TESTO:"BEN-ESSERE DISABILI"
RELAZIONE SUL CAPITOLO 7 "EDUCARSI AL BEN-ESSERE".
L'educazione inclusiva riguarda il ben-essere di tutti i bambini,fornendo una cultura e una pratica in cui tutte le
barriere possono essere rimosse definitivamente.
Edgar Morin afferma che bisogna insegnare le regole del vivere e convivere sociale;poichè,in questo Terzo Millennio
sembra che insegnare a stare bene sia una emergenza della società.
Lo stare bene si può insegnare attraverso un approccio educativo che consente ai soggetti di costruire da soli il proprio
personale ben-essere,dando importanza alla sfera soggettiva.
Chi vive la condizione dello stare bene è colui che si sente bene vivendo consapevolmente la propria vita.
Oggi,ancora più,rispetto al passato,la scuola ha un compito fondamentale nella società,ovvero quello di insegnare le
regole del vivere.
La scuola,una delle agenzie educative,rappresenta il luogo in cui gli alunni sperimentano non solo i processi di
apprendimento ma,allo stesso tempo,si misurano con le difficoltà che la vita propone.
Di conseguenza,il clima scolastico influenza la qualità della vita di un soggetto,nonchè la percezione del ben-essere
e della salute.
Sul fronte educativo è evidente l'impegno dei sistemi formativi e dell'istruzione che sin dall'infanzia dovrebbero
prevenire i rischi o gli stati di frustrazione;in tal senso,bisogna mettere in atto strategie educative che aiutino
i soggetti.
Il problema consiste nel far capire ai soggetti che è importante progettare il proprio ben-essere e che bisogna
padroneggiare tutte le circostanze della propria vita;e per far sì che avvenga tutto ciò,bisogna star bene in primis,
psichicamente e poi,è indispensabile il ben-essere globale dell'individuo.
Appare perseguibile l'idea di una pedagogia del ben-essere che punti a generare nei soggetti comportamenti positivi
nei confronti del proprio ben-essere esistenziale.
L'ICF elabora il concetto di salute come un concetto aperto all'istruzione e al lavoro;quindi,lo stesso Canevaro,
afferma che il concetto di salute non è ristretto sulla malattia ma,implica una visione più aperta della qualità del
ben-essere e della vita.
A tal senso,l'interesse è rivolto a quello che potrà fare un soggetto che introduce mutamenti nella propria vita.
Vygotskij con il relativismo culturale afferma che,grazie alle diverse culture,il soggetto,senza una grande capacità,
può in un'altra cultura progredire sempre più.
Oggi,un individuo vive molte vite insieme,cioè ricopre più ruoli contemporaneamente e,questo è un potenziale che si
presenta nelle società complesse;ma,nello stesso tempo,è un potenziale che configura nuove diseguaglianze.
Secondo un educatore dal nome Tesser,il terreno su cui bisogna lavorare è il terreno dell'esperienza;cioè significa
costruire opportunità in cui il soggetto mantiene relazioni con l'ambiente circostante,poichè solo in questo modo
si può fare esperienza di ben-essere.
Infatti,l'educatore deve educare i soggetti al ben-essere,facendolo emergere e soprattutto riconoscere.
Attraverso i programmi dell'UNESCO,si implementano l'insegnamento di specifiche abilità di vita che sono "imparare
ad essere"e "imparare a vivere insieme",oltre al conoscere e al fare;si suppone che i soggetti con le loro caratteristiche
personali e all'interno di un set di opportunità economiche e sociali,useranno le loro risorse per raggiungere gli
obiettivi.
Quindi,la capability di una persona riguarda il grado di libertà che questa persona può raggiungere ed il suo potere di
scelta tra varie opzioni di vita.
Quindi,l'attenzione su capabilities rendono possibile superare situazioni di crisi e di contribuire alla capacità del
soggetto di resilienza e di generazione di un futuro migliore.
In particolare,le life skills propongono la promozione della salute e del ben-essere e,presumo,siano importanti per i
soggetti in ogni ambito sociale,perchè considera e tutela la salute fisica e mentale,permettendo di favorire il
potenziale di salute e di ben-essere.
Infine,soprattutto nell'infanzia e nell'adolescenza,le life skills facilitano lo sviluppo delle competenze emozionali
per gestire con efficacia le relazioni interpersonali.
