3. lab. Diversità - Indovina chi viene a cena

Daniela Rocchetti ha scritto:La diversità di cultura presentata in questo video ancora oggi è molto attuale senza pensare che nonostante i modi diversi di parlare, di vestirsi, di ragionare, di comportarsi, di colore della pelle, e la diversità fisica sono sempre persone con i loro desideri, passioni, diritti e doveri. In altre parole sono uomini che come tali desiderano vivere come gli altri. Mi ha molto colpito la scena in cui il figlio si ribella al padre e di conseguenza alla sua cultura di origine. In conclusione con la forza di volontà si può davvero fare tutto, anche ribellarsi alle proprie origini.

Daniela Rocchetti

Anche a me ha colpito la reazione del figlio verso il padre, è la famiglia che trasmette l'essere diverso verso gli altri e impone le proprie regole per evitare le sofferenze causate dall'uonione di un uomo nero e una donna bianca.
Il figlio non si sente diverso,"un uomo di colore", ma si sente un uomo come persona e non esistono colri, diversità e sofferenze!!!!!

Non avevo mai visto questo film, nel vederlo, mi ha suscitato interesse per una tematica che già conoscevo in parte, infatti come ricordate, nel mio intervento in aula, ho lavorato per molto tempo come educatore in una comunità alloggio per minori extracomunitari non accompagnati.
Per chi non conosce questo lavoro, il ruolo dell’educatore in questa situazione consta nell’accudire questi ragazzi nella loro quotidianetà e provvedere al loro inserimento ( facendogli acquisire nozioni della lingua scritta e parlata italiana, provvedere al loro permesso di soggiorno ), fino agli aspetti più informali ( fornire conforto, rassicurazione , presenza ).
Centrando la tematica del film, cioè il pregiudizio tra le varie etnie esistenti, ho soffermato la mia attenzione sulla frase del figlio al padre “Ti consideri ancora un uomo di colore, io mi considero un uomo”. Il percorso, a mio avviso, da compiere richiede entusiasmo, convinzione piena, volontà di modificare l’esistente, APERTURA AL CAMBIAMENTO. Tutto ciò, è un percorso obbligato, nell’ottica dell’edificazione di una società multiculturale e richiede un cambiamente di prospettiva, la capacità di abbandonare una visione etnocentrica per approdare a una visione piu ampia, capace di accogliere la complessità del reale. Bisogna avere rispetto per la diversita culturale in modo che possano coesistere in una società futura elementi di culture ed etnie diverse.
In riferimento alla mia esperienza, ho avuto modo di constatare che negli ultimi decenni cambiamenti verso una società multietnica ci sono stati, ma non abbastanza da poter far riconoscere TUTTI COME UOMINI CON PROPRIE PECULIARITA’.

questo è un film che gia conoscevo e ricordo che la prima volta che lo vidi mi colpì l'atteggiamento dei genitori del ragazzo di colore. ciò mi fece comprendere che troppo spesso attribuiamo delle etichette, delle "stigma", un marchio, un ruolo che non ci permettono di guardare oltre, non ci permettono di rimuovere ciò che altri ci hanno detto.
ora rifletto, e penso che anche io sono una diversamente abile, perchè nonostante sia dotata di cinque sensi e di un cervello pensante, mi limito ad usarlo solo in parte.

Credo che la discriminazione razziale sia una vera e propria forma di xnefobia estesa alla razza e leggittimata nell'età moderma dall'esistenza del sistema teorico del razzismo.
spesso sentiamo parlare di episodi di cronaca che vedono coinvolti persone di colore: datori di lavoro che non assumo ragazzi di colore, seppur qualificati, episodi di bullismo ecc... non sono questi atti discriminatori? e come questi potrei riportare un ventaglio di esempi a dimostrazione del fatto che vecchi e nuove forme di discrimazione continuano ad essere annidiate nel tessuto sociale e l'uomo facente parte di essa si rende vittima o carnefici di tale disacriminazione.
l'episodio del film " indovina chi viene a cena" va a toccare ulteriori aspetti del problema includendo anche riflessioni rilegiose legate al significato del matrimonio tra due persone appartenenti a culture diverse. sembrano trasparire dalle parole degli attori un vero e prorpio "incesto" e un conformismo ingiustificato a determinati standard di comportamento.
la divesità si presenta sotto vari volti( disabili, gay, discriminati di razza) che vivono quotidianamente situazioni di svantaggio e di diverse opportunità.
la vittoria di Barak Obama ha tracciato un solco- giuda nella storia dell'America come anche il caso di Rosa Park famosa per aver combattuto per un posto sul bust. Ciò dovrebbe rappresentare per l'Italia e per l'Europa un forte spunto su cui riflettere per evitare che la tanto discussa PARITA' rischi di essere solo una semplice parola vuota che una realtà!

