di equilibrio: non sarebbe giusto far gareggiare in un combattimento di arti marziali un’atleta di 24 anni di sesso femminile che pesa 50-60 kg con un uomo quarantenne con peso di 90 kg. Sono diversi per massa, età, sesso, e di conseguenza, sono differenti per aspetto fisico e relative abilità, forza, potenza, resistenza ecc… (conosco queste cose perché mia sorella pratica agonismo in arti marziali …). Ecco: per garantire questo equilibrio sono state create, in ciascuna disciplina sportiva, anche le categorie riservate agli invalidi, affinché anche gli atleti disabili possano praticare l’agonismo. Il vantaggio è che gareggiano “ad armi pari”, entro cioè la stessa categoria (e sicuramente ci sarebbero anche un sacco di sottocategorie per ogni tipo di disabilità) e quindi con persone che presentano abilità, forza, potenza, resistenza con livelli assimilabili tra loro, che sono cioè “compatibili” tra loro. E questo lo trovo assolutamente giusto.
    A questo punto, come ho già avuto modo di riflettere in classe, ci si potrebbe domandare: perché Pistorius, sia nel 2008 che nel 2012, in occasione delle Olimpiadi, ha ambito e ambisce tuttora a rientrare nella categoria dei “normodotati”? Perché questa ambizione se, date le sue caratteristiche fisiche, tale categoria non gli apparterrebbe? E qui cito la frase interessantissima riportata da Monica Somma (alla quale lei si è dimostrata contraria): “Pistorius è un grande, ha fatto solo un errore: voler essere come tutti gli altri. La più grande responsabilità nei propri confronti è accettarsi per quel che si è”. Questa affermazione (della quale non conosco l’autore) dimostra che più di qualcuno potrebbe pensare che Pistorius non voglia partecipare alle olimpiadi al fianco dei disabili (e quindi gareggiare nelle Paraolimpiadi) perché non vuole accettarsi come tale, e ambisca alle olimpiadi dei normodotati perché vuole considerarsi normale, e vuole essere considerato tale. O forse vuole diventare “a tutti i costi” normale. Anticipo già che io non condivido a priori questa ipotesi, semplicemente sto aprendo un orizzonte riflessivo su un parere “non ordinario” che molte persone potrebbero avere su O. Pistorius , e volevo specificarlo per esorcizzare possibili critiche negative alla mia discussione! Ok. Per continuare la riflessione su questa possibile opinione, c’è da dire che coloro che la accolgono, automaticamente condividono il criterio secondo il quale bisognerebbe assolutamente collocare Pistorius nelle Paraolimpiadi perché vi rientra “a pieno titolo”; e la sua ambizione a partecipare alle Olimpiadi normali, sarebbe solo un suo capriccio, perché il suo “voler essere normale” è un capriccio.
    Però adesso consideriamo l’altra possibile opinione che il mondo si è fatto di Oscar. E credo che questa sia la più condivisa … e cioè quella secondo la quale si possono concedere, anche nel rigido mondo dell’agonismo sportivo, delle eccezioni. Perché Pistorius è un caso più unico che raro. Coloro che condividono questa opinione credono che non sia giusto parlare di un “vantaggio” che le sue protesi tecnologiche gli procurerebbero rispetto agli avversari. Certo probabilmente nei 100, 200 e 400 metri costituiscono un vantaggio meccanico superiore, ma di sicuro, nella vita normale, non lo sono di certo … Dunque coloro i quali condividono e auspicano il possibile accesso di Pistorius alle Olimpiadi normali parlano di un “premio” che il nostro atleta sudafricano meriterebbe per il suo impegno, per la sua forza di volontà e per la sua voglia di misurarsi con le persone “normali”. Caratteristiche che dovrebbero essere premiate e incoraggiate universalmente perché portatrici di un modello di vita senza alcun dubbio positivo, sia per le persone disabili che per quelle non disabili.
    Comunque, qualsivoglia posizione si preferisca condividere, Oscar Pistorius è riuscito a qualificarsi per le prossime Olimpiadi di Londra, avendo a realizzato il tempo minimo per la qualificazione. E comunque sarebbe stato ammesso già alle Olimpiadi del 2008 se solo si fosse qualificato: il tribunale sportivo lo aveva già salvaguardato quattro anni fa. Ora avrà l’opportunità di partecipare per la prima volta in olimpiade al fianco degli uomini più veloci del mondo. E anche se non avrà l’oro, avrà vinto lo stesso nella grande sfida della sua vita.

