lab. 4 Pistorius

Sono daccordo con l'invenzione e soprattutto l'utilizzo di protesi integrative!la storia di Pistorius può servire solo da testimonianza ad una nuova vita!una vita adesso del tutto normale che a quanto pare per le olimpiadi, lo porta ad avere un vantaggio per le sue protesi al carbonio.Forza Pistorius!

LA STORIA DI PISTORIUS HA INTERESSATO IL MONDO INTERO,DA BAMBINO DISABILE AD ATLETA CON PROTESI.
HA SUPERATO I LIMITI CON LA SUA FORZA DI VOLONTà E NON SI E'ACCONTENTATO DI ESSERE UN SEMPLICE ATLETA MA E' VOLUTO DIVENTARE UN CAMPIONE.

Oscar Pistorius può essere considerato un' esempio vivente per tutti noi che ci arrendiamo di fronte alle difficoltà che la vita ci riserva.
"Questo campione" ci da la forza di vivere e di combattere ogni giorno per raggiungere i nostri desideri.

Il caso di Pistorius sembra un po' un paradosso :"scartato perchè avvantaggiato dal suo svantaggio".Fa un po' sorridere,amaramente! Fa riflettere su quanto i nostri pregiudizi influenzino il nostro modus pensandi, su quanto diventino spesso i nostri stessi pensieri.Una collega ,in aula, si chiedeva se avesse perso quali reazione avrebbe suscitato.Probabilmente nessuna, forse perchè siamo abituati, assuefatti, al fatto che i disabili siano coloro destinati a perdere,quelle persone verso cui essere buoni, compassionevoli.Una persona disabile , bella, giovane, competitiva e vincente come Pistorius mette in discussione una maniera assodata di pensare ,esce dagli schemi e ci costringe ad uscire dai nostri comodi repertori.

Penso che Pistorius affronti la sua disabilità in modo eccezionale: non si scoraggia, non si sente diverso, ma ha tutta la voglia di dimostrare al mondo e soprattutto a se stesso di essere "normale", uguale a tutti gli altri. Da questo punto di vista è una persona da ammirare, un esempio per tutti quei disabili che si sono arresi alla propria condizione. Per quanto riguarda invece la sua partecipazione alle Olimpiadi, penso che nessuno possa mai capire con certezza se Pistorius sia avvantaggiato rispetto agli altri, o siano gli altri ad essere in una condizione di superiorità rispetto a lui; per questo motivo, qualunque sia il suo piazzamento, che sia una vittoria o una sconfitta, sarà sempre motivo di discussione. Ciò che è certo è che la sua vittoria, quella sulla disabilità, l'ha già ottenuta.

Come non si può non conoscere questo fantastico atleta, che da sempre ha dedicato la sua vita allo sport. Grazie alla sua grandissima forza di volontà, tenacia e bravura sta riuscendo a realizzare un sogno. Come avrebbe fatto senza le sue protesi? Non avrebbe potuto inseguire il suo sogno, ovvero correre. Per lui, quindi, costituiscono un vantaggio nella vita quotidiana, grazie a queste può essere autonomo ma sopratutto inseguire i suoi sogni. Penso che in tutti i casi le protesi o più in generele le tecnoloige integrative non possono che costituire un vantaggio, un gandissimo aiuto a tutte le persone diversamente abili, in quanto eliminano l'handicap.
Per quanto riguarda la questione vantaggio o svantaggio, ritengo giusto che siano state fatte analisi su questo aspetto, perchè lo sport ha delle regole precise, quindi in questo caso non dobbiamo guardare Pistorius come un diversamente abile, senza gambe, ma come un uomo che deve gareggiare alle olimpiadi e quindi non deve possedere nessun tipo di vantaggio rispetto agli altri partecipanti, per cui verificare questo aspetto non significa discriminarlo o volerlo esludere dalla gara. Penso sia una cosa abbastanza giusta.

