Antonella Mastropietro Gio Gen 12, 2012 9:56 pm
Sarei stata contenta di poter esclamare alla fine del video che dopo più di trent’anni la situazione è cambiata. Purtroppo non possiamo far altro che ammettere che questi trent’anni hanno visto poco, troppo poco cambiamento su questo fronte. O meglio…sembra esserci, ma credo si tratti di tanto finto moralismo e del tentativo di mostrarsi “moderni perché antirazzisti”. È inutile parlare di società multietnica, aperta alle culture, al confronto e all’arricchimento… Non è così, purtroppo. Il RAZZISMO c’è, esiste ancora, ed ancor più grave è il fatto che si tenta di nasconderlo credendo in un cambiamento mai completamente realizzato. Il matrimonio misto è uno di quei tabù guardato ancora oggi con occhi di vergogna. Ma se allora, in molti stati dell’America una tal cosa era considerata un reato, oggi non c’è nulla che lo vieta, nulla che lo ostacola fuorché la radicata PAURA DEL DIVERSO. Ecco quanto si sono mostrate estremamente reali le parole del padre del protagonista: “…e anche se cambiano le leggi, non cambierebbe come la pensa la gente…”. Dunque appare evidente il motivo per cui questo film può essere considerato ancora tanto attuale. I genitori di entrambi gli innamorati sono assolutamente contrari a questa unione. Probabilmente neanche loro sanno perchè: è tutta una cultura di generazioni e generazioni che portano sulle loro spalle. La cosa sorprendente, come ha fatto notare a lezione una nostra collega, è il fatto che la non accettazione non proviene solo dai bianchi bensì anche dalle persone di colore a dimostrazione del fatto che la PAURA DEL DIVERSO è una malattia non solo della nostra cultura ma è una malattia universale. Vale la pena citare le parole della governante di colore: “ Uno della mia razza non deve mettersi in un posto più alto”
Antonella Mastropietro
Eppure in quegli anni, come ancora oggi, si scorge la consapevolezza del limite insito in questa mentalità, della necessità di un cambiamento di rotta, dell’urgenza di una svolta in questa dilagante finzione che “tutto va bene, non esiste più il razzismo, non c’è paura della diversità”. Ricordo le parole della madre della protagonista: “Lei ha imparato quello che noi le abbiamo insegnato e cioè che era ingiusto ritenere che i bianchi fossero , per non so quale ragione, superiore ai bianchi.” Sono consapevoli dell’irrazionalità di quella mentalità e consapevoli di essersi nascosti dietro un dito finchè il “colpo” non è toccato a loro.
Beh, riflettiamo…cos’è cambiato rispetto ad oggi? Assolutamente nulla!
I limiti di una cultura poco aperta alla diversità c’è ancora oggi come c’era trent’anni fa. Come se il colore della pelle possa pregiudicare la rispettabilità, l’importanza e l’unicità della PERSONA e della sua personalità; come se possa essere fattore per stabilire categorie inferiori, superiori, normali, anormali di SOGGETTI. Un medico nero è pur sempre un medico, capace di salvare delle vite, allo stesso modo di un bianco.
Sintesi di tutti i temi che abbiamo affrontato, infatti, è la frase più bella del film: “Papà…tu ti consideri ancora un uomo di colore; mentre io mi considero un UOMO”