Non avevo mai visto questo film.Un film centrato essenzialmente sulla parola 'diverso'. Ma chi è il diverso? il diverso suscita da sempre sentimenti contrastanti, di curiosità, di rifiuto, di paura, di mistero,. In una società che si spinge verso la globalizzazione e l'integrazione, sempre più frequenti sono le occasioni in cui avvengono questi incontri
. Ma chi è il diverso? il diverso per cultura, religione, razza, provenienza…..50 anni fa un uomo di colore nel nostro paese avrebbe dato un'aria di internazionalità ed esoticità al luogo percorso o occupato. 20 anni dopo, 100 uomini di colore vengono visti solo come "sporchi", che "sporcano" e deprezzano il luogo che abitano, magari "abusivamente". Spesso attribuiamo delle etichette,che non ci permettono di guardare oltre,nel film " indovina chi viene a cena" si va a toccare particolarmente il tema centrando il tutto su riflessioni rilegiose legate al significato del matrimonio tra due persone appartenenti a culture diverse.In questo film mi ha colpito la scena in cui il figlio si ribella al padre e alla sua cultura di origine.E ciò dimostra che attraverso la determinazione,la voglia di fare si può davvero fare tutto, anche ribellarsi alle proprie origini.

Non avevo mai visto il film,ma ciò che il prete dice ai genitori della ragazza è una cosa sulla quale riflettere.Infatti dice che i matrimoni misti riescono meglio di altre unioni,e questo perchè richiedono maggiore volontà e impegno!seguire la stada più comoda non è sempre la scelta migliore,infatti se i due ragazzi,innamorati e spinti da veri sentimenti,si sarebbero arresi ai pregiudizi della gente e ai pareri contrari dei rispettivi genitori,avrebbero costruito il loro futuro sull'infelicità e si sarebbero impegnati poco nella costuzione dei loro progetti non essendo questi quelli realmente desiderati!nella propria vita ogni uomo deve seguie il proprio cuore,la propria volontà,anche quando ci sono ostacoli e impedimenti,perchè ognuno con determinazione e coraggio può raggiungere i propri obiettivi e vincere le proprie sfide.Questo film è degli anni '50,ma risulta ancora attuale per diversi aspetti,venuti fuori anche in aula come il tema del cambiamento,dei problemi e delle sfide che ogni generazione deve affrontare per far valere i propri diritti,il tema della diversità,nel film relativa al colore della pelle dei protagonisti,come risorsa da esplorare!

Condivido la prospettiva che la mia collega Angela ha espresso riguardo alla reazione dei genitori di John di fronte al suo desiderio di unirsi con una donna di colore ed etnia diversa. Concordo in quanto, anch’io ho riscontrato il profondo senso di “inferiorità” che tali genitori avvertivano in relazione al loro colore e alla loro origine culturale.
Un altro aspetto su cui vorrei soffermarmi, che sempre Angela ha introdotto, è quello del cambiamento. E’ evidente infatti che rispetto agli anni 50, oggi sicuramente la società è multiculturale ed etnicamente varia, sta abbattendo certi taboo imposti in passato sostanzialmente per paura di ciò che era diverso dalla normalità quotidiana, diverso “da ciò che conosco”. Con l’integrazione delle varie etnie nella società, il concetto di “normalità” sta cambiando, ossia stiamo imparando a conoscere ed integrarci con differenti modi di pensare e di agire, con differenti tratti somatici non avendone più paura. Oggi, ad esempio crescono sempre più le unioni tra persone di religioni e di culture differenti.
Nonostante ancora esista uno “zoccolo duro” ostile alla multiculturalità, alla multi-etnia, oggi le unioni multirazziali non sono più in assoluto uno scandalo. La società sta cambiando per fortuna! E ciò soprattutto grazie a coloro, quella minoranza, che hanno avuto il coraggio di opporsi al classismo, di opporsi alle regole ingiuste imposte dalla propria comunità, a quelle regole non scritte ma “contro l’essere uomo”.
Quindi, anche se persiste la tendenza ad atteggiamenti etnocentrici , penso sia necessario che ognuno di noi, debba continuamente porsi in atteggiamenti di “relativismo culturale” ed aprirsi ad accogliere e ad apprezzare qualsiasi tipo di diversità, per trarre da esse grandi opportunità di miglioramento.