    GRAZIE NICLA!la docente

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    Messaggio  Federica Senese Ven Gen 13, 2012 1:12 am

    Durante il corso mi ha molto colpito l’intervento di Nicla (che a mio avviso non è stato compreso a fondo) la quale si chiedeva il motivo per cui Pistorius non ha voluto partecipare alle paraolimpiadi.
    Le risposte che ho sentite sono sintetizzabili nell’affermazione “perché pistorius vuole sentirsi uguale agli altri ed ha tutte le carte per poter partecipare alle olimpiadi normale”.
    Le domande che mi pongo sono: uguale rispetto a chi? E soprattutto, se si legittima la battaglia di Pistorius di voler accedere alla olimpiadi normali “perché ha le carte per poter partecipare alle olimpiadi normali” non si traduce necessariamente in una denigrazione delle paraolimpiadi, che di conseguenza possono essere considerate competizioni sportive di “serie b”?

    L’esempio di Pistorius ci ha dimostrato come l’utilizzo delle protesi sia in grado non solo di migliorare la vita delle persone (con o senza deficit) ma sia in grado di superare addirittura le stesse prestazioni umane.
    Prima di schierarsi a favore delle protesi “sempre e comunque” bisogna, però, fare molta attenzione, e difatti voglio riportare una mia esperienza personale:
    Da due anni frequento l’Ente Nazionale Sordi e, pertanto, sono in stretto contatto con i sordi.
    La comunità sorda (la chiamo così perché i sordi si considerano e si definiscono una comunità) è fortemente contraria all’utilizzo degli impianti cocleari per diverse ragioni:
    1- l’intervento per ottenere l’impianto è molto invasivo e non garantisce sempre i risultati sperati;
    2- I sordi considerano la loro sordità un valore aggiunto e vivono la protesizzazione come una imposizione da parte degli udenti di volerli rendere sempre più simili al loro modello di normalità, un modello di normalità nel quale i sordi non si riconoscono.
    3- Gli impianti sono spesso imposti ai bambini sordi da genitori udenti, i quali vogliono rendere il proprio foglio “quanto più normale possibile”
    In altre parole, insomma, i sordi vivono nel silenzio e vogliono vivere nel silenzio, perché per loro è questo il loro modello di normalità.
    Attraverso questa esperienza voglio quindi dire che prima di dire “protesi sempre e comunque” dobbiamo riflettere attentamente sulla questione e soprattutto dobbiamo permettere alla persona disabile di scegliere il proprio modello di normalità.
    D’altra parte anche l’Atzori ha deciso di non usare alcuna protesi.

    Mentre pensavo alla possibilità di poter SCEGLIERE un proprio modello di normalità mi è venuto in mente questo video:
    Lamberti Simona Giuseppa
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    Messaggio  Lamberti Simona Giuseppa Ven Gen 13, 2012 2:09 am

    Fondamentalmente la storia di Pistorius riesce a suscitare in me solo ammirazione e stima, prescindendo dalla possibilità o non possibilità che viene data a questi atleti disabili di partecipare alle Olimpiadi.
    Sostanzialmente lui ha già vinto, e ha vinto nel momento in cui, da solo, si è costruito le prime protesi per avere una vita "normale".
    E' forse uno degli esempi più vivi e più belli per la nostra società, una società in cui ci si lamenta per motivi sempre più futili; è inoltre un esempio per tutte le persone disabili che non affrontano con la stessa grinta le situazioni difficili che la vita propone.
    Conoscevo già la sua storia, e volevo proporre qui una frase che, nel suo sito, egli stesso riporta: "You're not disabled by the disabilities you have, you are able by the abilities you have".
    Simona.
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    Messaggio  Ersilia Piscitelli Ven Gen 13, 2012 7:43 am

    "La forza di volontà può essere superiore a tutto".E' ciò che afferma Pistorius,un atleta che all'età di 11 mesi ha subìto l'amputazione ad entrambe le gambe, e che da un pò, utilizza delle protesi per poter camminare ma soprattutto per poter correre. Lui è la testimonianza che anche un diversamente abile può svolgere le stesse attività di una persona normodotata e, a volte, avere anche maggiori potenzialità. Ne è una testimonianza anche la Aztori. Ma utilizzando quelle protesi integrative alle gambe è al pari degli altri nel momento in cui gareggia? Questa è una domanda che si sono posti in molti. C'è a questo punto parità? Non saprei dare una risposta ma credo che ognuno di noi ha diritto ad una vita normale e se Pistorius ha scelto delle protesi per farlo, la sua scelta viene senza dubbio da me condivisa.
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    Messaggio  mariapia scotto di fasano Ven Gen 13, 2012 7:54 am

