Filomena Barbato Mer Gen 25, 2012 7:21 am
Osservando la società nella quale oggi ci troviamo a vivere non sembra che questa nonostante le belle parole che tanti affermano sia spoglia dai pregiudizi, molti dei quali hanno avuto origine in epoca remota, nonostante la rapida evoluzione del sapere e dell’informazione. Tali pregiudizi rivelano il timore di misurarsi con aspetti della disabilità visiva ritenuti inquietanti o, per contro, la tendenza ad enfatizzare nei ciechi la presenza di talune doti particolari presunte; essi coinvolgono, comunque, due ambiti della persona non vedente: l’agire e la sfera delle emozioni. Quanto all’agire, si reputa generalmente che non esista la possibilità che un non vedente deambuli da solo, curi il proprio aspetto fisico o riconosca oggetti familiari; per contro, la constatazione che i ciechi possono fare tutto questo e molto altro suscita non di rado stupore e ammirazione in coloro che vedono, inducendoli a immaginare che i ciechi siano in possesso di un non meglio identificato “sesto senso” o a favoleggiare intorno alle prerogative soprattutto del tatto o dell’udito. Spesso può accadere, inoltre, che chi sia chiamato ad interagire con ciechi totali o parziali sia portato a considerare soddisfacenti abilità o prestazioni inferiori alle reali capacità dei soggetti, riducendo di fatto le aspettative nei loro confronti, col risultato di demotivarli nella scoperta delle loro potenzialità e della conoscenza del loro sé. Quanto alla sfera delle emozioni, è opinione, purtroppo diffusa, che il deficit visivo ne impoverisca la spontaneità e l’immediatezza, dal momento che i normovedenti assegnano allo sguardo un ruolo importantissimo nella comunicazione non verbale; ma non è raro, d’altro canto, imbattersi in persone convinte dell’eccessiva sensibilità dei non vedenti, che li condurrebbe a manifestazioni plateali delle emozioni. In realtà l’effetto più manifesto e condizionante che la cecità produce interessa la sfera della comunicazione, obbligando chi ne è colpito a ricorrere all’impiego di canali sensoriali, che i normovedenti utilizzano come complementari a quello visivo.Come ha ribadito il dottor Palmese i sentimenti come la lealtà, l'onestà e soprattutto la fiducia e il rispetto verso gli altri, non si possono comprare o vendere si sentono nel cuore. Quindi è importante continuare a sperare ed avere fiducia nella vita e negli altri anche se molti continuano a non farlo perché il disabile è una persona e questo non si può ignorare soprattutto per chi come noi vuole insegnare ed aiutare queste persone che hanno un cuore grande e pieno d’amore