EMANUELA RISOLUTO
RELAZIONE SUL CAPITOLO 7 "EDUCARSI AL BEN-ESSERE".
L'educazione inclusiva riguarda il ben-essere di tutti i bambini,fornendo una cultura e una pratica in cui tutte le
barriere possono essere rimosse definitivamente.
Edgar Morin afferma che bisogna insegnare le regole del vivere e convivere sociale;poichè,in questo Terzo Millennio
sembra che insegnare a stare bene sia una emergenza della società.
Lo stare bene si può insegnare attraverso un approccio educativo che consente ai soggetti di costruire da soli il proprio
personale ben-essere,dando importanza alla sfera soggettiva.
Chi vive la condizione dello stare bene è colui che si sente bene vivendo consapevolmente la propria vita.
Oggi,ancora più,rispetto al passato,la scuola ha un compito fondamentale nella società,ovvero quello di insegnare le
regole del vivere.
La scuola,una delle agenzie educative,rappresenta il luogo in cui gli alunni sperimentano non solo i processi di
apprendimento ma,allo stesso tempo,si misurano con le difficoltà che la vita propone.
Di conseguenza,il clima scolastico influenza la qualità della vita di un soggetto,nonchè la percezione del ben-essere
e della salute.
Sul fronte educativo è evidente l'impegno dei sistemi formativi e dell'istruzione che sin dall'infanzia dovrebbero
prevenire i rischi o gli stati di frustrazione;in tal senso,bisogna mettere in atto strategie educative che aiutino
i soggetti.
Il problema consiste nel far capire ai soggetti che è importante progettare il proprio ben-essere e che bisogna
padroneggiare tutte le circostanze della propria vita;e per far sì che avvenga tutto ciò,bisogna star bene in primis,
psichicamente e poi,è indispensabile il ben-essere globale dell'individuo.
Appare perseguibile l'idea di una pedagogia del ben-essere che punti a generare nei soggetti comportamenti positivi
nei confronti del proprio ben-essere esistenziale.
L'ICF elabora il concetto di salute come un concetto aperto all'istruzione e al lavoro;quindi,lo stesso Canevaro,
afferma che il concetto di salute non è ristretto sulla malattia ma,implica una visione più aperta della qualità del
ben-essere e della vita.
A tal senso,l'interesse è rivolto a quello che potrà fare un soggetto che introduce mutamenti nella propria vita.
Vygotskij con il relativismo culturale afferma che,grazie alle diverse culture,il soggetto,senza una grande capacità,
può in un'altra cultura progredire sempre più.
Oggi,un individuo vive molte vite insieme,cioè ricopre più ruoli contemporaneamente e,questo è un potenziale che si
presenta nelle società complesse;ma,nello stesso tempo,è un potenziale che configura nuove diseguaglianze.
Secondo un educatore dal nome Tesser,il terreno su cui bisogna lavorare è il terreno dell'esperienza;cioè significa
costruire opportunità in cui il soggetto mantiene relazioni con l'ambiente circostante,poichè solo in questo modo
si può fare esperienza di ben-essere.
Infatti,l'educatore deve educare i soggetti al ben-essere,facendolo emergere e soprattutto riconoscere.
Attraverso i programmi dell'UNESCO,si implementano l'insegnamento di specifiche abilità di vita che sono "imparare
ad essere"e "imparare a vivere insieme",oltre al conoscere e al fare;si suppone che i soggetti con le loro caratteristiche
personali e all'interno di un set di opportunità economiche e sociali,useranno le loro risorse per raggiungere gli
obiettivi.
Quindi,la capability di una persona riguarda il grado di libertà che questa persona può raggiungere ed il suo potere di
scelta tra varie opzioni di vita.
Quindi,l'attenzione su capabilities rendono possibile superare situazioni di crisi e di contribuire alla capacità del
soggetto di resilienza e di generazione di un futuro migliore.
In particolare,le life skills propongono la promozione della salute e del ben-essere e,presumo,siano importanti per i
soggetti in ogni ambito sociale,perchè considera e tutela la salute fisica e mentale,permettendo di favorire il
potenziale di salute e di ben-essere.
Infine,soprattutto nell'infanzia e nell'adolescenza,le life skills facilitano lo sviluppo delle competenze emozionali
per gestire con efficacia le relazioni interpersonali.
EMANUELA RISOLUTO