    Come molte ragazze anche io sono stata profondamente colpita dalle parole della madre di Pistorius :"tuo fratello mette le scarpe e tu metti le gambe".Parole queste che lasciano intendere tutto l'appoggio che l'atleta ha avuto sin dalla nascita;un appoggio non fatto di iperprotezione come spesso può avvenire in questi casi,ma un insegnamento di vita che ha fatto capire al bambino pistirius che lui non avrebbe avuto regalato niente per la sua condizione,esattamente come tutti gli altri,esattamente come suo fratello!pistorius parte alla pari col fratello nella corsa della vita e tutto quello che otterrà sarà grazie solo al suo impegno!questo è amore,questo è voler veramente bene un figlio:dargli la possibilità di potersi conquistare un posto nel mondo grazie alla sue capacità....grazie al fatto di essere considerato UOMO!
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    Messaggio  mariapia scotto di fasano Ven Gen 13, 2012 8:00 am

    per quanto riguarda la questione "vantaggio o svantaggio"nell'utilizzo delle protesi,penso che Pistorius non avrebbe gradito di essere ammesso alle olimpiadi solo per un eccesso di buonismo da parte dei "normodotati",ed è quindi giusto che si facciano i dovuti accertamenti tecnici.
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    Messaggio  mariav allefuoco Ven Gen 13, 2012 8:31 am

    ecco l'ennessimo ostacolo a chi con forza e tenacia ha cercato nelgi anni di costruirsi una vita "normale", è nato senza gambe e se le è procurate. ecco l'esempio della nostra società inclusiva! un messaggio del generepotrebbe far sprofondare quest'uomo nell'angoscia più totale demotivandolo alla vita. un esempio di coraggio e di forza nno può essere ostacolato cosi. sono fortemente a favore delle protesi e dei trapianti lì dove apportano un miglioramento della qualità di vita regalando un bagliore di nrmalità a chi per nascita o per sorte non l'ha mai avuta. queste persone sono un esempio per tutti. ho avuto la possibilità di stare vicino ad una persona trapiantata e ancora ricordo il suo sorriso al risveglio dell'intervento, era contaggiante, i suoi occhi avvano una luce diversa, quella della speranza, quella che non dovremmo sottrarre a chi nella vita si è dato con fatica un'altra possibilità!
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    Messaggio  Pina Cacciapuoti Ven Gen 13, 2012 8:36 am

    Seguo le “avventure” di Pistorius da diverso tempo e la sua storia mi ha sempre affascinato, i video proposti ieri in aula dalla prof li avevo già visti… ma ogni volta che li rivedo mi danno sempre una carica di coraggio… determinazione e forza di volontà!

    In tutta sincerità, non credo di avere le cognizioni tecniche per affermare se le protesi usate in pista da Oscar Pistorius costituiscano un vantaggio o uno svantaggio per le sue perfomances atletiche.

    Non credo, comunque, che il problema sia da considerare solamente dal punto di vista tecnico.

    Per me, infatti, vedere correre in pista Oscar Pistorius è sempre una grande emozione.

    Il suo volto – che tra l’altro dal punto di vista estetico ritengo molto bello!! ;-)) – in corsa esprime sempre concentrazione, forza di volontà e nello stesso tempo l’eleganza di un animo temprato dalla sofferenza e nobilitato dal desiderio di superare i propri limiti.

    Secondo me, non si mette mai abbastanza in rilievo il fatto che Pistorius, per ottenere i risultati raggiunti, ha dovuto lavorare non tanto e non solo nel perfezionare le sue protesi artificiali, quanto invece soprattutto faticando in quella che io definirei la “palestra” del suo cuore.

    E’ riduttivo secondo me credere, o far credere, che i risultati di questo atleta siano frutto soltanto dell’evoluzione di un mezzo tecnico, come le protesi che usa in pista.

    Credo che spesso si tenda (almeno nella presentazione che ne fanno i mezzi di comunicazione) a dimenticare che Pistorius prima di essere un atleta è un uomo che per raggiungere i risultati che ha ottenuto ha dovuto superare, fin da bambino (era piccolo quando a causa di una grave malformazione è stato costretto all’amputazione di entrambe le gambe), prove durissime e momenti di scoraggiamento. Tutte esperienze, comunque, che lo hanno forgiato e che, anche e non solo grazie alle sue protesi artificiali, gli hanno permesso di raggiungere i traguardi che si era prefisso.