Un film vecchio, una tematica tristemente attuale: la discriminazione razziale è un problema ancora presente e radicato nella nostra cultura. Nonostante siano stati siglati accordi e convenzioni internazionali per la lotta alla discriminazione razziale di episodi ne vedo ogni giorno sotto i miei occhi: in metropolitana, al supermercato, perfino in Chiesa!

LAB. 3 INDOVINA CHI VIENE A CENA
Conoscevo già il film..l’ho visto molto tempo fa.. credo contenga molteplici spunti di discussione rispetto al tema della diversità. Come un tempo anche oggi sono rimasta stupita prima di tutto dalla reazione di ogni persona che incontra la coppia: mostra diffidenza e fastidio alla loro visione, perché non rispecchia i canoni da essi condivisi che li portano ad avere una visione ristretta del mondo; ritengo in tal senso più singolare la reazione della cameriera che afferma a voce alta l’impossibilità per una persona della sua stessa razza di legarsi in matrimonio a una donna che appartiene ad un livello più alto..
Inoltre la frase che credo centrale è quella pronunciata dal protagonista durante il dialogo con suo padre( ove si evidenzia anche un forte scontro tra generazioni): <<tu ti ritieni un uomo di colore io invece sono un uomo>>. Da qui emerge un uomo con una personalità, con delle idee e dei sentimenti ..tutti elementi che dovrebbero a mio parere bastare a differenziare ognuno di noi senza guardare al colore, alla mancanza di un arto, etc…

giannilamontagna ha scritto:Non avevo mai visto questo film, nel vederlo, mi ha suscitato interesse per una tematica che già conoscevo in parte, infatti come ricordate, nel mio intervento in aula, ho lavorato per molto tempo come educatore in una comunità alloggio per minori extracomunitari non accompagnati.
Per chi non conosce questo lavoro, il ruolo dell’educatore in questa situazione consta nell’accudire questi ragazzi nella loro quotidianetà e provvedere al loro inserimento ( facendogli acquisire nozioni della lingua scritta e parlata italiana, provvedere al loro permesso di soggiorno ), fino agli aspetti più informali ( fornire conforto, rassicurazione , presenza ).
Centrando la tematica del film, cioè il pregiudizio tra le varie etnie esistenti, ho soffermato la mia attenzione sulla frase del figlio al padre “Ti consideri ancora un uomo di colore, io mi considero un uomo”. Il percorso, a mio avviso, da compiere richiede entusiasmo, convinzione piena, volontà di modificare l’esistente, APERTURA AL CAMBIAMENTO. Tutto ciò, è un percorso obbligato, nell’ottica dell’edificazione di una società multiculturale e richiede un cambiamente di prospettiva, la capacità di abbandonare una visione etnocentrica per approdare a una visione piu ampia, capace di accogliere la complessità del reale. Bisogna avere rispetto per la diversita culturale in modo che possano coesistere in una società futura elementi di culture ed etnie diverse.
In riferimento alla mia esperienza, ho avuto modo di constatare che negli ultimi decenni cambiamenti verso una società multietnica ci sono stati, ma non abbastanza da poter far riconoscere TUTTI COME UOMINI CON PROPRIE PECULIARITA’.

di certo il lavoro di gianni è davvero impegnativo , sentendolo in aula ci siamo resi conto quanto lui ci tenga al suo lavoro e alle persone che sono nella comunità semplicemente con la frase " i miei ragazzi"
Condivido l'opinione di gianni: i cambiamenti ci sono stati... ma non abbastanza