Stefania De Lucia ha scritto:Ecco il video che Oscar Pistorius ha girato in Italia con i Negramaro



Il testo della canzone recepisce e rilancia tutta la forza dello slogan contro ogni pregiudizio. E' un brano rock, ricco di spunti elettronici, con un testo visivo che indaga un disagio sociale, quello dell’indifferenza, ed esorta a "toccare le mani" di chi ci e’ vicino, per ristabilire un "contatto umano".

Questo video è molto interessante poichè il brano della canzone rilancia parole
significative,come significativo è il titolo stesso "via le mani dagli occhi"...
Emanuela Risoluto

Innanzitutto sono d'accordissimo sull'uso delle protesi integrative, se di fatto migliorano la qualità di vita così come è successo a Pistorius.
Per quanto riguarda il divieto, imposto a Pistorius, di partecipare alle olimpiadi, credo non sia facile trovare una soluzione, forse non c'è.
Pistorius desidera partecipare alle olimpiadi con i "normodotati" , è una richiesta del tutto legittima, ovvia, infondo lui non vuole sentirsi un "diverso", inoltre ha dimostrato di essere capacissimo, di avere grandi doti atletiche, ma lo sport con le sue regole non scende a compromessi: bisogna avere tutte le carte in regola. Mi auguro soltanto che questo ragazzo non soffra, che tutte le sue conquiste e le sicurezze raggiunte non siano vanificate.
Di una cosa, però, sono certa, chi segue i giovani sportivi ha forti responsabilità. L'impegno che essi assumono, difatto, si dispiega nell'aiuto che offrono ai ragazzi affinchè credano nelle loro potenzialità fisiche, in modo da ottimizzare le prestazioni; ma in particolarel'aiuto deve essere rivolto al raggiungimento di un equilibro interiore che permetta loro di affrontare e superare situazioni estreme, frustazioni, così frequenti anche nell'ambito sportivo.

OSCAR PISTORIUS ,COME SIMONA ATZORI,E' UN ALTRO ESEMPIO DI PERSONA CHE DI FRONTE ALLE DIFFICOLTA' DELLA VITA NON SI ARRENDE...INFATTI,PUR AVENDO AMPUTATE LE GAMBE HA RAGGIUNTO IL SUO OBIETTIVO OVVERO...QUELLO DI DIVENTARE UN ATLETA...E COME DICE NELL' INTERVISTA IN "BALLANDO CON LE STELLE".CI VUOLE TALENTO MA SOPRATTUTTO CI VUOLE UN CUORE IMMENSO,UNA VOLONTA DI FERRO E NON ARRENDERSI RIFLETTENDO SU QUESTE PAROLE CI SI RENDE CONTO CHE PROPRIO NON ARRENDENDOSI DI FRONTE ALLE DIFFICOLTA' DELLA VITA, SI POSSONO SUPERAE I LIMITI E RAGGIUNGERE CIO' CHE SI DESIDERA...RICORDANDO CHE VOLERE E' POTERE

Pistorius è un uomo eccezionale che lotta per essere considerato come gli altri.
è un uomo ricco di forza e coraggio.

Un'ultima considerazione su questo laboratorio che mi ha particolarmente interessata.
Alla luce di quanto scritto dalle mie colleghe e sulla base di ulteriori riflessioni scaturite da colloqui tenuti anche a livello familiare, ho realizzato che il merito di ogni situazione va collocato nella sua giusta sede.L'ambito sportivo pur facendo parte di quello sociale ha contorni, caratteristiche, dinamiche e regole che poco o nulla hanno a che fare con quelle del vivere comune. Nell'ambito sportivo l'uomo va alla ricerca dei limiti massimi, fisici e mentali, cui si possa aspirare; in quello sociale fortunatamente tutto ciò non è necessario, l'importante è partecipare alla quotidianità con la maggiore autonomia possibile.
Risulta così evidente che le moderne protesi bio-tecnologiche sono indiscutibilmente, assolutamente, irrinunciabilmente un meraviglioso vantaggio che consente, come già ho avuto modo di dire, di riappropriarsi di un'autonomia e di una qualità della vita altrimenti precluse.
Per quanto riguarda invece il mondo dello sport dobbiamo valutare che le prestazioni di individui con pari dignità ma con potenzialità diverse, l'uno unicamente fisiche, l'altro fisico- tecnologiche potrebbero non essere paragonabili.
Nel momento in cui studi specifici dovessero confermare irrevocabilmente che protesi di quel tipo diano considerevoli vantaggi, intesi in ordine sportivo quindi velocità, scatto, elasticità..si arriverebbe al paradosso che gli svantaggiati sarebbero coloro che non le indossano, parlo sempre esclusivamente di ambito sportivo.

