Della Corte Lucia ha scritto:Gruppo:Cancello Federica, Cangiano Raffaella, Della Corte Lucia, De Marco Marialaura Anna, Mangiacapra Severina.
Testo:”Facciamo il punto su…L’Autismo”, cap: 4 “La costruzione dell’alleanza con la famiglia”.
L’Autismo è un disturbo cronico dello sviluppo che va da un livello moderato a severo. L'autismo è considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo che interessa la funzione cerebrale; la persona affetta da tale patologia mostra una marcata diminuzione dell'integrazione sociale e della comunicazione. Attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione.
Più precisamente, data la varietà di sintomatologie e la complessità nel fornirne una definizione clinica coerente e unitaria, è recentemente invalso l'uso di parlare, più correttamente, di Disturbi dello Spettro Autistico. A livello di classificazione nosografica, nel DSM-IV è considerato rientrare nella categoria clinica dei "Disturbi Pervasivi dello Sviluppo", cui appartengono, fra le varie altre sindromi, anche la sindrome di Asperger, la sindrome di Rett e il Disturbo disintegrativo dell'infanzia.
Le sue caratteristiche causano condizioni di stress soprattutto per i genitori. Questi ultimi hanno un compito molto difficile: da loro ci si aspetta sia che amino incondizionatamente i loro figli, sia che possiedano anche competenze e abilità che permettano loro di interagire efficacemente con il figlio. Spesso i genitori sono stati ritenuti responsabili delle problematiche dei loro figli autistici. Dall’esperienza di molto operatori e grazie a specifici approcci quali ad esempio il TEACCH , ha dimostrato che l’autismo era legato a cause che nulla avevano a che fare con i genitori. Questi ultimi infatti possono diventare parte essenziale dell’intervento. Costruire un’alleanza significativa e collaborativa tra operatori e genitori è uno degli obiettivi più importanti e difficili allo stesso tempo. È necessario infatti, che ci sia una collaborazione tra servizi, istituzioni e famiglie un programma che crei una continuità di aiuti e servizi per tutto l’arco dell’esistenza. Per la famiglia le vacanze non esistono, ammalarsi è un lusso, riposarsi è impossibile. Questa, viene così messa a dura prova, e spesso porta alla discordia e al divorzio coniugale. Per alcuni genitori la forza di tale alleanza dipende da cosa e da come possono fare determinate cose, dalle conoscenze acquisite per la gestione delle problematiche che coinvolgono il loro figlio/familiare. Per gli operatori, il punto di vista dei genitori dovrebbe essere, quindi, quello più importante, nel gruppo di lavoro dovrebbe definirsi una relazione paritaria. Nell’approccio teacch, tutte le fasi del programma vengono quindi concordate insieme. Schopler ha concettualizzato alcuni principi dell’intervento psicoeducativo collaborativo:
• Migliorare l’adattamento dell’individuo al mondo in cui vive;
• Dare priorità all’incremento delle abilità esistenti;
• Promuovere un insegnamento in grado di prevenire i comportamenti problema.
Ci sono molti modi per aiutare i genitori ad acquisire nuove abilità e conoscenze, quali: esempio
il modellamento il valore del mostrare direttamente come utilizzare un’abilità genitoriale non deve essere sottovalutato, spesso,infatti, vengono strutturate sessioni di role-play dove viene fatto impersonare ai genitori la parte del figlio e vedendo come si comporta l’operatore di fronte a determinati comportamenti che il figlio è solito emettere, i genitori acquisiscono una prima familiarità con le tecniche in questione.
Altra modalità è
La simulazione e il feedback uno degli obiettivi principali degli operatori è quello di incoraggiare i genitori ad applicare con il loro figlio determinate abilità e valutarne i feedback .
Un altro punto importante è
L’assegnazione di compiti educativi da svolgere a casa i cosiddetti esercizi per casa richiedono ai genitori di esercitare e mettere in pratica anche nel contesto domestico le nuove abilità acquisite.
Importante è l’apporto e il sostegno psicologico per i familiari dei soggetti autistici. Secondo Cavell una delle modalità più efficaci nel processo di elaborazione congiunta è semplicemente quella di ascoltare i genitori e di stilare con essi una lista di affermazioni sul ruolo di genitore, discutendo il loro punto di vista per ciascun’affermazione. Molto importante per un genitore è infine pensare al futuro del proprio figlio. Immaginare il proprio figlio con autismo adulto autonomo, in grado di condurre una vita normale non è certo facile per un genitore. Questo, infatti, hanno la percezione che vedano i loro figli sempre uguali, sempre bambini e lo si vuole continuamente proteggere dal dolore. Bisogna, invece, guardare con forza più lontano, nella prospettiva di un progetto di vita adulta. A tal proposito i “Programmi respiro” intendono offrire ai bambini, agli adolescenti e agli adulti con autismo, la possibilità di trascorrere dei periodi lontani da casa in ambienti strutturati per le difficoltà e le caratteristiche tipiche dell’autismo. Questi ambienti possono definirsi “Speciali” per i numerosi accorgimenti posti nell’arredo, per la strutturazione degli spazi. Uno degli obiettivi principali è quello di avvicinare pian piano la persona autistica ad una vita autonoma ed indipendente.
Esistono molte Associazioni di famiglie e di persone con disturbi autistici. La loro opera è centrata sull’informazione, la sensibilizzazione e la tutela dei diritti. Tra queste ricordiamo:
l’Associazione “Autistimando”, associazione genitori, bambini con autismo di Brescia, un gruppo di genitori che si rivolge ad altri genitori che stanno vivendo l’esperienza di avere un figlio con autismo;
l’Associazione “Oltre il muro”, nata a Napoli nel 2000 ,che comprende 30 famiglie che si battono per tutelare i diritti delle persone con diagnosi di disturbo generalizzato dello sviluppo.
Lavoro sufficiente,
le richieste dell'esercizio sono state esaurite e
la sintesi è coerente
Emergono poco le considerazioni critiche del gruppo.
La tutor Dott.ssa Nunzia Giglio.
Il gruppo aggiunge le seguenti considerazioni:
abbiamo a lungo riflettuto sul "problema dell'autismo" e pensiamo che in realta non ci sono bambini diversi, come spesso noi li facciamo sentire, ma siamo tutti uguali. Si, è vero, ci sono persone svantaggiate da alcuni punti di vista ma questo non significa che debbano stare un passo dietro di noi. Oggi si può e si deve fare molto per gli altri, soprattutto per coloro che hanno bisogno d'aiuto, di assistenza e volere è potere. Non ci sono limiti, non devono esserci, grazie anche alle nuove tecnologie che danno la possibilità a tutti di raggiungere le mete desiderate. Spero dunque per questi bambini un futuro migliore e noi, nel nostro piccolo, da future docenti speriamo di essere all'altezza di ricoprire soprattutto in questi casi il nostro ruolo nel migliore dei modi..