Non avevo mai guardato questo film, nonostante ne abbia sentito parlare più volte! Ho notato come sia stata usata molto spesso la parola “negro”, comprensibile forse per la datazione non proprio recente del film. Tra i vari aspetti che mi hanno suggestionato, spicca la questione razziale posta da entrambe le famiglie: essere “negri” o “bianchi” significa appartenere comunque a due razze diverse!!!!! E a queste parole mi è tornato in mente un aneddoto raccontatomi spesso dal sacerdote della mia parrocchia che, non a caso è “di colore”….. Mi ripete sempre che non siamo poi così diversi perché, come noi “bianchi” diciamo ai nostri bambini “stai fermo, altrimenti arriva l’uomo nero”, allo stesso modo quelli che sono un po’ più scuri, dicono ai loro figli “stai fermo, altrimenti arriva l’uomo bianco”!!!!! Ed io ci sorrido sempre… E’ proprio vero che chi considera la diversità nella pelle, nei costumi, nelle abitudini, nel professare una religione, dovrebbe concentrarsi più sull’ “uomo” o la “donna” che vive dietro a tutte queste peculiarità!!!!!!
Giovanna Cestrone

Il film indovina chi viene a cena, la prof ci ha portato in aula alcuni spezzoni del film, personalmente lo avevo già visto in passato ma quando lo rivisto in aula mi ha scatenato altre riflessioni.
La prima riflesssione è stata di comprendere il perchè i genitori sin da quanto nasciamo e mi metto anche dall'altra parte visto che sono mamma, crediamo di avere nella nostra esperienza la ricetta della felicità per i nostri figli. In fondo le esperienze sono tali perchè si verificano in concomitanza con altri eventi, ma nel momento in cui si tratta di proteggere i figli vogliamo il meglio non li vogliamo far soffrire, quasi sempre otteniamo un effetto contrario. Se siamo fortunati ad avere figli che si oppongono a noi abbiamo la possibilità di vedere che il mondo progredisce.

Ciò che mi ha colpito maggiormente di questo film è lo scontro generazionale che alla luce del razzismo vuole emergere. Molto spesso ci troviamo ad educare i nostri figli con valori e contenuti che non trovano riscontro all'interno della vita concreta. Noi genitori non accettiamo le scelte indipendenti ed autonomi dei nostri figli, in quanto li consideriamo una nostra proprietà. Educhiamo alla cultura del diverso ma nel momento in cui il diverso entra a far parte della nostra vita tutto diventa out.Io da eterna romantica sono rimasta affascinata dall'incitamento finale del padre il quale invita i due innamorati a cocludere la loro battaglia nel matrimonio.

In Italia come in altre parti del mondo il razzismo è un fatto sociale,ma anche un problema di fondo. Non tutti sanno accettare gli altri per come sono e come si presentano.Il razzismo si fonda su una mentalità rigida,una persona di diversa cultura e razza non può essere facilmente accettata da una persona con una mentalità rigida;come nel caso del film "Indovina chi viene a cena", alla base della storia la lotta per vincere i realistici pregiudizi verso le persone di colore.Una coppia di giovani in procinto di sposarsi che si trovano al cospetto del severo ma ponderato giudizio dei rispettivi genitori.Vivere in un mondo dove il colore della pelle ha sempre fatto la differenza non è per niente facile imporsi senza la tenacia e il diritto di vivere la propria vita con chi si ama.
L'UOMO VA RISPETTATO NELLA SUA VITA,NEI SUOI BISOGNI E NELLE SUE TENDENZE. Solo nel rispetto di tutto ciò c'è umanità.

non avevo mai visto questo film, osservando delle scene in classe è stato terrificante.il film è stato ambientato negli anni 50 , come è possibile credere che questo grande scoglio nel xx secolo ancora non è stato superato. la frase che mi ha colpito maggiormente è stata quella del figlio "Papà , ti consideri ancora un uomo di colore, io mi considero un uomo".
la diversità è sempre esistita...