    Mi piace davvero molto l’espressione che lo identifica: “Pistorius: l’uomo che corre più del destino”. Inoltre, oggi rivedere alcuni dei video su Pistoius, mi ha fatto riflette sul fatto che in fondo, credo che pari opportunità significhi soprattutto avere opportunità, quelle di poter essere al cento per cento se stessi… quelle che possono migliorare e fortificare!
    E proprio alla luce di questo, mi sento di affermare che le protesi per lui sono “un vantaggio”, nel senso che lo rendono prima di tutto una persona felice e poi eventualmente un campione!
    GIOVANNA MORGILLO
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    Messaggio  GIOVANNA MORGILLO Ven Gen 13, 2012 10:20 am

    Volevo riprendere il discorso fatto in aula sul video visto di Oscar Pistorius..
    Oscar Pistorius è un grande esempio di resilienza e tecnologia integrativa,della sua scelta di utilizzare una protesi per l'assenza degli arti inferiori.
    Oscar Pistorius è il simbolo del coraggio,dell'amore per la vita che ti fa superare barriere e pregiudizi.Lui che rappresenta la speranza delle polemiche,di quella strana abitudine di racchiudere idee e sogni in categorie,come se poi non si potesse volare senza ali!!!
    Il suo caso stà abbattendo le barriere tra abili e disabili.Ha dimostrato che la disabilità non è un limite,che non esiste un concetto definito di "normalità",in quanto questo concetto dipende da come esso viene interpretato nella società e di come Oscar sembra di aver superato i suoi limiti potenziando le proprie abilità.Quindi si è avuto un passaggio dall'emarginazione all'integrazione grazie allo sport.
    Ciò che mi ha colpito è la forza di volontà che quest'uomo ha dimostrato nel voler superare la sua disabilità per inseguire un sogno...
    Guardando il video si evince che la disabilità di Oscar è passata in secondo piano,in quanto io vedevo solo un UOMO rincorrere il suo sogno...
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    Messaggio  edvige liguori Ven Gen 13, 2012 10:21 am

    Gia conoscevo Oscar Pistorius ma non so dare un opinione sui vantaggi in ambito sportivo delle protesi che ha.
    Posso però dare la mia ammirazione a questo ragazzo che non si è mai arreso ma che dimostra che nulla è impossibile.
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    Messaggio  mariaritamestoli Ven Gen 13, 2012 10:47 am

    Documentandomi un po' sul caso di Pistorius ho scoperto che le protesi in fibra di carbonio da lui utilizzate sono denominate "cheetah" (cheetah flex feet). Ora la pronuncia del termine mi ha riportato alla memoria la pronuncia di un termine che ha diverso significato ma suono associabile a "cheetah", che è "cheat". Cheat in inglese significa "barare, imbrogliare". Il caso di Pistorius e della sua battaglia è stato proprio incentrato su questo concetto: si riteneva che un atleta con protesi potesse "barare", potenziare la propria velocità, come se fosse "dopato".

    In realtà non esiste un metodo oggettivo per valutare vantaggi e svantaggi relativi all'uso di protesi in corsa e, a parte queste considerazioni, Pistorius ha semplicemente cercato di essere considerato un atleta...punto. Come nel caso del film "Indovina chi viene a cena", in cui il ragazzo si sente "un uomo" e non "un uomo di colore", Pistorius ha semplicemente cercato di far capire che lui è un atleta, non un atleta con le protesi. E così vuole essere considerato e valutato perchè lui così si sente!

    Ha fatto bene a lottare e a vincere...ha vinto nella vita, più che in gara.

    La madre di Pistorius ha detto: « Perdente non è chi arriva ultimo in una gara, ma chi si siede e sta a guardare. »
    Beh, il figlio ha preferito non stare a guardare gli altri che facevano ciò che lui voleva e sentiva di poter fare. E credo che per lui arrivare primo, secondo, terzo, quarto...in gara non fosse la cosa più importante. Lo era, invece, il sentirsi un atleta e fare ciò che aveva nel cuore di fare. E ci è riuscito.