Non avevo ma visto e ne sentito la storia di Oscar Pistorius, un’atleta che all’età di 11 mesi ha subito l’amputazione ad entrambe le gambe. Questa storia mi ha lasciata senza parole perché da quello che ho visto lui ha lottato e sta continuando a lottare per la sua vita. Grazie alla sua forza e il suo coraggio è riuscito ad adattare delle protesi al posto delle sue gambe per riuscire a svolgere una vita normale e proprio da questa sua forza che dobbiamo percepire il suo messaggio cioè quello di non arrenderci di fronte agli ostacoli e inoltre con la sua volontà di vivere è riuscito a diventare un atleta mettendosi alla pari con gli altri.
Questa storia ha suscitato in me grande forza e coraggio e soprattutto mi ha fatto capire quanto sia importante vivere.

Già conoscevo la straordinaria storia di quest'uomo e credo che domandarsi se le protesi sono motivo di vantaggio all'interno di una gara di corsa fra normodotati è per me una domanda assurda! ma si rendono conto di quale sia lo stato psicologico e lo stato d'animo di una persona che si è vista amputare entrambe le gambe!!! Vorrei far capire a tutti che non avere le gambe rappresenta un forte disagio per qualsiasi persona, Pistorius è un grande per la sua enorme forza d'animo, per il suo immenso coraggio di voler partecipare ad una gara agonistica pur avendo "qualcosa in meno" rispetto agli altri; Pistorius pur avendo le protesi che sostituiscono totalmente le sue gambe, ha comunque qualcosa in meno: non ha più le PROPRIE gambe; ha dovuto imparare a camminare con quelle protesi, ha dovuto fare un enorme lavoro, e allora la mia opinione è che rientra in pieno titolo fra i suoi diritti il partecipare ad un'Olimpiade di "normodotati".Pistorius con la sua storia ha dimostrato che nella vita bisogna lottare a affrontare le sfide che essa ti mostra in ogni caso.

Dopo il dibattito avvenuto in aula ho capito che le protesi sono una parte del'uomo che spesso sottovalutiamo, ma che ad oggi , con tutta l'evoluzione che c'è, sono diventate indispensabili ed efficienti...ma certo da qui a dire che un atleta con delle protesi sia avvantaggiato rispetto ad una persona con le gamme, ci passa!!! Può essere considerato di pari livello, e non fare in modo di escluderlo solo perchè è più veloce degli alti che per loro fortuna hanno le gambe!

La forza di volontà,il coraggio di lottare,può essere superiore a tutto".E' ciò che afferma Pistorius,un atleta che all'età di 11 mesi ha subìto l'amputazione ad entrambe le gambe, e che da un pò, utilizza delle protesi per poter camminare. Lui è la testimonianza che anche un diversamente abile può svolgere le stesse attività di una persona normodotata e, a volte, avere anche maggiori potenzialità. Ne è una testimonianza anche la Aztori. Ma utilizzando quelle protesi integrative alle gambe è al pari degli altri nel momento in cui gareggia? Questa è una domanda che si sono posti in molti, alla quale non c'è una giusta risposta.

Pistorius è un altro esempio di persona che, di fronte alle difficoltà della vita, non si arrende.
Oscar Pistorius ha avuto entrambe le gambe amputate, ma non si è arreso diventando uno straordinario corridore agonistico. Lo fa con delle protesi in carbonio.