Non avevo mai visto questo film, esso rappresenta la chiara dimostrazione di razzismo, discriminazione ed emarginazione sociale.
Il film risale a tanti anni fa, ma mi sento di dire che in molti luoghi la situazione non è molto cambiata.
E' vero se pensiamo agli stati uniti, la prima cosa che ci viene in mente è il presidente Obama, la dimostrazione vivente che lì il razzismo è solo un lontano ricordo.
Anche in Italia tantissime persone di colore sono perfettamente integrate, ma in alcuni luoghi, dove regna ancora l'ignoranza, il razzismo è una realtà.
Io vivo in un piccolo paese dove c'è molto razzismo non solo verso le persone di colore, ma verso gli immigrati in generale. Tutto questo non concede a queste persone una vita dignitosa, sono costretti a lavorare in condizioni pessime, a vivere nei luoghi più impensabile, impossibilitati a crearsi un futuro.
Anche io la penso un pò come il protagonista del film, quando dice a suo padre che finchè ci saranno le vecchie generazioni il razzismo ci sarà sempre, ed io per vecchie generazioni intendo quelle generazioni ignoranti, limitate, che ritengono tutte le persone appartenenti ad etnie diverse inferiori a loro, non all'altezza di vivere una vita dignitosa. Quindi a mio parere, quello che si dovrebbe abbattere e l'ignoranza della gente.

c'è un altro elemento che, a mio parere, emerge da questo film, ossia il fatto che l'amore vero non fa caso al colore della pelle, al paese di provenienza, anche se, a dire la verità, oggigiorno tante persone badano a ben altro, come ai soldi, alla posizione sociale, al potere. E all'amore vero chi ci pensa?
Emerge anche l'importanza del rapporto tra genitori e figli.
Spesso i genitori credono di poter scegliere del futuro dei propri figli, ma non è così, quello che penso è che questi ultimi dovrebbero essere lasciati liberi di decidere del proprio futuro, devono anche essere lasciati liberi di sbagliare, perchè solo sbagliando si impara a non commettere più errori, si cresce e si matura.
I miei genitori hanno sempre agito così con me, hanno sempre detto quello che pensavano delle mie scelte, se le ritenevano adatte o meno alla mia persona, ma allo stesso tempo mi hanno sempre lasciata libera di scegliere quello che ritenevo fosse più giusto per me, a volte ho sbagliato, non lo nego, ma così facendo ho imparato lezioni di vita importanti e alla fine ho sempre dato ragione a loro.

Ho trovato particolarmente significativa l'espressione del ragazzo quando rivolgendosi al padre gli ha detto:"io mi considero solo un uomo, mentre tu un uomo di colore". Ebbene queste parole risuonano come la chiave risolutiva della diversità che su queste note cessa di esistere. Sebbene i tempi sono cambiati, oggi si fanno i conti con altri tipi di discriminazioni, specie considerando che la nostra è la società dell'apparire. Credetemi ogni società con la sua cultura è generatrice di "patologie".

Sono rimasta molto colpita dal film perchè evidenzia un tema che possiamo trovare ancora oggi, nonostante di vivere in un mondo così “globalizzato”. Il tema di uguaglianza, rispetto della diversità, libertà,… vanno molto di moda, ma purtroppo la nostra società risente ancora “ la non voler accettare l’altra persona di razza diversa”, in modo particolare “ i neri”. Abbiamo dei pregiudizi, paura, sospetto, e va avanti ancora il concetto di un “etichetta mento” a delle persona che non sono come noi.
È molto bello le parole del sacerdote: " Sono loro il mondo, loro lo cambieranno", il quale sottolinea che bisogna superare pregiudizi, differenze economiche, culture e religione...e sarà la nuova generazione a tagliare i pregiudizi negativi per favorire e permettere una convivenza sana e accettazione piena verso i nostri fratelli di culture diverse... ciò evidenza che siamo noi la società a definire ciò che è normale e/o anormale, siamo noi che dobbiamo lottare per soccombere tali credenze errate. Ogni essere umano è una persona degna di essere rispettata e accettata come tale.