    Se la tecnologia aiuta a ridurre gli svantaggi e a migliorare la vita ben venga!
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    Messaggio  immacolatapiscopo Ven Gen 13, 2012 11:12 am

    Personalmente credo che Oscar Pistorius,così come la Atzori,sia davvero l'ennesimo esempio di resilienza,in quanto ha avuto il coraggio di affrontare la vita nei migliori dei modi. Si è battuto per poter partecipare alle olimpiadi e ci è riuscito...
    io mi domando:ma Oscar ha mai avuto paura di non farcela?!Oscar ha mai creduto che gli altri potessero pensare che lui potesse essere compiaciuto a causa della sua disabilità?!se si,come si è sentito?!come ha reagito la sua mente,la sua anima e il suo cuore?!è sempre stato così forte?!o in cuor suo ha temuto il giudizio e anche lui ha una parte debole?!chissà se la sua partecipazione alle olimpiadi è stata accettata dando per scontato che non sarebbe mai potuto arrivare secondo...Beh,io mi chiedo tutto ciò...
    Oscar..."l'uomo che corre più del destino"...vive secondo me sia una situazione di vantaggio che di svantaggio.Il vantaggio è lui stesso,la sua forza,il calore della gente che apprezza la sua forza-coraggio,la sua straordinaria capacità di amare la vita e la passione per lo sport e nel resto delle cose che fa;lo svantaggio sono i pregiudizi che una parte della popolazione può avere nei confronti di chi è disabile,come gli stessi sportivi hanno avuto al momento della gara e subito dopo il suo essere arrivato secondo.Un'ultima domanda:oggi Oscar come si sente?avvantaggiato o svantaggiato??!!
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    Messaggio  immacolatapiscopo Ven Gen 13, 2012 11:19 am

    mariaritamestoli ha scritto:Documentandomi un po' sul caso di Pistorius ho scoperto che le protesi in fibra di carbonio da lui utilizzate sono denominate "cheetah" (cheetah flex feet). Ora la pronuncia del termine mi ha riportato alla memoria la pronuncia di un termine che ha diverso significato ma suono associabile a "cheetah", che è "cheat". Cheat in inglese significa "barare, imbrogliare". Il caso di Pistorius e della sua battaglia è stato proprio incentrato su questo concetto: si riteneva che un atleta con protesi potesse "barare", potenziare la propria velocità, come se fosse "dopato".

    In realtà non esiste un metodo oggettivo per valutare vantaggi e svantaggi relativi all'uso di protesi in corsa e, a parte queste considerazioni, Pistorius ha semplicemente cercato di essere considerato un atleta...punto. Come nel caso del film "Indovina chi viene a cena", in cui il ragazzo si sente "un uomo" e non "un uomo di colore", Pistorius ha semplicemente cercato di far capire che lui è un atleta, non un atleta con le protesi. E così vuole essere considerato e valutato perchè lui così si sente!

    Ha fatto bene a lottare e a vincere...ha vinto nella vita, più che in gara.

    La madre di Pistorius ha detto: « Perdente non è chi arriva ultimo in una gara, ma chi si siede e sta a guardare. »
    Beh, il figlio ha preferito non stare a guardare gli altri che facevano ciò che lui voleva e sentiva di poter fare. E credo che per lui arrivare primo, secondo, terzo, quarto...in gara non fosse la cosa più importante. Lo era, invece, il sentirsi un atleta e fare ciò che aveva nel cuore di fare. E ci è riuscito.

    Se la tecnologia aiuta a ridurre gli svantaggi e a migliorare la vita ben venga!


    Sono pienamente concorde con la madre di Oscar quando dice:Perdente è colui che non arriva ultimo in una gara,ma chi si siede e sta a guardare.Oscar ha lottato,si è battuto per gareggiare e basta...per sentirsi normale e uguale a tutti gli altri...sono i normali che in questo caso lo stanno facendo sentire diverso.
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    Messaggio  manueladelgiudice Ven Gen 13, 2012 11:29 am

    Nei filmati che abbiamo visto in aula e successivamente nelle discussioni si è riscontrato un dubbio sulla figura di Pistorius e sulle sue gambe di fibra di carbonio. Credo che le protesi siano molto importamti, forse se avessi un deficit come questo anche io le vorrei... Consentono a Pistorius ma anche agli altri di stare in piedi e camminare... Cosa che per me sarebbe importante. Detto ciò Pistorius, ne ha fatto molto di più ne ha fatto motivo di vita di orgoglio e di Risultati da Olimpiadi. Non so se è avvantaggiato o meno, non sarei in grado di dirlo, ma al di là di questo ha dimostrato che con una forte volontà, tanto impegno, tanta determinazione anche delle protesi ti fanno volare.
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    Messaggio  manueladelgiudice Ven Gen 13, 2012 11:57 am