Protesi sì protesi no..olimpiadi sì,olimpiadi no, paraolimpiadi sì, paraolimpiadi no..ho ascoltato con molta attenzione in aula le due interviste che abbiamo visto e sono stata colpita da una frase in particolare... «la vita non gli ha dato le gambe e lui se l'è procurate» penso non ci sia niente di strano in quello che Oscar Pistorius ha fatto...si è procurato le gambe e ora vuole correre come un atleta che le gambe ce l'ha...perchè impedirglielo?

1-Essere escluso dalle olimpiadi è stata per lui la conferma di aver raggiunto il suo obiettivo: la sua diversità non è "più diversa" rispetto alle peculiarità degli altri atleti. Non c'è stato pietismo o benevolenza, le regole sono uguali per tutti e lo sono state anche per lui.
2- Ma perché si può anche non essere d'accordo all'utilizzo di protesi ricostruttive?

Guardando i video, mi sono convinta che Pistorius, oltre ad essere un valido atleta (e un giovanotto piacente) sia una bella persona. Ha trovato la forza di lottare e ha vinto, ha vinto su tutto e su tutti. La vita gli ha tolto le gambe? Lui se l'è riprese. E' la prova vivente che gli ostacoli, che ci impediscono di raggiungere i nostri sogni, possano essere superati, bisogna solo trovare il modo migliore per uscirne.

Difficile è, più che mai oggi in una società che sceglie in ogni ambito modelli di vincenti, considerare ancora significativa la celebre frase di De Coubertin “L’importante è partecipare.”
E più che mai in campo sportivo assistiamo ad ogni sorta di stratagemma anche i più disonesti perché un club, una squadra o anche un singolo atleta possa a tutti costi eccellere.
Al di là di ciò che costituisce reato, ad esempio il doping, l’uso del quale potenzia la prestazione fisica in modo finalizzato alla vittoria della gara che sta per affrontare, quindi per una ragione relativa all’evento, teoricamente ciascun atleta deve apprestarsi a gareggiare in condizioni egualitarie ad ogni altro concorrente di quella gara.
La questione sollevata dalla Federazione internazionale sportiva circa la partecipazione a gare di corsa atletica del sudafricano Pistorius sulla liceità di far concorrere con normodotati un atleta che al posto delle gambe ha protesi di carbonio nasce appunto da questa istanza.
Come ha osservato il giornalista Lanza, ex-atleta, bisognerebbe interrogarsi sul limite che separa, e ai nostri occhi molto poco marcatamente, il vantaggio di correre su due leve d’acciaio e lo svantaggio di non avere le gambe.
E se peraltro solo la biomeccanica potrebbe trovare risposta scientifica sulla velocità di un corpo umano e di quello protesizzato, resta per tanti altri aspetti incommensurabile la prestazione di un uomo che ha le proprie gambe ed un altro che nella vita di ogni giorno, e non solo su un circuito podistico, ha dovuto adattarsi a vivere senza le sue.

Non voglio sindacare sul vantaggio che, l'utilizzo di queste protesi, può concedere ad una persona disabile nell'ambito delle olimpiadi per normodotati, perché non essendo io un tecnico non credo di essere in grado di poter pesare vantaggi e svantaggi.
Però voglio dire che sono enormemente a favore delle protesi nella vita quotidiana. Quando si vive bene?, Quando si è soddisfatti? quando ci si ama, ci si apprezza, si sta bene con se stessi. Pistorius per stare bene con se stesso aveva bisogno delle "sue gambe". Ho vissuto molto da vicino una situazione simile anche se molto meno grave. Una mia cara amica all'età di 4 anni perde quattro dita della mano sinistra; dall'età di 11 anni, ogni anno da Bologna, le arrivano delle protesi in silicone. Le ho chiesto di motivarmi questa sua esigenza e lei mi ha risposto dicendomi: <voglio essere come gli altri>. Sicuramente il caso da me esposto si diversifica da quello di Pistorius perché l'atleta è ricorso all'uso di protesi per una motivo "funzionale"; la mia amica per un motivo puramente estetico. Nonostante ciò emerge in entrambi la voglia di stare bene con se stessi e con gli altri...