“Anche se le cambiano le leggi non cambierebbe come la pensa la gente su questo argomento…”. Il cuore del problema, a mio avviso, è racchiuso in questa battuta. Tutte le parole delle colleghe sono assolutamente condivisibili, nonché inattaccabili, ma la mia riflessione torna sempre a concentrarsi sul conflitto tra i “detto” e i “non detto” che pacificamente convivono nella nostra società. Intendo dire: le azioni che si manifestano, ciò che viene detto e fatto, sul piano politico e sociale, sono sotto gli occhi di tutti e sembrano rispondere in modo soddisfacente (ma sempre migliorabile) alle richieste dei disabili per esempio. Poi c’è un livello sotterraneo, che è quello in cui si trovano tutti i pregiudizi, i rancori, i micro-conflitti e quel pietismo mascherato da solidarietà che contribuisce ad aumentare il divario tra le persone ritenute diverse e quelle che chiamiamo normodotate. È un problema culturale, così come accade per tante altre realtà. Allora mi chiedo, se non volessimo rassegnarci, come fa il padre del protagonista del film, ad accettare che “la gente non cambierà mai idea su questo argomento”, in che modo possiamo agire concretamente sul tessuto culturale? Come possiamo intervenire per fare sì che il cambiamento (e qui trovo apprezzabili le parole della collega Angela che condivido anche se il mio discorso muove da altro tipo di riflessione) ci sia nelle teste e nei cuori prima ancora che sulla carta? Il nostro contributo può essere fondamentale in questa direzione, perché la scuola è la prima palestra di democrazia, perciò lavoriamo e impegniamoci affinché ciò avvenga, affinché la rivoluzione culturale possa essere reale e non solo una frase fatta priva di vero contenuto.
Diana Cataldo

Non avevo mai visto questo film e devo dire che le scene proposte mi hanno particolarmente colpita.
In modo particolare mi ha lasciato perplessa l'atteggiamento delle famiglie dei due ragazzi che, pur appartenendo a due diverse culture, sembravano essere legate ai medesimi preconcetti, cosa che è stata evidenziata immediatamente anche durante la discusione in aula.
In modo particolare mi ha colpita la frase della madre della ragazza che dice : " Lei ha imparato quello che noi le abbiamo insegnato e cioè che i bianchi non fossero per chissà quale ragione superiori ai neri così come ai rossi ed ai gialli..". Questa frase dimostra come spesso i buoni intenti vanno a cozzare con le situazioni reali che mettono a dura prova alcune concezioni che da sempre sono radicate nell'animo degli esseri umani.
Il film risale alla metà del secolo scorso ma la realtà che mette in scena è purtoppo per molti versi ancora attuale, nonostante sia oggi (come lo era anche allora) fondamentale abolire qualunque tipo di discriminazione e valorizzare i principi fondamentali legati all'uguaglianza degli individui, al diritto fondamentale all'esistenza ed alla tolleranza reciproca, fondamento del vivere civile.

Da piccolina ho vissuto 4 anni presso l'ambasciata italiana del Lagos ( in Nigeria) perchè mio padre prestava lavoro lì come militare. Ero troppo piccola per ricordare ma i miei genitori mi raccontano spesso di questa esperienza e in particolar modo della povertà che vigeva tra la popolazione di colore, del contrasto insabile tra le attività lavorative, dei pregiudizi e soprusi ingiustificati. all'età di 3 anni era giunto il momento di entrare a scuola. Per noi figli di persone benestanti e voglio specificare " bianchi"c'erano delle scuole bellissime, arredatissime e modernissime, per loro che vivevano la quotidianeità cercando qualcosa da mangiare nei cassonetti dell'immondizia c'erano dgli istituti gestiti da volontari che gli procuravano cibo sano, un posto dove poter dormire e organizzavano attività di gioco. Io non ho frequentato la scuola "dei bianchi", mia mamma era una volontaria in queste strutture e mi portava con se. Ho un repertorio di foto bellissime che conservo gelosamente. Ricordo ancora i nomi dei miei piccoli amici.Fino a non molto tempo fa mantenevamo anche una corrispondenza in particolare Innosà (uno di questi bambini), ormai uomo, adottato da una famiglia francese , si è iscritto all'università e lavora come funzionario. degli altri aihme non ho più informazioni!

Vedere i video della pofessoressa mi ha ricordato questa esperienza e ho voluto condiverla con voi. certo sto parlando di un pò di anni addietro ma credo che purtoppo ancora molto ci sia da fare per acquistare parità di diritti e gli esempi di discriminazione ingiustificati ne sono una testimonianza diretta!

purtroppo viviamo in una società molto selettiva e spesso ingiusta.
essere di colore non significa essere anormali, mi chiedo: queste persone chi credono di essere per comportarsi in questo modo.
la diversità oggi spaventa tutti, ma proprio tutti e non dovrebbe essere cosi.
la diversità degli altri non può che servirci a completare noi stessi.