    Sulla partecipazione alle Olimpiadi... devo dire che è difficile esprimersi, un fatto è: Pistorius le gambe non le ha, questa è una diversità fisica oggettiva, ha le gambe in fibra di carbonio... e per persone con protesi o deficit si fanno le paraolimpiadi, se si attestasse una uguaglianza tra gambe e protesi allora sarebbe anche una cosa possibile... Ma chi può dirlo? Consentirgli di partecipare sarebbe una grande opportunità per lui (umanamente lo capisco) e anche in futuro per altri... ma non so quanto sia giusto onestamente!
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    Messaggio  mariacostagliola Ven Gen 13, 2012 11:59 am

    HO SENTITO A LUNGO PARLARE DI QUESTO RAGAZZO,E DELLE CRITICHE FATTE ALLE SUE PROTESI.
    IO NON SO QUANTO QUESTE POSSANO AVVANTAGGIARLO , MA NON SONO DACCORDO SUL FATTO DI VIETARGLI LA PARTECIPAZIONE ALLE OLIMPIADI, MA SOLO NEL CASO IN CUI LE PROTESI SIANO UGUALI ALLE GAMBE.
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    Messaggio  bruna88 Ven Gen 13, 2012 12:27 pm

    Questo ragazzo e' il simbolo della forza e del coraggio!!!E' bello ed emozionante vedere come un uomo cosi' giovane che ha subito un ostacolo cosi' grande,si sia rimboccato le emaniche e abbia riniziato a vivere....perche' quasta e' VITA!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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    Messaggio  Angela Causa Ven Gen 13, 2012 12:43 pm

    Probabilmente affermare che nelle gare Pistorius sia TECNICAMENTE (e sottolineo tecnicamente) avvantaggiato o svantaggiato, non sta a noi poterlo dire perchè non siamo competenti in materia. Di certo, però, è palese che il vantaggio delle protesi non supera lo svantaggio del non avere le gambe, motivo per cui il nostro atleta dovrebbe partecipare, secondo me. Ma non è solo per questo: egli è un esempio per tutti coloro che vivono una condizione analoga alla sua; il suo mettersi in competizione con persone normodotate può far capire a chi vive un disagio che non è mai troppo tardi, che la volontà deve essere più forte di tutto e che non bisogna mai pensare di non potercela fare. Escludere Pistorius vorrebbe dire togliere la speranza di un riscatto e di una rivincita a tutti coloro che vivono la disabilità!
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    Messaggio  angela vitale Ven Gen 13, 2012 1:21 pm

    Questo ragazzo ha avuto davvero coraggio ad affrontare la sua vita cercando sempre di migliorarsi.Per me è giusto che partecipi alle olimpiadi perchè è un diritto dell'uomo cercare sempre di fare sempre del proprio meglio anche quando esistono problemi reali che lo impediscono.
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    Messaggio  Valentina Fiore Ven Gen 13, 2012 1:57 pm

    "La vita non gli ha dato le gambe e lui se le è procurate"
    "La forza di volontà di un uomo è superiore a tutto!"
    Sono queste le frasi che hanno catturato la mia attenzione e per questo mi chiedo: perchè tutti parlano di vantaggio o svantaggio senza mai pensare che dietro alle "vittorie" di un uomo c'è sempre grande impegno e forza di volontà? Un uomo, a pari di volontà (che non viene potenziata da nessuna tecnologia), non ha le stesse possibilità rispetto ad altri? Io credo che non tutte le persone con le protesi riescono a raggiungere simili traguardi. Trovo che Pistorius sia da esempio per tutti quelli che, come lui, vivono in una condizione di disabilità dalla quale non riescono ad emergere o lo fanno con difficoltà. Naturalmente penso che, insieme alla volontà e alla tecnologia, Pistorius ha avuto successo, cercando di guadagnarsi una fetta di quella che chiamiamo "normalità", grazie anche a tutte quelle persone che lo circondano: famiglia,amici,allenatori e medici(non bisogna mai sottovalutare il contesto sociale nel quale si è immersi!).
    Per quanto rigurda la domanda "protesi: vantaggio o svantaggio?" beh la domanda è particolare...non credo che si possa chiamare vantaggio delle protesi al posto delle gambe anche perchè quando si parla di disabili di solito si usa la parola svantaggio; di certo qeust'ambito è diverso si parla di olimpiadi quindi da un punto di vista tecnico forse lo sono ma non certo da 1 punto di vista "morale"

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