Pistorius uomo di grande talento e validità, voleva anche lui avere delle gambe e se le é procurate, non ci vedo nulla di male, da sportiva sostengo che se le protesi riuscivano ad aumentare la velocità è un discorso, ma se queste non davano alcun vantaggio Pistorius aveva tutti i diritti di partecipare alle Olimpiadi a prescindere se fosse arrivato primo o ultimo.
Ho notato la differenza con Atzori, lei non ha avuto bisogno delle protesi è riuscita a crearsi una bella vita nonostante l'assenza delle braccia, queste sono persone diverse ma entrambe con una grande forza di volontà, sono persone ammirevoli e sono riusciti a crearsi una vita normale, sono la prova vivente che tutti gli ostacoli che la vita ci pone possono essere superati in un modo o nell'altro.

Oscar Pistorius corre grazie a particolari protesi, denominate "cheetah flex feet", che gli permettono di avere un ottimo equilibrio, anche in curva. Le prime lame che sostituiscono i piedi le costruisce da sé ricavandole dalle pale degli elicotteri. Poi passa alla fibra di carbonio. Oggi le sue protesi hanno un costo di circa 30.000 euro e sono costruite con materiali di progettazione spaziale.oggi,grazie alla tecnologia più avanzata,abbiamo scoperto cose,raggiunto posti che circa una ventina di anni fa non avremmo potuto mai immaginare.abbiamo raggiunto la luna,abbiamo navigato nello spazio....per me,quindi,chiedersi se utilizzare delle protesi sia un vantaggio o uno svantaggio è fuori luogo....grazie a tali protesi oscar pistorius ha potuto raggiungere il proprio sogno.....e dovrebbe essere proprio questo lo scopo della tecnologia moderna.....migliorare la vita di ogni persona....

mi è capitato spesso di vedere Oscar Pistorius in televisione e ciò che mi ha maggiormente colpito di questo ragazzo è la sua voglia di vivere,il suo coraggio ma soprattutto il suo sorriso...credo percio'che sia un modello di vita da seguire poichè nonostante tutte le barriere sociali che ha dovuto affrontare,sia riuscito con il proprio impegno a dimostrare che prima della sua "diversa abilità" dobbiamo vedere la sua persona; egli come tale, ha il diritto di vivere liberamente e di scegliere ciò che ritiene più opportuno per la propria vita...di conseguenza ritengo che la scelta di integrare le protesi sia dovuta proprio a questa riflessione e che la decisione presa dalla commissione sportiva sia ingiusta e soprattutto incoerente con quello che la società propone..per anni i disabili sono stati emarginati e abbandonati da essa vivendo una condizione di svantaggio, ma nessuno di noi è mai intervenuto a questo proposito..però nel momento in cui è stato accertato dalle analisi cliniche che la protesi in carbonio favorisca la velocità dell'atleta del 30% si è scaturito un dilemma...allora mi chiedo: se è vero che di fronte alla legge siamo tutti uguali e la società(che per secoli ha discriminato queste persone) mira al benessere di tutti..dov'è il problema???

Oscar Pistorius un altro esempio di persona che, di fronte alle difficoltà della vita, non si è arreso, ha avuto tutte e due le gambe amputate,ma nonostante ciò con delle protesi in carbonio è diventando uno straordinario corritore.
A mio parere le protesi sono utilissime nella vita di tutti i giorni, per quanto riguarda l'aspetto agonistico mi collego a ciò che ha detto la commissione, cioè che non c'è una prova certa che quelle protesi aiutino veramente l'atleta quindi perchè privarlo anche della sua piu grande passione???....

Già conoscevo la straordinaria storia di Oscar Pistorius. Guardando le sue performance, ho più di una volta pensato che chiunque dopo aver subito un trauma del genere, avrebbe puntato su quello che ha e non su quello che manca, ma per Oscar non è stato così. Il trauma dell'amputazione vissuto in un'età nella quale egli era già consapevole ha alimentato in lui una voglia di vivere cui dar corso nella forma della sfida da condurre sui campi di gara per rendere la sua diversità un elemento di eccellenza.

MARIA LUCIA FONTANA